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Rassegna Stampa
29.07.2014 Dall'America a Israele un'inaccettabile richiesta di resa
Analisi di Fiamma Nirenstein

Testata:
Autore: Fiamma Nirenstein
Titolo: «Quella richiesta di resa a senso unico che fa litigare Obama e Netanyahu»
Riprendiamo dal GIORNALE di oggi, 29/07/2014, a pag. 13, l'articolo di Fiamma Nirenstein dal titolo "Quella richiesta di resa a senso unico che fa litigare Obama e Netanyahu "


Fiamma Nirenstein


Benjamyn Netanyahu e Barack Obama

(Gerusalemme) Dopo una giornata terribile, Netanyahu ha chiuso ogni possibilità di una tregua senza condizioni, e ha lasciato la porta aperta se includerà il disarmo di Hamas. Israele ha detto "non può accettare di vivere sotto una continua minaccia di morte", accetterà la richiesta internazionale distruggendo i tunnel. Lo ha detto mentre di nuovo sembra si sia infiltrato un commando cui si dà ancora la caccia, e anche dopo che i missili hanno falciato per la prima volta quattro civili ferendone 17 proprio dove abbiamo incontrato Chaim Yellin, il capo della regione di Eshkol. “Queste sono le tregue umanitarie di Hamas”, ha detto Netanyahu, ricordando che le ha violate tutte. Israele aveva rispettato un tacito cessate il fuoco per onorare la festa musulmana di Id el Fitr, ma dopo decine di missili ha deciso di reagire. I palestinesi lamentano una cannonata all'ospedale di Shiba: si denunciano sette morti , ma tutto è incerto quando le notizie sono di fonte Hamas, l'esercito sostiene di non aver sparato su Shiba, anche se il sotterraneo è la casa della leadership di Hamas. D'altra parte si sa ormai che l'esercito israeliano non ha compiuto la strage nella scuola dell'UNRWA. 
Ma la tecnica di Hamas è di quelle "win-win", vittoria sicura: se riesci a uccidere i civili sei il più apprezzato terrorista dell'area, ammirato dall'Iran e dagli Hezbollah. Se non ci riesci usi la tua popolazione come scudo umano e ottieni il sostegno internazionale. Obama su questa linea ha chiesto a Netanyahu una tregua immediata e senza condizioni. Una proposta stupefacente per ragioni pratiche e strategiche che subito Ban Ki-moon ha ripreso: ieri ha messo sullo stesso piano Israele e Hamas, che ha nella sua carta il genocidio di ebrei e cristiani; ha anche minacciato Israele di isolamento e accuse di crimini di guerra. Così facendo ha seguito Obama, l amentando la perdita di civili ma restando silente sulla violazione di tutte le leggi internazionali di chi bombarda un Paese intero. L'origine del diktat di Obama comincia a definirsi venerdì, quando, invece dello schema egiziano Kerry presenta al governo israeliano un documento che condanna Israele a lasciare che Hamas mantenga i missili, le gallerie, i soldi dal Qatar senza controllo. Il gabinetto ha rifiutato la proposta che Kerry aveva costruita coinvolgendo i poli attivi dei Fratelli Musulmani, la Turchia, governata da Erdogan, un isterico antisemita che paragona Israele a Hitler, e il Qatar che finanzia tutte le rivoluzioni più sanguinose. Così facendo, ha emarginato l'Egitto, Abu Mazen, l'Arabia Saudita, la Giordania, che disegnavano una pace di lunga prospettiva.
Kerry se l'è presa per il rifiuto; qui Obama che ha chiamato Netanyahu per chiedergli la tregua immediata e senza condizioni, in cui non è previsto nè il disarmo dai missili, nè la distruzione dei tunnel destinati a portare mega attacchi terroristi fin dentro il territorio. In queste ore, poichè Netnayahu insiste per un accordo in cui sia incluso il disarmo di Hamas, Kerry starebbe cambiando il tono del discorso americano, e segnalando disponibilità verso questo tema, mentre Obama l'aveva relegato a quando, fra qualche anno, un accordo finale sarà firmato. Troppi errori per la maggiore potenza mondiale, Per capire occorre guardare dentro la guerra, quando, in numerose case di Sujahie Israele scopre che ogni doccia, ogni cucina, ogni letto nasconde una botola verso decine di gallerie, alcune alte sei piani, altre adatte al passaggio di camion. Il piano di Hamas era un ingresso simultaneo da trenta-quaranta tunnel in altrettante comunità di Israele per una specie di 11 Sette mbre israeliano.
In questo momento di enorme incertezza, mentre il 68 per cento degli israeliani chiede al governo di non abbandonare di nuovo la popolazione alla mercé dei missili e delle incursioni di Hamas, sembra che un commando tenti di penetrare per l'ennesima volta nei kibbutz. La guerra sembra iniziata ieri invece che tre settimane fa. Mai ci fu niente di più infiammatorio del cessate il fuoco.

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