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La Repubblica Rassegna Stampa
21.07.2015 L'Onu ratifica l'intesa sul nucleare di Teheran: un altro passo verso la guerra
Cronaca di Alberto Flores D'Arcais

Testata: La Repubblica
Data: 21 luglio 2015
Pagina: 14
Autore: Alberto Flores D'Arcais
Titolo: «Via libera dell'Onu all'intesa sul nucleare. Israele: guerra più vicina»

Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 21/07/2015, a pag. 14, con il titolo "Via libera dell'Onu all'intesa sul nucleare. Israele: guerra più vicina", la cronaca di Alberto Flores D'Arcais.

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Alberto Flores D'Arcais

Un voto (scontato) all’unanimità al Palazzo di Vetro, le proteste dei pasdaran, quelli veri e quelli del Congresso Usa. Gli schieramenti più radicali in Iran come negli Stati Uniti affilano le armi, ma da ieri mattina l’accordo sul nucleare - cercato e voluto da Barack Obama con gli ayatollah di Teheran- ha preso ufficialmente il via. E farlo tornare indietro non sarà facile per nessuno. Alle Nazioni Unite sono bastati pochi minuti per ratificare ciò che le grandi potenze avevano già deciso negli incontri di Vienna.

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Voto unanime di tutti e quindici i membri del Consiglio di Sicurezza (i cinque permanenti e i dieci a rotazione) per allentare le sanzioni economico-militari contro l’Iran, che potranno però (nei prossimi dieci anni) essere reimposte se il regime violerà lo storico accordo raggiunto. Al Congresso sono invece scattati (sempre da ieri mattina) i 60 giorni che deputati e senatori Usa si sono dati per analizzare e discutere l’intesa. Ed è a Washington che si nascondono le maggiori insidie per Obama, con i repubblicani che potrebbero costringere il presidente a mettere il veto. Con le proteste e l’alzata di scudi dei pasdaran iraniani («non accetteremo mai», ha tuonato il comandante Mohammed Ali Jafari) dovrà fare i conti il governo “moderato” del presidente Hassan Rohani.

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Il Palazzo di Vetro dell'Onu

Le Guardie Rivoluzionarie Islamiche parlano evidentemente con la copertura della Guida Suprema e del resto lo stesso Khamenei nei giorni scorsi ha fatto la voce grossa. Vedremo presto se si tratta del classico gioco tra le parti o se davvero gli ayatollah radicali intendono far fallire l’accordo fin da subito. L’ambasciatrice Usa all’Onu, Samantha Power, chiede a Teheran un segnale immediato («rilasciate i prigionieri americani».

«Questo voto è un chiaro segnale» ha detto Obama, che però non dovrà sottovalutare il problema che arriva dai due principali alleati in Medio Oriente, Israele e Arabia Saudita. Nonostante le assicurazioni portate di persona a Gerusalemme dal capo del Pentagono Ashton Carter, il premier israeliano non si è convinto: «Il voto delle Nazioni Unite è di un’ipocrisia senza limiti, l’Iran riceverà miliardi di dollari, nella nostra regione ci sarà una corsa al riarmo. E la guerra diventerà più vicina».

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