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La Stampa Rassegna Stampa
17.07.2014 Israele può compiere tragici errori, ma la responsabilità dei morti civili è di Hamas
Intervista ad Abraham B. Yehoshua

Testata: La Stampa
Data: 17 luglio 2014
Pagina: 6
Autore: Maurizio Molinari
Titolo: «Un tragico errore in un conflitto sempre più spietato»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 17/07/2014, a pag. 6,l'intervista di Maurizio Molinari ad Abraham B. Yehoshua, dal titolo "Un tragico errore in un conflitto sempre più spietato".

Yehoshua sottolinea giustamente come l'esercito israeliano, che pure può incorrere in tragici errori, compia ogni sforzo per ridurre le vittime civili, anche a Gaza, e come al contario la strategia di Hamas sia "
di colpire i civili israeliani e, al tempo stesso, di usare quelli palestinesi come degli scudi umani".

Di seguito, l'articolo:

       
Maurizio Molinari  Abraham B. Yehoshua


«I civili pagano un prezzo drammatico a Gaza come conseguenza della natura terribile del conflitto in corso». Ad affermarlo è lo scrittore Abraham Yehoshua, secondo il quale la «tragica morte di quattro bambini causata da un errore israeliano» è «la conseguenza tragica della scelta compiuta da Hamas di celare le basi da dove lancia i razzi in zone urbane molto popolate».
Quale è stata la sua reazione davanti alle notizie sui quattro bambini palestinesi uccisi su una spiaggia di Gaza da un proiettile sparato dalle forze armate israeliane?
«È un evento tragico, drammatico, terribile. Si è trattato di un errore da parte israeliana, non certo di un fatto intenzionale. Se Israele avesse voluto uccidere civili nella Striscia di Gaza in nove giorni di operazioni militari non ne sarebbero morti 200 ma 2000. È lo stesso comportamento dei palestinesi a Gaza che descrive l’atteggiamento dell’esercito israeliano verso i civili».
A che cosa fa riferimento in particolare?
«Al fatto che molto spesso i palestinesi a Gaza salgono sui tetti delle case per evitare che vengano colpite dagli aerei israeliani. Sanno che l’esercito israeliano fa di tutto per evitare la morte di civili e dunque scelgono di avere un atteggiamento quasi suicida per scongiurare gli attacchi. Sfidando la sorte fino al punto da rischiare a volte di lasciarci la vita. È una dinamica che descrive il carattere terribile del conflitto in corso».
Perché afferma che è la natura stessa del conflitto di Gaza a generare vittime civili?
«Perché si tratta della natura del conflitto che Hamas ci ha imposto, posizionando le basi da cui lancia i razzi e i posti di comando in aree densamente popolate. È qualcosa di tragico e terribile. Hamas ha scelto di combattere una guerriglia con i razzi in un’area geograficamente ristretta dove vivono oltre 1,5 milioni di persone, lanciando attacchi a ripetizione contro i civili di uno Stato sovrano che è obbligato a difendersi. È una dinamica terribile, spietata, che tradisce il disprezzo di Hamas per le vite dei civili palestinesi che risiedono a Gaza».
Eppure sono molti in Europa a imputare a Israele una eccessiva disinvoltura negli attacchi contro i civili, indicando nella morte dei bambini sulla spiaggia una conferma di tale approccio...
«Ripeto, i bambini sono morti a seguito di un tragico errore che le forze armate vogliono appurare e punire con un’inchiesta interna. Israele non ha come politica l’uccisione di civili. È piuttosto Hamas che spara solo contro i civili. In Israele ci sono molti obiettivi militari ma i razzi che i miliziani di Hamas lanciano, ogni giorno, sono tutti diretti verso i centri abitati. Perché Hamas non tenta di colpire basi dell’esercito, campi di addestramento, porti militari e piste di atterraggio? La sua strategia è di colpire i civili israeliani e, al tempo stesso, di usare quelli palestinesi come degli scudi umani. Questo è il nemico che Israele si trova ad affrontare».

Per esprimere la propria opinione alla Stampa telefonare al numero 011/6568111 oppure cliccare sulla e-mail sottostante

lettere@lastampa.it

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