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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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Rassegna Stampa
10.12.2016 Iran: ecco il suo sistema 'scolastico'
Commento di Fiamma Nirenstein, cronaca di Fausto Biloslavo

Testata:
Autore: Fiamma Nirenstein-Fausto Biloslavo
Titolo: «E noi dovremmo fidarci di chi ci vuole morti?-Ecco il parco giochi iraniano dove i bimbi imparano l'odio»

Riprendiamo dal GIORNALE di oggi, 10/12/2016, a pag.15, due servizi sull'Iran, il primo di Fiamma Nirenstein, seguito dalla cronaca di Fausto Biloslavo.
Questi due pezzi ripropongono con forza la domanda che non ci stancheremo mai di porci: come è possibile che la maggioranza dei nostri media continuano a censurare quanto avviene in uno degli stati più terroristi che esistono al mondo?

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Fiamma Nirenstein: "E noi dovremmo fidarci di chi ci vuole morti?"

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Fiamma Nirenstein

Non si tratta di fare moralismi, di piangere sui poveri bambini iraniani, ma di capire per tempo cosa si può preparare per noi. E dai tempi della guerra Iran-Iraq negli anni '80 che inorridivamo sapendo che gli legavano al collo una chiave di plastica, quella del Paradiso, dandogli il viatico per camminare sui campi minati su cui sarebbero poi passati i soldati. Con che cosa abbiamo a che fare quando sentiamo parlare da parte della agenzia di notizie Raja News, quella della Guardia Rivoluzionaria che è il più terribile lupo da guardia della rivoluzione islamica, tutta fiera, dell'apertura della «città dei giuochi per bambini rivoluzionari». Possono i bambini essere rivoluzionari? Eccome, e possono fare grandi danni oggi e domani quando cresceranno. Nei campi di morte di Pol Pot impararono a ammazzare i loro genitori. A Gaza imparano a usare le anni quando ancora non hanno raggiunto i dieci anni, e poi li ritroviamo carichi di tritolo pronti a farsi saltare per aria per ammazzare gl israeliani in nome di Allah. I bambini dell'Isis crescono con lauree su come sparare in testa agli infedeli o a cercare di usare le loro piccole forze per staccargliela dal busto, un'arte che viene coltivata in Iraq e in Siiia Ma il caso dell' Iran è molto fastidioso perchè ornai sono una paio d'anni che le trattative e poi l'accordo dell'estate scorsa ci hanno costretto a ignorare le sue mostruosità per mettere in primo piano i sorrisi di Mohammad Javad Zarif, il gente ministro degli esteri. Adesso fra violenze e violazioni di diritti umani, ecco i bambini condotti per dodici stazioni in un «parco giochi» a combattere i nemici della rivoluzione e soprattutto allenati nell'odio antisraeliano e del nemico sunnita, e dove possono felici sparare proiettili di plastica in faccia a Netanyahu e a membri della famiglia reale saudita. I bambini, spiegano, compiono queste e altre attività per reali77are il magnifico compito della loro nazione, la guida del mondo, di schiacciare gli infedeli, di imporre la vera religione e consentire la venuta del Mahdi, il messia sciita. Uno scopo supremo, per cui si può distruggere, uccidere, creare una guerra di distruzione. E una fabbrica di terrorismo programmatica, che si accompagna a violazioni accertate degli accordi sul nucleare, all'incremento di sperimentazioni di missili balistici, all'uso dell'esercito in Siria, in Iraq, in Yemen, in LIbano... Questo è l'Iran, parco di divertimento religioso-militare in cui, armati fino ai denti, piccoli uomini crescono

Fausto Biloslavo: "Ecco il parco giochi iraniano dove i bimbi imparano l'odio"

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Fausto Biloslavo

Mussolini si era inventato i balilla in camicetta nera, moschetti da bambini e le prove di coraggio in nome dell'impero. Dopo la caduta del fascismo il massimo dell'ardimento era iscriversi agli scout E nei vecchi luna park si spara con fucili ad aria compressa per vincere uri orsacchiotto. Ben più violenti i video giochi di guerra o di ammazzamenti vari come Assasin's creed, ma nessun comune si sognerebbe mai di inaugurare un parco giochi dedicato ai più piccoli in stile balilla con Corano e moschetto. A Mashad, in Iran, è già la seconda volta che viene organizzata «la città dei giochi per i bambini rivoluzionari». I ragazzini dagli 8 ai 13 anni sono tutti invitati con ingresso libero per divertirsi ad «attaccare» i nemici della Repubblica islamica come Israele, gli Stati Uniti, ma pure l'Isis. II particolare «luna park» fa indossare ai piccoli ospiti uniformi mimetiche della loro taglia, elmetti da vero soldatino ed imbracciare l'immancabile kalashnikov, per fortuna di plastica. Però, molto simile al vero fucile mitragliatore Ak 47, a tal punto che i balilla islamici possono sparare per gioco proiettili finti. II tutto in un ambiente da prima linea con torri di guardia, sacchetti di sabbia per le trincee, crepitare, vero, delle mitragliatrici, attraverso degli altoparlanti e ordini via radio. Hamid Sadeghi è l'inventore dell'incredibile parco «giochi», che ha aperto i battenti in estate e poi a settembre per alcune settimane. «Stiamo cercando di trasmettere ai bambini la lotta e la Santa difesa nel contesto delle situazioni globali attraverso giochi, divertimenti e attività di gruppo» ha spiegato candidamente Sadeghi in un'intervista. La Santa difesa è la lunga guerra con l'Iraq costata 1 milione di morti negli anni Ottanta. I balilla iraniani strisciano sotto i reticolati o si fanno fotografare in trincea, al posto della banale giostra o delle montagne russe di casa nostra. Il parco «giochi» è diviso in 12 tappe dove i bambini possono sparare missili, colpi di artiglieria o proiettili rigorosamente di plastica a diversi obiettivi come l'immagine del primo ministro israeliano Benjamin Netanya-hu. «All'ingresso gli ospiti vengono divisi in squadre di 8 o 10 e nominato un loro comandante» spiegano gli accompagnatori. Nel settore dedicato alla rivoluzione islamica i piccoli combattenti per gioco vengono istruiti sulle direttive dell'imam Khomeini e del suo successore All Khamenei, la guida non solo spirituale del Paese. «I bambini simulano il combattimento e possono sparare contro bandiere americane e israeliane» spiega Sadeghi, l'ideatore. L'intero percorso da balilla iraniano dura dai 30 ai 45 minuti. I ragazzini possono anche giocare alla composizione delle parole con i proiettili che hanno inciso le lettere dell'alfabeto. In un settore è riprodotta la moschea di Zay-nab, a Damasco, dove è sepolta la nipote del profeta Maometto. Nella realtà i luoghi santi sciiti come questo vengono difesi armi in pugno dagli Hezbollah giunti dal Libano. Nel parco "giochi" di Mashad i bambini possono «combattere» contro il Califfato, nemico giurato dell'Iran. Le bandiere nere degli estremisti sunniti sono messe sullo stesso piano della monarchia saudita. Ed indicati come bersagli ai giovani balilla. All'ultima tappa i bambini, in tenuta da combattimento, vengono bendati e devono lanciare ad occhi chiusi una palla contro un puzzle, che raffigura una bandiera israeliana facendola a pezzi. E poi assemblare un nuovo mosaico creando il vessillo iraniano.

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