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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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Rassegna Stampa
18.01.2017 Germania: i due volti dell'estremismo, neonazisti e terroristi islamici
Commenti di Noam Benjamin, Giampaolo Rossi

Testata:
Autore: Noam Benjamin - Giampaolo Rossi
Titolo: «La lezione della Germania: la libertà non teme i nazisti - Tre musulmani assaltarono la sinagoga ma per il giudice non sono da condannare»

Riprendiamo dal GIORNALE di oggi, 18/01/2017, a pag. 15, con il titolo "La lezione della Germania: la libertà non teme i nazisti", il commento di Noam Benjamin; con il titolo "Tre musulmani assaltarono la sinagoga ma per il giudice non sono da condannare", il commento di Giampaolo Rossi.

C'è una morale a queste assoluzioni? Il concetto di libertà invocato non c'entra nulla, dai nemici ci si difende anche con il codice. Il partito nazista deve essere fuori legge, Weimar insegna, che assaltare una sinagoga non sia un atto da meritare una condanna  suscita indignazione, tanta, da richiedere una indagine su quei giudici che l'hanno emessa.

Ecco gli articoli:

Noam Benjamin: "La lezione della Germania: la libertà non teme i nazisti"

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Noam Benjamin

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Neonazisti tedeschi del partito Npd

Per la seconda volta in tredici anni, la Corte costituzionale tedesca ha detto no alla messa al bando del Partito nazionaldemocratico della Germania (Npd), formazione di estrema destra, nostalgica del Terzo Reich. La richiesta respinta da Karlsruhe era stata avanzata dal Bundesrat, la Camera alta del Parlamento tedesco. La sentenza va nel senso del pragmatismo. I sedici togati hanno riconosciuto che l'Npd è un partito con obiettivi incompatibili con la Legge fondamentale tedesca. «L'Npd intende sostituire l'attuale sistema costituzionale con uno stato autoritario che aderisca all'idea di una comunità del popolo etnicamente definita», hanno riconosciuto i giudici in modo unanime, osservando il concetto di nazione dell'Npd «è offensivo della dignità umana». E tuttavia, ha dichiarato il presidente della corte Andreas Vosskuhle, «al momento non esistono prove tangibili per cui le azioni possano avere successo».

Al contrario «è del tutto impossibile» che il partito raggiunga i suoi obiettivi con metodi democratici. La sentenza ricalca le ultime vicende elettorali del partito neonazista. Lo scorso settembre i tedeschi hanno votato in Meclemburgo-Pomerania, un Land periferico affacciato sul Mar Baltico, ma soprattutto una delle regioni meno sviluppate della Germania. Qua l'Npd era forte del 6% dei voti, abbastanza per ottenere cinque deputati sui 71 del Parlamento di Schwerin. Lo scorso autunno tuttavia l'Npd ha perso per strada metà dei suoi consensi, confluiti sulle facce più presentabili dei dirigenti di Alternative für Deutschland (AfD), il partito nato antieuro e convertitosi nel 2015 su posizioni contrarie all'immigrazione e ai rifugiati accolti da Angela Merkel. In Meclemburgo, AfD ha provocato uno sconquasso: partita dal nulla, la formazione ha raccolto il 20% dei voti, facendo scivolare la Cdu della cancelliera al terzo posto e lasciando i neonazisti fuori dalla porta del Landtag.

Una cosa, però, è certificare che l'Npd è in calo il partito è privo di rappresentanti regionali ma gli resta un eurodeputato e un'altra è metterlo al bando. Per Stephan Harbarth, numero due della Cdu al Bundestag, la sentenza conferma la posizione del governo che aveva rifiutato di unirsi alla procedura del Bundesrat avendo osservato la bassa pericolosità dell'Npd, le cui attività «non vanno comunque banalizzate». Karlsruhe lascia invece l'amaro in bocca a chi sperava di non vedere più camicie brune in giro per la Germania. Per il Consiglio centrale degli ebrei tedeschi «si è trattato di un'occasione persa per adottare misure efficaci contro un partito che disprezza il genere umano, per dare un segnale di incoraggiamento alle minoranze e per rafforzare la democrazia tedesca. Visto il successo dei populisti, viene da chiedersi fino a che punto si debba arrivare perché un partito sia messo fuori legge».

La risposta è nella storia recente del paese. Già nel 2003 la Corte costituzionale aveva interrotto la procedura per la messa al bando dell'Npd, attivata sempre dal Bundesrat, rilevando che alcuni dei suoi dirigenti erano informatori dei servizi federali di intelligence. Più in generale, dalla sua fondazione nel 1949, la Repubblica federale ha sciolto d'imperio solo due formazioni politiche. Il Partito socialista del Reich fu dissolto dalla Corte nel 1952 perché considerato aperta emanazione dell'appena tramontato regime nazista. Nel 1956 sarà il turno del Partito comunista di Germania, messo al bando per il suo ricorso alla lotta politica marxista-leninista, poco apprezzata in un paese tagliato in due dalla cortina di ferro. Con la loro ultima sentenza, le sedici toghe non hanno comunque escluso che gli altri organi costituzionali possano strozzare l'Npd in senso finanziario: la decisione di tagliare le sovvenzioni pubbliche spetta però al Bundestag e non alla Corte, ha dichiarato il suo presidente, secondo cui la Repubblica federale «può continuare a difendersi con efficacia contro i suoi nemici costituzionali».

Giampaolo Rossi: "Tre musulmani assaltarono la sinagoga ma per il giudice non sono da condannare"

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Giampaolo Rossi

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La sinagoga di Wuppertal

L'islam in Europa non è solo un problema di numeri, di squilibri demografici e potenziali conflitti sociali; è sopratutto un problema di mutamento dei nostri comportamenti, di accettazione di una sottomissione alla loro visione del mondo. Per capirlo non bastano i tribunali della Sharia in Gran Bretagna, le scuole coraniche a Parigi o i quartieri integralisti ad Amsterdam; non servono neanche gli imam che predicano odio contro di noi nelle moschee che facciamo loro costruire con i soldi di quei regimi del Golfo intolleranti e oscurantisti che con un mano fanno affari con noi e con l'altra finanziano il terrorismo che ci uccide. A farci ricordare dove stiamo arrivando basta un giudice federale tedesco.

A Wuppertal, cittadina della Renania di 400.000 abitanti, il tribunale regionale ha deciso che tre musulmani tedeschi che nel 2014 assaltarono a colpi di molotov la sinagoga della città, non possono essere condannati per antisemitismo perché il loro attacco è stato solo una critica verso la politica di Israele. Confermando quanto già deciso in primo grado, il giudice ha detto che i tre volevano soltanto attirare l'attenzione sul conflitto di Gaza che in quei mesi accendeva il Medio Oriente. D'altro canto il tribunale ha aggiunto come attenuante che i tre erano ubriachi e non ci sono stati feriti nell'attentato. L'idea che assaltare un luogo di culto possa avere una giustificazione politica e non sia una manifestazione di odio ideologico verso quella religione e i loro fedeli, è un'aberrazione che accomuna la giustizia tedesca a quella dei paesi musulmani dove le violenze contro i cristiani e le altre minoranze religiose sono all'ordine del giorno.

Ovviamente se al contrario, fosse stata assaltata una moschea, siamo convinti che l'aggravante del reato di islamofobia sarebbe stata applicata. Cosa c'entrino poi gli ebrei di Wuppertal con la guerra in Medio Oriente, questo i giudici tedeschi non lo dicono. I magistrati di Wuppertal non sono nuovi a prese di posizione in difesa dell'intolleranza islamista in Germania. Sempre lo stesso tribunale, qualche mese fa, ha decretato che le ronde di «Polizia della Sharia» che pattugliavano la città per imporre il rispetto della Legge islamica ai cittadini tedeschi mussulmani, fossero lecite. E il fatto che il gruppo fosse stato creato da un noto predicatore salafita, Abu Adam, in realtà un tedesco convertito di nome Sven Lau conosciuto in Germania per il suoi legami con gruppi islamisti, non ha minimamente intaccato le certezze dei giudici. Ecco tutto questo nella Germania della Merkel e del milione e mezzo di profughi dove più della metà degli islamici vuole adottare la legge coranica al posto dello Stato di Diritto; dove aumentano i casi di poligamia e matrimoni tra bambini; dove i reati commessi dagli immigrati mussulmani nei primi sei mesi del 2016 sono aumentati del 40%.

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