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Il Venerdì di Repubblica Rassegna Stampa
23.09.2016 Treno veloce Gerusalemme-Tel Aviv: lavorare o no di Shabbat?
Commento di Fabio Scuto (con due errori)

Testata: Il Venerdì di Repubblica
Data: 23 settembre 2016
Pagina: 27
Autore: Fabio Scuto
Titolo: «Guerra dello Shabbat: l'ultimo atto è sul metrò»

Riprendiamo dal VENERDI' di Repubblica di oggi, 23/09/2016, a pag 27, con il titolo "Guerra dello Shabbat: l'ultimo atto è sul metrò", il commento di Fabio Scuto.

Due sono gli errori di Fabio Scuto in questo articolo: innanzitutto Netanyahu voleva la prosecuzione dei lavori anche di Shabbat, prosecuzione confermata dalla Corte Suprema. Inoltre i haredim in Israele non sono - come invece scrive Scuto - 1/3 della popolazione ma molti meno (circa il 15%). 

Ecco l'articolo:

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Fabio Scuto

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I lavori per la costruzione del tracciato ferroviario tra Gerusalemme e Tel Aviv

La scontro sullo Shabbat, la rigida osservanza del giorno di riposo ebraico come vorrebbero gli ebrei ultra-ortodossi, trova ogni mese un nuovo campo di battaglia. Ora sono in corso i lavori della metropolitana che collegherà Gerusalemme a Tel Aviv, liberando decine di migliaia di pendolari dalla schiavitù dell'auto o dei bus. Lavori di pubblica utilità, ma che per stare nei tempi devono essere eseguiti sette giorni alla settimana. Così sono insorti i rabbini che hanno sobillato i partiti religiosi nella Knesset per coinvolgere il premier Benjamin Netanyahu, minacciando conseguenze per la risicata maggioranza di governo.

Ne è nato uno scontro istituzionale — ministro dei Trasporti Yisrael Katz e opinione pubblica da un lato, premier e partiti ultra-ortodossi dall'altra — risolto da una sentenza della Corte Suprema che ha «bocciato» le richieste degli haredim. Negli ultimi venti anni il peso dei religiosi è molto cresciuto, insieme a quello demografico (sono 1/3 della popolazione), e il loro potere interdittorio è aumentato. A parte un breve periodo nel 2014, i partiti religiosi hanno sempre fatto parte della maggioranza, portando nel governo gli esclusivi interessi della loro comunità che gode di privilegi, aiuti di Stato a famiglie, gruppi religiosi, scuole talmudiche, buoni viaggio e l'esenzione dal servizio militare in un Paese dove ai giovani è richiesto un servizio di 36 mesi e 24 per le ragazze.

La maggioranza (degli uomini) non lavora e le famiglie vivono (spesso sfiorando l'indigenza) dei sussidi di Stato. Il rispetto totale dello Shabbat è una delle basi delle comunità haredim, ma mentre rabbini e «timorati di dio» si riuniscono e pregano in strada per la profanazione dello Shabbat, in tutto l'Israele «laico» si aprono mall, mercati del fresco, supermercati e ristoranti sette giorni su sette. E sono sempre tutti affollati.

Per inviare la propria opinione al Venerdì di Repubblica, telefonare 06/49823128, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


segreteria_venerdi@repubblica.it

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