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Riprendiamo dal TEMPO di oggi, 19/05/2017, a pag. 15, con il titolo "Una crociata a colpi di mozioni per conquistare Gerusalemme", il commento di Dimitri Buffa.
Se uno fa una ricerca sul sito del parlamento europeo rispetto alle proposte di risoluzione contro Israele per fattori che vanno dalla guerra di Gaza del 2014 agli insediamenti "illegali" in West Bank e Gerusalemme passando per le questioni sul monte del Tempio, appannaggio Unesco, e per le centinaia di diatribe coi palestinesi, vedrà che escono fuori oltre 690 paginate. Se poi la ricerca si restringe rispetto a quelle approvate le paginate che vengono fuori sono 40. Che con una media di dieci link a pagina fanno pur sempre quasi quattrocento "issues". E parliamo degli ultimi tre anni. L'Onu forse supera questo record, ma recentemente anche il governo italiano, da quando si segue più o meno la linea della Federica Mogherini, che nell'Unione europea è praticamente la ministra degli esteri, ha cambiato posizione. Salvo ricambiarla di nuovo quando, come nel caso del voto all'Unesco sul monte del Tempio, Renzi diede il contrordine pochi mesi prima di lasciare la presidenza del consiglio. Fatto sta che anche le campagne più odiose relative ai boicottaggi dei prodotti agricoli di Giudea e Samaria, considerate colonie, hanno sempre visto in prima fila la Ue e il Parlamento europeo nel prendere sempre e comunque posizione contro Israele. Anche nell'appoggiare di fatto le campagne di boicottaggio di quei prodotti all'interno dei supermercati Ue. E questo nonostante che in quei campi a raccogliere i datteri lavorino migliaia di palestinesi pacifici che invece con gli israeliani hanno buoni rapporti. E che rischiano costantemente il posto di lavoro a causa della visione ideologizzata anti Israele di gran parte dei paesi europei.
Proprio la nomina della Mogherini e le sue dichiarazioni sempre ostili o quasi contro Israele portarono nel novembre 2015 il premier Benjamin Nethanyahu a un gesto estremo: escludere l'Europa dalle proposte di mediazione di pace tra israeliani e arabo palestinesi. Insomma il premier non voleva sedersi a tavolo con la Ue a parlare di pace. La notizia pubblicata anche sul nostro giornale creò il primo serio incidente diplomatico della nuova responsabile degli esteri europea. Anche se poi pian pianino la ferita si rimarginò. L'Italia da parte sua dopo essersi astenuta nel settembre 2016 nel voto Unesco che negava agli ebrei qualunque retaggio su Gerusalemme, lasciando insoluta la questione del tempio di Salomone, e dopo la sfuriata di Renzi che parlò di «voto inconcepibile», all'Onu fece di peggio. Infatti a dicembre di quello stesso anno confermò la risoluzione Onu che ricalcava quella Unesco e stavolta votò addirittura a favore. La giustificazione fu quella banalissima degli «automatismi in seno alla Ue», che è come dire che siccome Francia, Spagna e Germania votano a favore finisce che lo dobbiamo fare pure noi. Più di qualcuno invece ipotizzò l'ennesimo sgambetto della stessa Mogherini a Renzi. Per inviare al Tempo la propria opinione, telefonare: 06/675881, oppure cliccare sulla e-mail sottostante segreteria@iltempo.it |
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