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Il Resto del Carlino Rassegna Stampa
31.08.2016 Conoscere i nemico per sconfiggerlo: i Protocolli in ebraico
Commento di Aldo baquis

Testata: Il Resto del Carlino
Data: 31 agosto 2016
Pagina: 33
Autore: Aldo Baquis
Titolo: «Protocolli di Sion:svolta in Israele, ora tradotti in ebraico»

Riprendiamo dal RESTO del CARLINO di oggi, 31/08/2016, a pag.33, con il titolo
"Protocolli di Sion:svolta in Israele, ora tradotti in ebraico", il commento di Aldo Baquis.


Aldo Baquis

Ad oltre un secolo dalla sua prima pubblicazione, esce adesso in Israele in versione ebraica uno dei più odiosi testi classici dell'antisemitismo: i "Protocolli dei Savi di Sion", un pamphlet attribuito all'Ochrana, la polizia segreta dello Zar di Russia. Anche se facilmente reperibile in lingue diverse sul web, in Israele il libro non era stato mai stato tradotto per intero. Come peraltro per il "Mein Kampf' di Hitler, anche in questo caso alcuni capitoli significativi erano stati tradotti molti anni fa in ebraico in edizioni critiche, per fini accademici. Anche così avevano sollevato polemiche, com'è ovvio. In passato è stato ripetutamente dimostrato che i Protocolli sono un falso colossale. «Eppure — nota adesso il traduttore Adi Amsterdam, un linguista del Centro accademico David Yellin di Gerusalemme — continuano ad essere pubblicati ogni anno non solo in farsi o in arabo, ma anche in portoghese o in giapponese. La bugia non vuole morire».

 In sostanza, i "Protocolli" sono il primo esempio materiale della teoria del complottismo. E come in genere succede proprio anche alle più fantomatiche tesi complottistiche, sono durissimi a morire. Già Umberto Eco, nell'introduzione del celebre romanzo grafico di Will Eisner sui "Protocolli", notò che la loro persistente divulgazione sul web era «come se dopo Copernico, Galileo e Keplero si pubblicassero ancora libri di testo secondo cui il Sole ruota attorno alla Terra». Proprio Eco ha ispirato Amsterdam, con il suo "Pendolo di Foucault". «Lo lessi per la prima volta al liceo, una ventina di anni fa — ricorda. — Ancora non c'era Internet e sui nostri libri di testo i Protocolli venivano discussi in forma succinta. Il libro di Eco accese la mia curiosità, sono tornato a leggerlo più volte».

 La sua  è stata una iniziativa solitaria, avviata nel 2008, poi sospesa per alcuni anni, e ora giunta in porto grazie a una colletta sul web. Alcuni gli consigliarono di desistere perché, gli fu fatto notare, la pubblicazione dei "Protocolli" in Israele rischiava suo malgrado di portare acqua al mulino di antisemiti nel mondo e perché «con le menzogne non c'è mai spazio per discussioni». La sua è comunque una traduzione critica: a centro pagina sono riportati i progetti farneticanti attribuiti agli ebrei per la graduale conquista del mondo, ma subito a fianco ci sono note erudite che riportano citazioni dai testi plagiati e poi plasmati dagli agenti zaristi: in particolare i "Dialoghi all'Inferno fra Machiavelli e Montesqieu" del giornalista francese Maurice Joly, un acerrimo avversario di Napoleone III, nonché il romanzo "Biarritz" del tedesco antisemita Hermann Goedsche. Amsterdam
si dilunga poi sul contesto storico dei vari brani e mette in luce le contraddizioni interne negli stessi Protocolli. Gli ebrei sono a volte rappresentanti come socialisti, o come capitalisti. Qua vorrebbero abbattere i regimi mediante rivolte interne, là vorrebbero piuttosto fomentare un conflitto mondiale. In un Protocollo si vantano di aver acquisito il controllo sui mezzi di comunicazione, ma in un altro ammettono che quello resta un obiettivo da conseguire. «Purtroppo i Protocolli sono ancora oggi una materia viva sul web», aggiunge Amsterdam. Vorrebbe che la sua traduzione non resti confinata in poche centinaia di copie nelle facoltà di letteratura, ma che anzi raggiunga un pubblico più vasto. Nella prefazione paragona gli israeliani che si recano all'estero a Josef K., il protagonista del "Processo" di Kafka che viene giudicato senza conoscerne la ragione. Dalla lettura dei Protocolli, conclude, gli israeliani potranno studiare le «imputazioni» degli antisemiti, per quanto appaiano loro assurde o menzognere, e potranno difendersi meglio.

Le tappe Le origini I "Protocolli dei Savi di Sion' sono un falso documento attribuito a una fantomatica cospirazione ebraica. Fu la polizia segreta zarista ad elaborarlo all'inizio del '900 Il contenuto. Nei 24 Protocolli vengono illustrati i sistemi per avere il controllo del mondo: la diffusione di idee liberali, il sovvertimento della morale, la libertà di stampa
Le prove del Times Nel 1921 il Times di Londra dimostrò che gran parte del materiale era frutto di plagio da precedenti opere di satira politica e romanzi, in niente correlate all'ebraismo Il Terzo Reich In Germania il testo divenne uno strumento primario del nazismo per giustificare la persecuzione degli ebrei. Lo stesso Adolf Hitler ne parla nel "Mein Kampf"
L'antisemitismo Nonostante sia provato che si tratti di un falso, il testo viene ancora rilanciato in vari ambienti antisemiti per avvalorare la teoria della cospirazione ebraica

Per chi vuole saperne di più:
Norman Kohn, Fazi ed.

Risultati immagini per protocolli dei savi di sion

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