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La Repubblica Rassegna Stampa
27.02.2017 Un commissario politicamente scorretto
Susanna Nirenstein intervista Pieter Aspe

Testata: La Repubblica
Data: 27 febbraio 2017
Pagina: 35
Autore: Susanna Nirenstein
Titolo: «Il mio commissasrio politicamente scorretto»

Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 27/02/2017, a pag.35, con il titolo "Il mio commissasrio politicamente scorretto" l'intervista di Susanna Nirenstein allo scrittore Pieter Aspe, autore di " L'orecchio di Malco"

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Pieter Aspe                                             Susanna Nirenstein

L'orecchio di Malco - Pieter Aspe

Terrorismo, ondate parossistiche d'immigrati, populismi, Brexit, perico-o vittoria Le Pen in Francia, un voto a settembre dagli esiti incerti anche in Germania dove si profila un inaudito rientro dell'estrema destra al Bundestag dopo 70 anni, elezioni incerte a marzo in Olanda, e, come si sa, l'instabilità in Italia non scherza: l'Europa impaurita si sente scricchiolare come una noce nel pugno di un pugile. Per non parlare di quel che ci circonda: Putin alleato dell'Iran che ha ormai roccaforti minacciose non solo in Libano ma in Iraq, nel mattatoio Siria, in Yemen. E Trump, ovviamente, Trump. Cambia l'ordine mondiale e ancora non sappiamo come. Quel che è certo è che il mantra del politi-cally correct imperante nell'Occidente dell'ultimo ventennio non ha retto, che il sangue nelle città europee terrorizza, che i fiumi dei profughi fanno paura, che l'accoglienza vacilla e non crea consenso, che l'euro non piace più a tutti, che gli egualitarismi hanno sostenitori molto minoritari, che gli assiomi ecologici stufano e la religione del gender pure, che si acutizzano gli estremismi. La decadenza dell'Europa è ormai pane quotidiano, alla prova pratica il multiculturalis non funziona, la denatalità cresce, l'individualismo sfrenato rompe i vincoli comunitari, il crollo delle ideologie ha portato a quello dei valori. E gli scrittori guardano il lato oscuro e lo mettono in scena Houellebecq in testa. Ma non solo lui, e non sempre paventando il nostro possibile futuro sotto un dominio islamico. Gli autori di gialli o crime story hanno un gusto ancore più dark, quel che è raccapricciante li attira, anche se è poco plaucihile, basta che evochi l'apocalisse, il tramonto di cui la nostra generazione è protagonista. Ed ecco che Pieter Aspe, giallista belga da due milioni di copie, ('il Simenon fiammingo' qualcuno dice, ma lui è più legato ai temi dell'attualità, mafie, corruzioni, pedofilia..) rimette in scena il suo commissario Van In di fronte a dei terroristi che si immolano facendo scoppiare discoteche piene di ragazzi, sgozzano pedofili, sequestrano e uccidono laici brutalmente.
Non sono islamici però, ma cattolici fondamentalisti (!) di un mondo intoccabile che si muovono in nome di Dio e della croce, in una società che fatica a trovare il bandolo della matassa. Lo sentiamo al telefono.
Aspe, perché un libro su un inesistente terrorismo cattolico invece che su quello islamico, la minaccia reale che da sedici anni al- meno insanguina l'Occidente?
«L'ho scritto insieme ad un altro volume che uscirà tra poco e parla di Islam e Europa Gli avvenimenti descritti in questo traspongono nell'oggi cid che accadeva nel Medio Evo, quando erano i cristiani con l' Inquisizione a uccidere donne e infedeli, imporre la loro fede, ora sono gli estremisti musulmani a farlo».
Dunque non si era Ispirato a Breivik e alla Strage di Utoya, Norvegia nel 2011? Crede che il cristianesimo abbia in sé i germi di una cultura violenta?
*No, Breivik è stato un'eccezione, mentre il mondo estremista islamico cresce e bisogna stare attenti a non perdere i nostri valori».
Quali?
 Nell'Occidente solo poco più di 100 anni fa avevamo ancora gli schiavi Ma poi ci siamo evoluti, c'è libertà per tutti, ognuno può cercare la felicità e dire cid che vuole. Mentre gli islamici sono indietro di 500 anni rispetto a noi, e vogliono venire qui e imporci i loro modelli».
Nel romanzo il concetto di decadenza europea è ribadito più volte: in cosa consiste?
«Nella nostra acquiescenza. Mentre dobbiamo combattere e difendere la nostra libertà. L'Impero Romano fu distrutto dai barbari, nessuno credeva potesse succedere. E invece è accaduto. Non ci resta che rimanere saldi e amare i nostri principi».
II Belgio ha avuto a più alto tasso di immigrazione di tutta Europa negli ultimi anni. Cos'è cambiato nella sua vita e in quella del suo pasee?
«La gente non è diventata razzista, ma capisce che possiamo dare i diritti agli immigrati solo se gli isle-mici vogliono davvero cooperare, costruire con noi. Se vogliono dettare legge non va bene. Vengono da paesi crudeli ed è giusto offrirgli salvezza e futuro; ma chiedendogli di adattarsi alla nostra cultura altrimenti, dopo Cinque anni, se ne vadano. Devono poter fare quello che vogliono, adorare il loro Dio, ma non dire a noi come comportarci».
Cosa ha pensato dell'idea di Trump di mettere un limite all'immigrazione dai paesi islamici?
Io credo che tutti possano venire purché si adattino, cooperino, vogliano un futuro qui per loro e per i loro bambini. Ma ci sono molte voci estremiste che dicono 'Noi verremo, vi occuperemo, non ci piegheremo alla vostra cultura". È lecito che qualcuno dica 'restate a casa vostre. La sinistra dice solo di aprire le porte. Io credo invece che gli irrr migrati accolti qui debbano dare qualcosa in cambio».
II suo commissario Van In è un anticonformista, beve molto, firma confessa di guardate porno in tv, non rispetta nessuna autorità. SI identifica con lui?
All'inizio no, era solo un personaggio. Ma, dopo quattro o cinque romanzi, ha iniziato a assomigliarmi sempre di più. Lui è come me e io sono come lui: bevo, fumo, e anche per me è difficile se qualcuno mi dice di fare qualcosa. Mi piace comportarmi a modo mio'. Non si capisce bene se al commissario sia più antipatico il moralismo soffocante del politically carrect o i delinquenti
«So che è pericoloso pensarla co-si. Ma bisogna scegliere. Non possiamo cambiare la storia, e il periodo è davvero dark. Dieci anni fa avrei risposto in maniera diversa. Se accettiamo le regole del politically correct nediventiamo le vittime. In dieci anni è cambiato tutto.
Cè un modo per superare la per dita della matta identitào l'Europa è destinata a tramontare?
«Non sono un profeta. Gli Stati Uniti saranno sempre più distanti, la Russia ha delle mire e anche i paesi arabi, mentre le nazioni europee non riescono a lavorare insieme. Tra dieci anni come sarà? Tutto sta cambiando velocemente, come il computer. dieci anni fa sembrava uno strumento sofisticato ora è un utensile indispensabile».
La letteratura spy/crime/noir europea si occuperà sempre più di terrari mo, così come un tempo si occupava di Guerra Fredda?
Certo, come ha avuto al centro per decenni il secondo conflitto mondiale e le sue conseguenze. E normale che si scriva ciò che si conosce e ci circonda Scriveremo dell'Europa, che è unavecchia signora: senza cure, non pub che morire"
Che libro sta leggendo?
«Sul comodino ho un autore italiano, Paolo Giordano. Mi piace»

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