venerdi 19 aprile 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


Clicca qui






La Repubblica Rassegna Stampa
19.07.2017 Turchia, nuovi programmi scolastici: cancellato Darwin, poca storia, crescono le ore di religione islamica
Cronaca di Marco Ansaldo

Testata: La Repubblica
Data: 19 luglio 2017
Pagina: 14
Autore: Marco Ansaldo
Titolo: «La scuola secondo Erdogan, censurati Darwin e Ataturk, spazio all’Islam conservatore»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 19/07/2017, a pag. 14, con il titolo "La scuola secondo Erdogan, censurati Darwin e Ataturk, spazio all’Islam conservatore", la cronaca di Marco Ansaldo.

Immagine correlata
Marco Ansaldo

Immagine correlata
Recep Tayyip Erdogan

Darwin cancellato. Ataturk ridimensionato. Nella Mezzaluna del Presidente-Sultano che spinge sempre più il Paese verso il conservatorismo religioso, due campioni della laicità, il grande teorico dell’evoluzionismo e il fondatore della Turchia moderna, subiscono un considerevole colpo, a leggere i programmi scolastici varati per l’anno che comincerà a settembre. Il quotidiano Birgun (Il Giorno), uno dei pochi non allineati al potere, enumera nei particolari le novità, anche se le voci circolano da qualche mese, confermate dai commenti dei responsabili all’Istruzione.

Dal prossimo anno i licei non affronteranno più gli articolati concetti espressi da Charles Darwin nella sua teoria dell’evoluzionismo. Chi lo vorrà fare, dovrà aspettare di iscriversi alle facoltà universitarie. Singolarissima la spiegazione data dal ministro dell’Educazione: «Gli studenti non hanno la preparazione necessaria a sostenere un simile dibattito». Commento che ha fatto indispettire una larga parte di studenti: i giovani turchi oggi sono molto più tecnologicamente avanzati di diversi loro colleghi europei, e le parole del ministro sono sembrate, come si legge in alcuni social, «fuori luogo, pretestuose oltre che offensive». Annota scrupolosamente il quotidiano: «In questo modo la Turchia è divenuto il secondo Paese dopo l’Arabia Saudita ad aver eliminato dal programma scolastico l’evoluzionismo». A soffrire della contrazione delle ore riservate alle Scienze sarà così la Biologia, che passa drasticamente da due-tre ore settimanali a soli 60 striminziti minuti. In compenso aumentano le ore di religione, che raddoppiano da una a due sia nei licei scientifici sia in quelli classificati come “Anadolu”, cioè Anatolia, la grande regione centrale che costituisce il serbatoio elettorale del partito conservatore religioso fondato dal presidente Recep Tayyip Erdogan. Qui la riforma tocca punti delicati: nella materia “Nozioni religiose di base” è stato introdotto un capitolo sulla “jihad”, la guerra santa.

Dal prossimo anno i licei non affronteranno più gli articolati concetti espressi da Charles Darwin nella sua teoria dell’evoluzionismo. Chi lo vorrà fare, dovrà aspettare di iscriversi alle facoltà universitarie. Singolarissima la spiegazione data dal ministro dell’Educazione: «Gli studenti non hanno la preparazione necessaria a sostenere un simile dibattito». Commento che ha fatto indispettire una larga parte di studenti: i giovani turchi oggi sono molto più tecnologicamente avanzati di diversi loro colleghi europei, e le parole del ministro sono sembrate, come si legge in alcuni social, «fuori luogo, pretestuose oltre che offensive». Annota scrupolosamente il quotidiano: «In questo modo la Turchia è divenuto il secondo Paese dopo l’Arabia Saudita ad aver eliminato dal programma scolastico l’evoluzionismo». A soffrire della contrazione delle ore riservate alle Scienze sarà così la Biologia, che passa drasticamente da due-tre ore settimanali a soli 60 striminziti minuti. In compenso aumentano le ore di religione, che raddoppiano da una a due sia nei licei scientifici sia in quelli classificati come “Anadolu”, cioè Anatolia, la grande regione centrale che costituisce il serbatoio elettorale del partito conservatore religioso fondato dal presidente Recep Tayyip Erdogan. Qui la riforma tocca punti delicati: nella materia “Nozioni religiose di base” è stato introdotto un capitolo sulla “jihad”, la guerra santa.

Immagine correlata
La turchia di Ataturk e quella di Erdogan

Eliminati invece aspetti ritenuti fino a ieri importanti, sulla religione islamica equiparata alla “pace” e all’ “amore”, e descritta come una fede che evita gli estremismi e dà rilevanza alla ragione. Cancellati, secondo l’articolo di Birgun. In totale le materie rivoluzionate dal corso imposto dai fedelissimi del presidente sono 51. Ma la riforma che fa più discutere, nella società e in molte famiglie abituate a un confronto aperto in tante città e soprattutto nell’ovest turco, riguarda la Storia. Qui le ore dedicate a Mustafa Kemal, cioè Ataturk, il padre dei turchi, il generale eroe dei Dardanelli poi divenuto il primo presidente della nuova Repubblica uscita dalla fine dell’Impero ottomano e dall’èra dei Sultani, subiscono una riduzione drastica. E la Storia passa complessivamente dalle 34 ore settimanali ad appena 11. Risultano quasi annullati gli approfondimenti.

Appendice finale. Il ministero dell’Istruzione ha firmato di recente un protocollo speciale con il Diyanet, cioè il Direttorio per gli affari religiosi, ufficio che ha voce in capitolo sulle questioni spirituali e dipende direttamente da quello del primo ministro. L’accordo prevede la collaborazione con diverse fondazioni confessionali, per lo più vicine al governo: gli organismi introdurranno alcuni moduli, definiti di “educazione ai valori”, in 15 materie, tra cui la musica e la matematica. In una di queste, la Turgev, annota Birgun, figura nel consiglio di amministrazione Bilal Erdogan, il figlio del presidente.

Per inviare la propria opinione alla Repubblica, telefonare 06/49821, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


rubrica.lettere@repubblica.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT