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La Repubblica Rassegna Stampa
19.11.2014 Torino, Museo della Resistenza: la mostra sui palestinesi che demonizza Israele
Cronaca di Vera Schiavazzi

Testata: La Repubblica
Data: 19 novembre 2014
Pagina: 41
Autore: Vera Schiavazzi
Titolo: «'Mostra ostile a Israele': è polemica a Torino»

Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 19/11/2014, a pag. 41, con il titolo "'Mostra ostile a Israele': è polemica a Torino", la cronaca di Vera Schiavazzi.

Complimenti a REPUBBLICA per avere dato visibilità nazionale a un grave fatto di malcostume politico/culturale che travalica il confine cittadino.
Dopo aver letto la puntuale e precisa cronaca di Vera Schiavazzi, ci chiediamo se non sia il caso di chiedere le dimissioni del Presidente Pietro Marcenaro e del direttore Vaglio del Museo Diffuso della Resistenza di Torino, meglio sarebbe rinominarlo "Museo Diffuso dell'Odio contro Israele". Ma ci sono anche altre responsabilità in questa celebrazione dell'Unrwa, dal sindaco di Torino Piero Fassino, alla Banca IntesaSanPaolo che ha finanziato. Avevano il dovere di verificare prima l'insieme dell' ignobile propaganda che la Signora De Zulueta gli stava allestendo. Una vergogna, per chi ha della resistenza, quella vera, un'altra opinione.


Vera Schiavazzi


Una delle immagini esposte nella mostra presso il Museo Diffuso della Resistenza di Torino

Polemiche, proteste, retromarce e no comment imbarazzati. La causa è una mostra sul “Lungo viaggio della popolazione palestinese rifugiata”, ospitata al Museo della Resistenza di Torino. La Comunità ebraica della città già ieri ha espresso la sua più “ferma condanna” per l’iniziativa e per la sua “propaganda politica ostile a Israele” e ora sta scrivendo una lettera nella quale potrebbe chiedere la chiusura della momasta stra, patrocinata tra l’altro anche dalla Regione e dal Comune di Torino che non rilasciano dichiarazioni. La mostra è curata dall’Unrwa, l’organizzazione delle Nazioni Unite che si occupa esclusivamente dei rifugiati palestinesi. Non appena aperta, conteneva anche un errore grave e offensivo: una didascalia che parlando dei massacri di Sabra e Shatila del 1982 ne attribuiva la paternità all’esercito israeliano, quando invece a compierlo furono le Falangi maronite.
L’errore è stato corretto, ma l’imbarazzo resta. Con tutte le sue immagini discutibili, come il video che a flusso continuo proietta il muro tra Israele e Cisgiordania nelle più grandi capitali occidentali, da Parigi a Ottawa, spiegando che «il muro danneggia gli ecosistemi, interrompe la continuità territoriale, distrugge l’economia», o le foto dei carri armati israeliani impegnati nella «demolizione di abitazioni », senza specificare se fossero o meno case di terroristi. Beppe Segre, presidente della Comunità ebraica e autore del primo comunicato di ieri, ammette che nei mesi scorsi il presidente del museo Pietro Marcenaro gli aveva parlato della mostra, assicurandogli che la massima attenzione sarebbe stata prestata ai suoi contenuti. E aggiunge di aver pensato «che ci si poteva fidare di quelle parole ». Ora quella “fiducia” è diventata argomento di scontro nella stessa Comunità ebraica dove si discute sui contenuti da dare alla lettera.
La Comunità è tra i soci del Museo della Resistenza e Marcenaro ora precisa che «sono e continueranno a essere a casa loro» aggiungendo di essere ben consapevole che sull’Unrwa, oggi diretta in Italia da Tana de Zulueta, possano esistere opinioni diverse, come del resto sull’intera questione israelo-palestinese, ma che «non ci sarebbe stato alcun motivo per rifiutare una mostra che era già stata esposta a Roma». Ma a Roma l’esposizione era rimasta confinata in un centro periferico e nessuno se ne era lamentato. Ora invece la questione è esplosa in una città che pure ha molti vincoli di amicizia con Israele (gemellata con Haifa, ha proprio in questi giorni i rettori di Università e Politecnico laggiù, per trattare accordi di ricerca). Ma anche una città che aveva scelto Israele come ospite d’onore del Salone del libro resistendo a polemiche e boicottaggi. Il 2 dicembre, un incontro sulla mostra avrà tra i relatori Claudio Vercelli, indicato dalla Comunità ebraica. Nel frattempo però la stessa Comunità potrebbe aver chiesto e ottenuto di chiudere l’esposizione.

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