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La Repubblica Rassegna Stampa
01.02.2014 Roma: catturato l'antisemita che aveva spedito le teste di maiale
cronaca di Federica Angeli, Emilio Orlando

Testata: La Repubblica
Data: 01 febbraio 2014
Pagina: 20
Autore: Federica Angeli - Emilio Orlando
Titolo: «Teste di maiale alla Sinagoga, preso un ex di Forza Nuova»

Riportiamo da REPUBBLICA di oggi, 01/02/2014, a pag. 20, l'articolo di Federica Angeli ed Emilio Orlando dal titolo "Teste di maiale alla Sinagoga, preso un ex di Forza Nuova".

ROMA — Voleva accreditarsi come fondatore di un nuovo movimento antisemita e dimostrare ai suoi proseliti la forza dell’organizzazione nascente. Per questo Ernesto Morosini, 29 anni, ha consegnato a una ditta privata romana di smistamento posta i tre pacchi con dentro teste di maiale indirizzati alla comunità ebraica della capitale. «Mi raccomando, devono essere spediti prima del 27», aveva insistito più volte l’uomo col responsabile della società. Un’urgenza, quella che i plichi fossero recapitati prima della giornata della Memoria, che ha fatto sì che il volto del militante di estrema destra (prima in Forza Nuova, ora a capo di questo nuovo movimento, su cui gli inquirenti non hanno voluto dare indicazioni) rimanesse bene impresso in chi ha preso in consegna quelle teste di maiale. Così a otto giorni da quella spedizione che ha scosso tutta Italia, definita dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano come una «miserabile provocazione », gli investigatori della Digos hanno rintracciato il responsabile, ora indagato per istigazione all’odio razziale. «La Comunità Ebraica di Roma — ha dichiarato il presidente Riccardo Pacifici — ringrazia le forze dell’ordine per la prontezza con cui hanno identificato il presunto autore del pacco ignobile che è stato spedito alla Sinagoga, all’ambasciata d’Israele e al Museo di Trastevere dove è in corso una mostra sulla Shoah». Un’indagine lampo in cui gli uomini guidati dal dirigente Diego Parente hanno passato al setaccio gli ambienti dell’estrema destra romana. «Si tratta di un fatto talmente grave — ha spiegato il questore di Roma Massimo Mazza — molto sentito non solo in Italia ma anche all’estero, che necessitava, come obbligo morale, di dare risposte rapide. Al momento l’uomo è l’unico indagato, non escludiamo che possa aver agito con altre persone». Sono stati due gli elementi a incastrare Morosini. Il primo, la lettera di rivendicazione trovata in uno dei tre pacchi. Il secondo, il mittente indicato: Giovanni Preziosi, associato a una strada di periferia vera con un numero civico inesistente. Che non si trattasse del vero mittente era chiaro: Preziosi è un politico vissuto nel Ventennio e uno dei padri dell’antisemitismo, nonché firmatario del “Manifesto sulla razza”. Seguendo queste due indicazioni sono scattati una serie di accertamenti incrociati — l’analisi dei materiali sequestrati, degli involucri che contenevano le teste di maiale e della lettera oltre a frasi lasciate in internet, su siti della destra estrema — e via via si è delineato l’identikit dell’uomo. La prova maestra, a cui ha fatto seguito la perquisizione ieri mattina nell’abitazione dove Morosini (dipendente di un centro di benessere) vive con la moglie e la figlia, è stato il riconoscimento fotografico del titolare della ditta di spedizioni. Non solo: anche diversi ambulanti dei Castelli romani che vendono porchetta da cui il militante di Forza Nuova ha acquistato le teste di maiale l’hanno riconosciuto. A casa di Morosini la Digos ha trovato un altro indizio che, a dibattimento, sarà utilizzato contro di lui. Un testo di Preziosi del 1941, “Giudaismo, bolscevismo, plutocrazia e massoneria”. E Preziosi è, appunto, lo pseudonimo usato da Morosini come mittente dei pacchi.

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