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La Repubblica Rassegna Stampa
08.05.2017 Elisabeth Badinter: 'Le Pen fanatica estremista, contro Macron anche stereotipi antisemiti'
La intervista Anais Ginori

Testata: La Repubblica
Data: 08 maggio 2017
Pagina: 7
Autore: Anais Ginori
Titolo: «Da Marine insulti e falsità ha calato la maschera»

Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 08/05/2017, a pag.47, con il titolo "Da Marine insulti e falsità ha calato la maschera", l'intervista di Anais Ginori a Elisabeth Badinter.

Ecco l'intervista:

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Anais Ginori           Elisabeth Badinter

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Emmanuel Macron

«Marine Le Pen ha mostrato alla fine della campagna elettorale il suo vero volto, quello di suo padre, dell’estrema destra ». Élisabeth Badinter ha votato Emmanuel Macron ma senza convinzione. «È stato un voto razionale » spiega la filosofa, 73 anni che critica gli altri intellettuali francesi che hanno scelto di astenersi. «Non capisco come si possa mettere sullo stesso piano il rischio di un ritorno del Fascismo con la minaccia dell’ultra-liberismo ».

«Marine Le Pen ha mostrato alla fine della campagna elettorale il suo vero volto, quello di suo padre, dell’estrema destra ». Élisabeth Badinter ha votato Emmanuel Macron ma senza convinzione. «È stato un voto razionale » spiega la filosofa, 73 anni che critica gli altri intellettuali francesi che hanno scelto di astenersi. «Non capisco come si possa mettere sullo stesso piano il rischio di un ritorno del Fascismo con la minaccia dell’ultra-liberismo ».

Marine Le Pen ha perso ma è riuscita a interpretare la collera di una parte della Francia? «Non dico il contrario. Madame Le Pen rappresenta una percentuale importante di francesi. La sua strategia nel dibattito tv è stata però incomprensibile. Capisco l’aggressività rispetto a un avversario, ma lei è stata volgare, grossolana. Ha sbagliato nella forma. Forse ha voluto ispirarsi al modello interpretato da Donald Trump, insultando, dicendo falsità, cercando di distruggere il suo rivale. Penso che esista ancora una differenza tra noi e l’America di Trump: i francesi non vogliono essere rappresentati da qualcuno di volgare».

Ha dilapidato quel poco di credibilità che aveva cercato di conquistare negli ultimi mesi? «É come se avesse gettato la maschera dopo mesi, anni. A lungo ha tentato di cancellare l’immagine di suo padre e poi, improvvisamente, è tornata a presentarsi solo come la figlia di Jean-Marie Le Pen, con quella stessa violenza, sgradevolezza, mettendo una dose di cattiva fede in ogni affermazione».

Le Pen si è presentata come paladina della laicità, un principio per il quale anche lei si batte. «La sua laicità è a doppia velocità. È intransigente con l’Islam ma fa il contrario se si parla dei presepi negli uffici pubblici o di altre rivendicazioni dei cattolici. Le Pen strumentalizza la laicità per combattere gli immigrati. Così come il femminismo. Dice di battersi per le libertà delle donne nelle banlieue ma io non dimentico cosa diceva fino a qualche anno fa sull’aborto definito una “scelta di comodo”».

La Francia ha evitato il rischio dell’estrema destra ma resta profondamente divisa. «Quasi metà del Paese ha votato candidati estremisti. È un dato sconvolgente. Mi domando anche come farà Macron per governare e applicare il suo pogramma ».

Il record dell’astensione è un segnale preoccupante? «Certo, non è possibile mettere sullo stesso piano una minaccia per la democrazia con un rischio economico, per quanto grave. Si tratta di difendere le libertà più fondamentali. In Francia esiste ancora una sorta di eterna rivolta marxista fuori dalla Storia. E il fatto di ridurre Macron al suo essere banchiere è sintomatico. Se avesse lavorato per il Crédit Agricole anziché Rothschild forse non sarebbe così criticato ».

Un’accusa legata all’antisemitismo? «Parlare di un banchiere di Rothschild è come evocare le peggiori caricature degli anni Trenta. Secondo una tradizione di estrema destra ed estrema sinistra, Rothschild è il diavolo incarnato dell’ultra-liberismo».

Macron riuscirà a riconciliare il Paese? «Lo spero di cuore ma francamente, come tanti concittadini, non lo so. Non conosciamo davvero il suo carattere, la sua capacità di resistenza. Come si comporterà quando sarà contestato in piazza, quando ci saranno scioperi contro le sue riforme? Nessuno può prevederlo. Oggi è solo un grande punto interrogativo».

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