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Riprendiamo dal GIORNALE di oggi, 20/07/2015, a pag. 7, con il titolo "Caro Renzi, fermi le accuse a Israele", la lettera aperta di Fiamma Nirenstein a Matteo Renzi.
Caro Presidente Renzi,
Vedrà i leader con la camicia bianca aperta sul collo, massima concessione all'ufficialità. Si ispiri, ritrovi lo spirito colto del Vecchio Continente studiando nei volti determinati il segreto della sopravvivenza del popolo ebraico, l'orgoglio di avere per la seconda volta nella storia dopo il re David fondato lo Stato Ebraico. Quanta strada per arrivarci, quante sofferenze, quanta democrazia in un'area che non l'aveva mai conosciuta prima e non la conoscerà poi. Lo dica, Presidente, ma non si limiti a dire che apprezza «l'unica democrazia del Medio Oriente». Sfoderi il suo spirito di protesta in tempi in cui ad ogni riunione dell'Onu, del suo inutile Consiglio per i diritti umani, dell'Ue gregaria, si scova un modo di condannare Israele solo perché difende la vita dei suoi cittadini. Dica che l'Italia non ci starà più, che cercherà di bloccare la perversa delegittimazione di Israele. Esca dalla retorica di «non più muri» quando si sa che quella (brevissima) barriera di cemento ha salvato dal terrorismo il 99 per cento delle vittime predestinate. Lei giunge in Israele mentre il Medio Oriente è in pieno terremoto e Israele conosce nuovi pericoli. È giusto dare conto del fatto che i confini del Paese sono in fiamme: due stati islamici odiano Israele, quello nuovo dell'Isis con le sue atrocità, e l'Iran, che, accordo o no, seguita a promettergli morte. Il Golan e tutto il bordo con la Siria sono a rischio ora a causa dell'Isis, ora dell'Iran e dei suoi protetti, a seconda di chi in quel momento conquista la zona; il Libano è preda degli Hezbollah, i peggiori terroristi del mondo; il Sinai è luogo di caccia dell'Isis che odia l'Egitto quanto Israele, e anche la Giordania è insidiata; poco lontano l'Irak e lo Yemen sono teatri di guerra; e Hamas usa i missili iraniani oppure quelli del Qatar. Sarebbe l'ora che una grande nazione come l'Italia dicesse che dall'esito della battaglia di sopravvivenza di Israele dipende la guerra al terrore. L'Italia deve promuovere un'alleanza di tutti i Paesi interessati all'equilibrio in Medio Oriente, e può farsi garante di un nuovo rapporto in funzione anti estremista di Israele, Egitto, Arabia Saudita, il Golfo, la Giordania. Lei, presidente, trova un Paese scioccato dall'accordo dei P5+1 con l'Iran: Israele sa che questo azzardo può pagarlo per primo. Per quanto Rouhani e Zarif siano diplomatici, l'Iran promette di distruggere l'America (quindi l'Occidente) e Israele e mantiene il progetto nucleare anche se dice che non è bellicoso. Il leader supremo Khatami si cura di ripetere le minacce. Dica che se n'è accorto, Presidente, o si penserà che gli europei sono ciechi e sordi. Le garanzie nell'accordo non sono sufficienti per evitare l'arricchimento dell'uranio in segreto. E come la mettiamo con le guerre di conquista, con le impiccagioni degli omosessuali? Presidente diciamo una parola sull'azzardo-Iran. Dia conto a un Paese stupefatto dall'indifferenza e dal cinismo verso chi promette un nuovo olocausto che l'Italia ascolta, trovi il modo di dire che non ci butteremo come pescecani sul nuovo bottino della caduta delle sanzioni. Sui palestinesi, tutti si nascondono facilmente dietro il tema di Hamas: sono terroristi, sparano sulla popolazione civile, ma la colpa della mancanza delle trattative è di Israele, perchè Abu Mazen invece è pacifista. Presidente, dica una volta per tutte che è Fatah è il problema, inviti Abu Mazen a tornare al tavolo delle trattative, e a cessare l'esaltazione del terrorismo. Infine, lei ha una passione per la magnifica abilità tecnologica e scientifica di Israele. Certo, dirà che questo ne fa un partner irrinunciabile. Ma se può, spieghi: se non la si smette col boicottaggio ci troveremo a dover vivere senza parti essenziali dei computer e medicine per l'Alzheimer. Mi metto davanti alla tv, Presidente, tanti auguri, insegni all'Europa la verità. Per inviare la propria opinione al Giornale, telefonare 06/85661, oppure cliccare sulla e-mail sottostante segreteria@ilgiornale.it |
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