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Il Venerdì di Repubblica Rassegna Stampa
28.08.2015 L'eredità di Kafka è in Israele
Commento di Roberto Bertinetti

Testata: Il Venerdì di Repubblica
Data: 28 agosto 2015
Pagina: 88
Autore: Roberto Bertinetti
Titolo: «Fine del processo: l'eredità di Kafka è di Israele»

Riprendiamo dal VENERDI' di REPUBBLICA di oggi, 28/08/2015, a pag. 88, con il titolo "Fine del processo: l'eredità di Kafka è di Israele", il commento di Roberto Bertinetti.

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Franz Kafka

I manoscritti delle opere di Franz Kafka sono di proprietà dello Stato di Israele e rimangono custoditi nella Biblioteca nazionale di Gerusalemme. Lo ha stabilito in via definitiva la Corte distrettuale di Tel Aviv in una sentenza che respinge la richiesta di restituzione avanzata da Eva Hoffe, figlia di Esther Hoffe, la segretaria di Max Brod, amico e biografo di Kafka, che aveva avuto in consegna le pagine dallo scrittore boemo di lingua tedesca.

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Max Brod

Come è noto, Kafka chiese nel 1924 all'amico di bruciare i suoi testi in larghissima misura inediti, ma Brod decise di non rispettarne la volontà e li portò con sé quando nel 1939 fuggì in Palestina. Alla morte di Brod, nel 1968, i materiali non ancora resi pubblici passarono per un breve periodo a Esther Hoffe, che a sua volta li trasmise alla figlia prima che una decisione di un tribunale obbligasse Eva Hoffe a depositare le carte alla Biblioteca nazionale di Gerusalemme.

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Franz Kafka, "Il processo"

A breve inizierà il processo di catalogazione del lascito di Brod, che in seguito sarà riunito in un'edizione critica. Secondo quanto emerso nel corso delle udienze, il fondo Kafka della Biblioteca contiene un vero e proprio tesoro: decine di lettere indirizzate a grandi autori europei come Thomas Mann, Arthur Schnitzler, Stefan Zweig e Jaroslav Hasek, album di disegni, taccuini pieni di esercizi per imparare l'ebraico, appunti di vita quotidiana, una prima stesura del racconto Preparativi di nozze in campagna, una bozza del romanzo Il castello e i brani iniziali dell'incompiuto Riccardo e Samuele.

La controversia era nata a causa della vaghezza del testamento di Brod, in cui si affermava che l'intero archivio Kafka doveva «preferibilmente» essere messo a disposizione di «un istituto culturale ebraico». Esther Hoffe, e in seguito sua figlia Eva, hanno a lungo sostenuto di essere loro le uniche eredi e hanno più volte offerto in vendita il lascito di Brod al governo israeliano, che invece aveva fatto ricorso al tribunale. L'inappellabile sentenza appena emessa pone la parola fine allo scontro.

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