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L' Intraprendente Rassegna Stampa
07.05.2014 Un imam invoca la distruzione di Israele, a Milano
Cronaca di Stefano Magni

Testata: L' Intraprendente
Data: 07 maggio 2014
Pagina: 1
Autore: Stefano Magni
Titolo: «A Milano un imam incita alla distruzione d’Israele. Pisapia non pervenuto»

Riprendiamo dall' INTRAPRENDENTE dello 06/05/2014 l'articolo di Stefano Magni dal titolo "A Milano un imam incita alla distruzione d’Israele. Pisapia non pervenuto".

             
Stefano Magni         Raed Al Danna


All’avvicinarsi del 66mo compleanno dello Stato di Israele, c’è qualcuno che gli vuole fare la festa, nel senso cattivo del termine. Non lo fa nelle segrete stanze, ma in pubblico. E, nonostante tutto, pochissimi se ne accorgono.

Sfogliando fra le pagine Web del Memri, istituto che traduce sistematicamente tutti i discorsi più controversi in lingua araba, troviamo infatti questo video tratto da un servizio della Tv satellitare araba Al Jazeera dove un imam con tono stentoreo tuona da un palco: «A Gaza ci sono uomini grandi e fieri, con i piedi ben piantati nel terreno, che hanno capito che l’oscurità e lo Stato ebraico svaniranno, e che il sole del mattino sorgerà sulla Palestina». E subito dopo promette: «Torneremo al mare di Jaffa, alle spiagge di Haifa, alle palme di Beit Shean e alle colline di Lod e Ramla (tutte località israeliane ndr). Nella benedetta moschea di al-Aqsa, noi attendiamo le legioni dei conquistatori: attendiamo gli eserciti dalla Tunisia, dalla Giordania, dall’Egitto, dall’Iraq, dal Maghreb e dall’Hijaz (Arabia ndr)». Chi si occupa di Medio Oriente, di video così ne vede una caterva. C’è però un piccolo particolare che cattura l’attenzione. Proprio all’inizio del video si legge “Islamic Conference in Milan, Italy”. Milano? Non c’è nessun’altra Milano all’infuori di Milano. Non è come Venice, che può essere l’omonima città negli Usa. Milan è proprio Milano ed è pure specificato che è in “Italy”, non è né in Afghanistan, né nello Yemen. È qui, in casa nostra, che si predica la “riconquista” di Jaffa e Haifa, Beit Shean, Lod e Ramla. Ovviamente, dopo aver ucciso o scacciato gli ebrei che ci abitano: gli jihadisti fan sul serio, come dimostrano nella vicina Siria.

Non stiamo parlando di un predicatore qualunque, ma dell’imam Raed Al-Danna della moschea al-Aqsa di Gerusalemme, terzo luogo più importante nella religione musulmana, nel nome del quale si concentra la lotta islamica contro Israele, un po’ come il Santo Sepolcro era per i Crociati, nove secoli fa. «Attendiamo un capo musulmano la cui voce aneliamo ascoltare – ha continuato Al-Danna – che gridi agli eserciti di liberazione nel cortile di al-Aqsa: dovete dire la preghiera del pomeriggio solo a Safed, Haifa o Jaffa; dovete dire la preghiera del pomeriggio solo a Lod e a Ramla (ancora tutte località israeliane ndr)». E il video finisce con un tripudio di “Allah u Akhbar!” (Allah è grande) e sventolio di bandiere palestinesi. Tutto ciò succedeva il 27 aprile, due giorni dopo il 25 aprile, festa della liberazione trasformata da molti in un’occasione per inneggiare sempre alla Palestina. E nemmeno un mese prima della festa di indipendenza di Israele, caratterizzata sempre da una massiccia presenza di forze dell’ordine.

The Times of Israel ne ha dato notizia. La giunta Pisapia non ha detto nulla, da quel che risulta dalla stampa. Ma possiamo sempre esserci sbagliati noi. Sindaco Pisapia, qualcosa da dichiarare su dichiarazioni estremamente incendiarie pronunciate nella città che Lei amministra? Perché finora ci sembra di non aver sentito niente, anche se di questo discorso ne stanno parlando fino in Israele. Ma possiamo, speriamo, di essere noi ad esserci sbagliati.

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