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La Repubblica Rassegna Stampa
14.07.2017 Dalla spiaggia di Chioggia al web, l'onda nera del neofascismo cresce. E i grillini seguono a ruota
Cronaca di Paolo Berizzi, commento di Concetto Vecchio, gli insulti antisemiti a Fiano dei sostenitori di Di Maio

Testata: La Repubblica
Data: 14 luglio 2017
Pagina: 11
Autore: Paolo Berizzi - Concetto Vecchio
Titolo: «Indagato il gestore della spiaggia fascista - Freda, Fiore e gli altri quei guru dei giovani neri reduci dagli anni di piombo - 'Insulti a Fiano dai fans di Di Maio'»

Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 14/07/2017, a pag. 11, con il titolo "Indagato il gestore della spiaggia fascista", la cronaca di Paolo Berizzi; con il titolo "Freda, Fiore e gli altri quei guru dei giovani neri reduci dagli anni di piombo", il commento di Concetto Vecchio; la breve "Insulti a Fiano dai fans di Di Maio".

Il fascismo di estrema destra e quello complottista diffuso nel Movimento 5 Stelle si uniscono. La cosa non stupisce, dal momento che già sono uniti da tempo nella demonizzazione di Israele, lo Stato ebraico di cui vorrebbero vedere la fine. La pagina Facebook di sostenitori del grillino Luigi Di Maio, riempita ieri di commenti antisemiti contro Emanuele Fiano, ne è un esempio. Di Maio per ora si è ben guardato da intervenire, e anche questo silenzio è molto eloquente.

Ecco gli articoli:

Paolo Berizzi: "Indagato il gestore della spiaggia fascista"

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Paolo Berizzi

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Un'immagine della spiaggia fascista a Chioggia

Gianni Scarpa, il gestore della spiaggia fascista “Punta Canna” di Chioggia, è indagato per apologia di fascismo dalla Procura della Repubblica di Venezia. Come anticipato ieri da Repubblica, il suo nome è iscritto nel fascicolo d’inchiesta (registro delle notizie di reato a carico di persone note, modello 21) aperto dai magistrati dopo la denuncia trasmessa dalla Digos sui cartelli esposti nel lido balneare e sui deliranti discorsi “anti democratici” e “inneggianti al regime” che Scarpa, sabato scorso, ha pronunciato e diffuso in spiaggia attraverso gli altoparlanti. Il reato contestato è lo stesso per il quale gli agenti della questura hanno denunciato il responsabile dello stabilimento: fa riferimento all’articolo 4 della legge 645 del 1952, la cosiddetta legge Scelba sull’apologia di fascismo. Nel fascicolo sul tavolo del procuratore capo Bruno Cherchi e del sostituto Francesca Crupi (titolare dell’indagine) - assieme alle immagini dei manifesti del Duce, dei saluti romani, dei rimandi alle leggi del Ventennio sono confluiti anche gli audio pubblicati da Repubblica, che ha sollevato il caso Chioggia.

«La democrazia mi fa schifo». «Sono totalmente antidemocratico e sono per il regime. Ma non potendolo esercitare fuori da casa mia, lo esercito a casa mia». «A casa mia si vive in totale regime ». «Io sono per lo sterminio totale dei tossici». Frasi che il gestore del lido – al momento unico indagato, «ma faremo le indagini del caso e ulteriori accertamenti per poi procedere a seconda dell’esito del nostro lavoro», ha spiegato Cherchi con riferimento ai soci di Scarpa – ha sparato al microfono sabato pomeriggio dal suo ufficio al lido. Dopo la denuncia del nostro giornale e l’arrivo domenica mattina a “Punta Canna” della Digos e della polizia scientifica, lunedì, il prefetto di Venezia, Carlo Boffi, ha ordinato a Scarpa di rimuovere tutti i simboli, le frasi, i cartelloni e quant’altro faccia riferimento al fascismo. Nel provvedimento è fatto divieto anche di diffondere con gli altoparlanti discorsi che esaltano la dottrina fascista. Ora i cartelloni e le frasi che Scarpa, per giustificarsi, ha definito «goliardate », sono al vaglio dei magistrati veneziani. Un passaggio che potrebbe avere conseguenze non solo penali. Con l’apertura del fascicolo - unitamente all’ordinanza già disposta dal prefetto - l’amministrazione comunale di Chioggia potrebbe a questo punto revocare la concessione demaniale di “Punta Canna”.

«Prima di prendere provvedimenti aspettiamo comunicazioni da parte di questura e prefettura », aveva detto lunedì il sindaco M5S Alessandro Ferro. Tra polemiche e indignazione, il caso Chioggia, rimbalzato anche sui media stranieri, è finito in parlamento: interrogazioni sono state presentate al ministro degli Interni da Pd (Lele Fiano), Sinistra italiana (Nicola Fratoianni) e MDP Art.1 (Eleonora Cimbro). «Facciano quello che vogliono, io me ne frego!», ha commentato Gianni Scarpa citando il celebre motto mussoliniano. Adesso della vicenda si occupa la Procura. Polemico il segretario della Lega, Matteo Salvini, che su Fb ha commentato: «Indagato Scarpa? Pazzesco. Lasciate lavorare in pace la gente! Mettendomi a disposizione di Gianni per un’eventuale difesa legale, mi viene voglia di andare a trovarlo a Chioggia». Di segno opposto le dichiarazioni del governatore leghista del Veneto, Luca Zaia. «Premesso che il processo alle idee non si fa, condanno senza se e senza ma ogni forma di discriminazione: si tratti di gay o tossicodipendenti o chiunque. L’antisemitismo va rinnegato e non ci deve essere negazionismo rispetto alla tragedia che hanno subito gli ebrei, alla Shoah e tutto il resto». Dice infine Nicola Fratoianni, segretario di Sel: «Era ora che questo signore venisse indagato. Quando su uno spazio pubblico si rivendica quotidianamente e ossessivamente il fascismo, non c’è niente di goliardico».

Concetto Vecchio: "Freda, Fiore e gli altri quei guru dei giovani neri reduci dagli anni di piombo"

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Una manifestazione di CasaPound

«Perché offendono così Padre Pio?», si chiede su Facebook Roberto Fiore, il leader di Forza Nuova. A Pietrelcina si è celebrata l’unione civile tra un ragazzo romano e uno venezuelano. Per Fiore un insulto al santo. «Il sindaco – annuncia - sarà presto visitato da militanti forzanovisti che a lui rappresenteranno la rabbia ed il disgusto degli italiani». Una frase che suona come una minaccia. Il sindaco di Pietralcina Domenico Masone gli ha risposto con civiltà: «Siamo il paese della tolleranza e del rispetto». Cosa ci dicono il caso della spiaggia mussoliniana di Chioggia e le reazioni alla proposta di legge antifascista del pd Emanuele Fiano? Che dalla pancia del Paese affiorano pulsioni di estrema destra. Un sentimento strisciante e latente. Ora alcuni protagonisti della scena nera degli anni Settanta sono visti come padri nobili dalle organizzazioni estremiste. Fiore non è l’unico “cattivo maestro” ancora sulla breccia. Maurizio Murelli, il militante neofascista con una condanna per l’uccisione del poliziotto Antonio Marino, è stato ospite agli incontri di LealtàAzione, il gruppo che insieme a CasaPound il 29 aprile commemora i caduti della Repubblica di Salò al cimitero Maggiore di Milano. Murelli ha intimidito su Facebook l’inviato di Repubblica, Paolo Berizzi.

Ieri ha espresso solidarietà al parlamentare del centrodestra Massimo Corsaro, che aveva sferrato l’attacco antisemita a Fiano. Fiore su Twitter si presenta come «cattolico, sposato, padre di 11 figli». Da settimane conduce una campagna contro lo ius soli. Due giorni fa, quando l’approvazione della legge è slittata, ha esultato: «Vittoria per tutti i militanti e i patrioti che si sono battuti anche fisicamente contro la morte dell’Italia». L’altro cavallo di battaglia è l’emergenza migranti: «10mila immigrati sbarcano in due giorni. L’invasione è in atto. Italia sveglia! ». Forza Nuova reclama l’abolizione delle leggi Scelba e Mancino e chiede il blocco totale dell’immigrazione. «Mandiamo sulle navi Ong tutti i buonisti e scarichiamoli in zona di guerra», twitta Gabriele Adinolfi. Fiore e Adinolfi nel 1987 furono condannati per reati associativi legati alle attività di Terza Posizione, attiva sulla scena romana quarant’anni fa. Adinolfi è ritenuto l’ideologo di CasaPound.

Non usa perifrasi. L’altro giorno ha twittato: «Fiano vuol legiferare con l’ano». «Questa nostra terra invasa e deturpata da sciami di estranei », è il pensiero di Franco Freda reso al quotidiano online sovranista Primato nazionale. Il fondatore di Ordine nuovo ha 76 anni, vive ad Avellino, gestisce la casa editrice “Edizioni di Ar”, che pubblica il Mein Kampf di Hitler e La conquista di Berlino di Joseph Goebbels. Freda – 14 anni di carcere alle spalle, assolto alla fine per la strage di piazza Fontana - non ha rapporti con la militanza di strada, ma resta un’icona anche per le nuove generazioni. Di recente ha detto di non avere nulla di cui pentirsi. Fino a qualche anno fa scriveva regolarmente su Libero, (la rubrica si chiamava L’Inattuale), struggendosi per il deserto della destra: «Non c’è più niente decoroso in giro. Squagliati gli uomini, squagliate le organizzazioni ». Ora guarda «con curiosità » a Trump, come ha rivelato a Repubblica nel marzo scorso. Il libro manifesto di Steve Bannon, l’ideologo del presidente Usa, Il campo dei santi, un romanzo razzista scritto dal francese Jean Raspail, si trova nel catalogo della casa editrice di Freda.

"Insulti a Fiano dai fans di Di Maio"

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Uno dei post sulla pagina dei sostenitori di Luigi Di Maio accosta un maiale a Emanuele Fiano

«Luigi Di Maio deve sconfessare questo gruppo Facebook. Se non lo fa, il suo nome sarà associato a questo schifo». Lo scrive su Twitter Alessia Morani, deputata del Pd, che posta la foto pubblicata sulla pagina Facebook di un gruppo di fan del vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio. All’interno della pagina di questo fanclub sono infatti apparsi diversi insulti nei confronti del parlamentare dem Emanuele Fiano e una foto che ritrae il suo volto accanto a quello di un maiale. Altri esponenti pd, tra cui Andrea Romano, Stefano Esposito e Laura Coccia, hanno chiesto a Di Maio di prendere le distanze.

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