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Il Venerdì di Repubblica Rassegna Stampa
15.01.2016 Come salvare il Mar Morto? Ecco il progetto
Analisi di Simone Porrovecchio

Testata: Il Venerdì di Repubblica
Data: 15 gennaio 2016
Pagina: 55
Autore: Simone Porrovecchio
Titolo: «Israele e Giordania riusciranno a salvare il Mar Morto?»

Riprendiamo dal VENERDI' di REPUBBLICA di oggi, 15/01/2016, a pag. 55, con il titolo "Israele e Giordania riusciranno a salvare il Mar Morto?", l'analisi di Simone Porrovecchio.

Da anni Israele propone alla Giordania progetti per il salvataggio del Mar Morto, sarà la volta buona?

Ecco l'articolo:

Immagine correlata
Il Mar Morto

Il Mar Morto sta scomparendo. Cosa fare per salvarlo? Israele e Giordania vogliono provarci con un canale, finanziato dai due Paesi con la collaborazione della Banca Mondiale per un costo previsto di dieci miliardi di dollari (oltre 9,3 miliardi di euro). Secondo il progetto questo canale collegherà il Mar Rosso e, appunto, il Mar Morto: l'acqua verrà incanalata ad Aqaba, in Giordania, e immessa nel Mar Morto, dopo un percorso di 200 chilometri: dovrebbero esserne trasportati 300 milioni di metri cubi l'anno. Il canale, che correrebbe nel deserto lungo la frontiera tra Giordania e Israele, legati da un trattato di pace dal 1994, produrrebbe anche elettricità: l'acqua infatti arriverebbe su un altopiano di 200 metri e sarebbe fatta cadere nel punto più profondo del Mar Morto, oltre 400 metri sotto il livello del mare, dove verrebbe costruita la centrale elettrica più grande della regione. 

Il Mar Morto, lungo 80 chilometri e largo 18, tra Israele, Giordania e Cisgiordania, è in realtà un lago che si trova nella depressione più profonda della Terra, causata da un'evaporazione delle acque che dura da millenni e dai più recenti prelievi per scopi industriali (come quelli dell'Arab Potash company) non compensati dall'apporto degli immissari. «Da decenni poi il livello delle acque cala per via del prelievo d'acqua dal fiume Giordano, unico immissario di rilievo» spiega Michael Krom, docente di Chimica marina e ambientale all'Università di Leeds e consulente di studi sul Mar Morto commissionati dalla Banca Mondiale. «Nel 1983 le acque erano a 396 metri sotto il livello del mare. Oggi sono a meno 428». Krom è un fautore del progetto del canale, ma teme anche, come molte associazioni ambientaliste, che una reazione chimica tra acque di diversa salinità annulli qualità del Mar Morto note fin dai tempi dei Romani.

«Se l'alta concentrazione di sali e minerali non consente la sopravvivenza di alcuna forma di vita nelle acque, il basso livello di raggi Uv e l'alto tasso di ossigeno nell'area creano un microclima unico per la salute umana e per oltre 400 specie di piante e 250 di animali» spiega Gidon Bromberg, direttore dell'organizzazione ambientalista israeliana EcoPeace Middle East e consulente dei governi giordano e israeliano. Spiega Krom: «Nelle acque del Mar Morto la concentrazione di calcio e magnesio, preziosi contro allergie e infezioni delle vie respiratorie, è superiore di oltre il 70 per cento a quella della normale acqua marina. E altissima è anche la concentrazione di bromo, usato nelle terapie del sistema nervoso, e dello iodio, con cui si curano disfunzioni ghiandolari e dolori reumatici. Nessuno può dire se e quanto l'immissione di acqua estranea altererà questo delicatissimo equilibrio».

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segreteria_venerdi@repubblica.it

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