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Corriere della Sera Rassegna Stampa
09.11.2017 Priti Patel, la Ministra inglese costretta alle dimissioni per un viaggio in Israele
Incredibile, nel governo inglese!! Cronaca di Luigi Ippolito

Testata: Corriere della Sera
Data: 09 novembre 2017
Pagina: 13
Autore: Luigi Ippolito
Titolo: «Allo sbando la squadra di Theresa May. La ministra Patel lascia per un viaggio in Israele»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 09/11/2017, a pag. 13, con il titolo "Allo sbando la squadra di Theresa May. La ministra Patel lascia per un viaggio in Israele" la cronaca di Luigi Ippolito.

E' incredibile che vengano richieste le dimissioni di Priti Patel, Ministra della Cooperazione Internazionale inglese, per il solo fatto di aver incontrato alcuni politici israeliani durante le vacanze estive in Israele. Sarebbero state pretese se, invece che politici israeliani, Priti Patel avesse incontrato esponenti di governo e politici di qualsiasi altro Paese al mondo? Magari islamici? 

Ecco l'articolo:

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Luigi Ippolito

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Priti Patel                           Theresa May, decisione incredibile

 

 «Anarchy in the Uk», anarchia nel Regno Unito, cantavano 40 anni fa i Sex Pistols: più che uno sberleffo punk, sembra una profezia da politologi. Perché oggi il governo britannico guidato (si fa per dire) da Theresa May è allo sbando, con i ministri in libera uscita che dicono e fanno quello che gli pare per poi finire travolti dagli scandali come birilli. Il tutto mentre i negoziati con l'Europa per la Brexit si avvicinano allo snodo cruciale. L'ultima pantomima — così l'ha definita la pur impassibile Bbc — ha coinvolto Priti Patel, la ministra per la Cooperazione internazionale, costretta ieri alle dimissioni. La sua colpa: essere andata in agosto privatamente in vacanza in Israele, salvo poi trovare il tempo di incontrare una schiera di politici locali, incluso il premier Netanyahu: il tutto all'insaputa del resto del governo. Una caso di «diplomazia personale» totalmente fuori dalle regole: la ministra ha addirittura proposto di inviare aiuti umanitari all'esercito israeliano nel Golan, che per Londra (e per il resto della comunità internazionale) sono territori occupati. Ma c'è il sospetto che Priti Patel abbia con questa iniziativa provato a ingraziarsi gli israeliani e i loro sponsor in vista di una sfida per Downing Street: dunque che abbia messo il suo ruolo ministeriale al servizio delle ambizioni private.

 

Ieri sera la ministra è stata richiamata d'urgenza da un viaggio in Africa e cacciata dal governo. Ma il suo licenziamento segue solo di una settimana quello del ministro della Difesa, Michael Fallon, accusato di molestie sessuali: e anche qui ci si trova di fronte alla scena di un governo a pezzi, perché Fallon è stato fatto fuori da una sua collega di gabinetto, Andrea Leadsom, che gli ha rinfacciato comportamenti inappropriati. Se non altro, la vicenda di Priti Patel ha distolto l'attenzione dalla figuraccia di Boris Johnson, che con un'ennesima gaffe ha aggravato la posizione di una madre anglo-iraniana detenuta a Teheran. Anche nei suoi confronti si sono levate richieste di dimissioni, non solo dai ranghi laburisti ma dagli stessi seggi conservatori, mentre il Financial Times lo definiva il più inadeguato ministro degli Esteri del dopoguerra. Sullo sfondo continua a incombere lo scandalo molestie: il vicepremier Damien Green, il più stretto alleato di Theresa May, è sotto inchiesta perché, tra le altre cose, sul suo computer sarebbe stata trovata «pornografia estrema». E nuove rivelazioni sono attese. Resisterà la premier a questa tempesta perfetta?

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