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Il Fatto Quotidiano Rassegna Stampa
23.11.2014 Riconoscere lo Stato di Palestina? Un premio ai terroristi di Hamas
Bentornato, Furio Colombo!

Testata: Il Fatto Quotidiano
Data: 23 novembre 2014
Pagina: 23
Autore: Furio Colombo
Titolo: «Quale Palestina riconoscere?»

Riprendiamo dal FATTO QUOTIDIANO di oggi, 23/11/2014, a pag. 23, con il titolo "Quale Palestina riconoscere?", il lucido commento di Furio Colombo.


Furio Colombo


"La buona notizia è che finalmente la maggioranza dei palestinesi vuole la soluzione a due Stati!"
"E la cattiva?"
"Vogliono uno Stato per Hamas, e uno per Fatah!"

Caro Furio Colombo,

non credo di essere prevenuto verso Israele in un senso o nell'altro, e sono sempre in disaccordo quando, sia pure per difesa, si uccidono tanti civili. Ma questa rincorsa a riconoscere la Palestina come Stato non finisce per essere più un invito alla guerra che alla pace?

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Il percorso di questa nuova serie di iniziative (i Parlamenti di Paesi europei, che senza una politica europea o una discussione in comune, si inseguono nella decisione, che sembra a catena, di "riconoscere" lo Stato di Palestina) sembra avere creato un effetto strano ma forse tristemente rivelatore. Tutti gli episodi che hanno insanguinato Gerusalemme nelle ultime settimane (dalle auto lanciate sui passanti ai rabbini uccisi in sinagoga) sono accaduti dopo la sequenza norvegese, inglese e spagnola dei "riconoscimenti" parlamentari. Immaginate per un istante che non ci sia di mezzo la pietra delle infinite accuse lanciate continuamente contro Israele (che persino se fossero tutte vere, resterebbero la prova di un grave pregiudizio, perché neppure il Califfato ha meritato giudizi come quelli dedicati a Israele su espansionismo e attacchi militari a Gaza).

Poi domandatevi se si può discutere intorno a questa riflessione: i palestinesi fondamentalisti, che si riconoscono in Hamas (e hanno come alleati inevitabili gli altri fondamentalismi di cui il mondo ha orrore) hanno inteso dire, con i loro improvvisi tentativi di uccidere gente comune o religiosi, purché ebrei, nelle strade di Israele, che la parte che si identifica in Hamas non ha alcun interesse alla benevolenza dei parlamenti norvegesi inglesi, spagnoli e degli altri che potrebbero decidere di unirsi, perché, in osservanza della loro carta costituzionale, non hanno alcun progetto di convivere Stato accanto a Stato. Intendono distruggere. E proprio per questo hanno Hezbollah, il Califfato e i gruppi islamici estremi che stanno smembrando ciò che resta dell'Iraq.

Trovo strano che i parlamentari dei tre Paesi che hanno chiesto per la Palestina il riconoscimento di Stato, si siano dimenticati che ci sono due Palestine: Una a Ramallah, presidente Abu Mazen (che almeno ha espresso il suo cordoglio per i cittadini israeliani uccisi in strada o in preghiera). E una a Gaza, dove Israele resta il nemico unico e assoluto. Non parliamo dei palestinesi, parliamo di Hamas-Califfato- Hezbollah. Ma sono loro che comandano, senza alcuna forma di apparente democrazia. Vorrei chiarire, per coloro che staranno già redigendo la lista delle ragioni dei palestinesi che odiano comunque Israele (e che se ci fosse democrazia non sarebbero affatto la maggioranza): stiamo discutendo dei voti dei Parlamenti. A chi offriranno il riconoscimento? Ad Abu Mazen, che è debole, indeciso, impreciso anche nelle sue condanne? O alla ragguardevole forza militare di Hamas, che si è insediata in tutte le case e gli edifici di Gaza, in modo da costituire obiettivo militare dovunque, e tiene in ostaggio l'intera popolazione civile? La seconda domanda è più semplice, più triste, più inevitabile. Come si fa a riconoscere uno Stato che ha dichiarato, scritto nel proprio atto costitutivo, ripetuto in ogni incontro di "mediazione" e dimostrato in questi giorni nelle strade di Gerusalemme che non accetterà mai l'esistenza dello Stato di Israele?

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