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L'Osservatore Romano Rassegna Stampa
07.09.2017 Gerusalemme, Chiese cristiane (e stampa cattolica) contro la Corte suprema d'Israele
Il pretesto? La vendita di alcuni immobili

Testata: L'Osservatore Romano
Data: 07 settembre 2017
Pagina: 3
Autore: La redazione dell'Osservatore Romano
Titolo: «Allarme dei capi delle chiese a Gerusalemme»

Riprendiamo dall' OSSERVATORE ROMANO di oggi, 07/09/2017, a pag. 3, la breve "Allarme dei capi delle chiese a Gerusalemme".

La breve di OR è quasi identica all'articolo pubblicato ieri da Avvenire e ripreso da IC (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=1&sez=120&id=67531).

Il documento firmato dalle Chiese cristiane di Gerusalemme è tipico dell'atteggiamento che queste istituzioni hanno da decenni verso lo Stato ebraico. Invece di riflettere sulla fuga e la persecuzione dei cristiani da tutti i luoghi controllati da musulmani (inclusa la vicina Gaza e i territori dell'Anp di Abu Mazen), i prelati preferiscono accusare Israele di "sistematico attacco allo Status quo". Un doppio standard di giudizio evidente, funzionale però alla demonizzazione di Israele e delle sue istituzioni (in questo caso la Corte suprema israeliana, di cui il documento contesta le decisioni).

E la stampa cattolica in Italia è sempre pronta a dare risalto a simili posizioni...

Ecco la breve:

Immagine correlata
Cristiani a Gerusalemme

A Gerusalemme è in atto «un tentativo sistematico di minare alla base l'integrità della Città Santa e della Terra Santa, e anche di indebolirvi la presenza cristiana». La denuncia è contenuta in un documento firmato da tredici capi di chiese di Gerusalemme fra cui il patriarca greco-ortodosso Teofilo III, l'Amministratore apostolico del Patriarcato latino, arcivescovo Pierbattista Pizzaballa, e il custode di Terra Santa, padre Francesco Patton. A motivare la presa di posizione ci sarebbero alcune decisioni delle autorità locali. Una sentenza della Corte distrettuale di Gerusalemme ha infatti confermato la cessione di tre edifici, appartenuti alla chiesa greco-ortodossa fino al 2004, a una ong che promuove il rafforzamento della presenza ebraica a Gerusalemme est. Secondo il patriarcato greco-ortodosso, la vendita è stata condotta in maniera illegale. Al centro delle critiche c'è poi la proposta di legge di Kulanu — partito in coalizione col governo Netanyahu — che, se approvata, permetterebbe la nazionalizzazione di alcune terre a Gerusalemme ovest, anch'esse possedute dal patriarcato greco-ortodosso. In passato queste terre erano state date in affitto a una ong, che le ha poi vendute a privati. Nella bozza di legge è previsto che la proprietà passi nelle mani dello Stato, dietro un risarcimento per tutte le parti coinvolte.

 

 

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