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Corriere della Sera Rassegna Stampa
10.06.2017 Il terrorismo islamico ha paura della Wonder Woman israeliana
Commento di Sara Gandolfi

Testata: Corriere della Sera
Data: 10 giugno 2017
Pagina: 17
Autore: Sara Gandolfi
Titolo: «Ex soldatessa, israeliana, la Wonder Woman dei record d'incassi, supereroina (e censurata)»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 10/06/2017, a pag.17, con il titolo "Ex soldatessa, israeliana, la Wonder Woman dei record d'incassi, supereroina (e censurata)" il commento di Sara Gandolfi.

Potrebbe anche destare qualche sana risata leggere che un film tratto da un famoso fumetto, mette paura a un certo numero di governi arabo musulmani. Ci vengono in mente anche le soldataglie dello Stato Islamico, pronte a farsi uccidere purchè non dalle soldatesse curde. Non sia mai. morire sì ma non per mano di una donna! La risata però rientra subito, è anche contro questa mentalità primordiale che i nostri valori devono combattere. Evviva Wonder Woman, anche un flm può essere utile se rivela la natura del nemico da sconfiggere.

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Sara Gandolfi                           Gal Gadot, Woander Woman nel film

È il film del momento. Nel primo fine settimana di proiezione, ha incassato oltre wo milioni di dollari al box office americano e altri 123 nel resto del mondo. Qualcuno già preannuncia una o più candidature all'Oscar e perfino all'Onu si sfregano le mani: Wonder Woman, alias Diana Prince, la principessa amazzone dai superpoteri, è ambasciatrice onoraria per i diritti delle donne e delle ragazze. Eppure l'eroina creata nel 1941 dal femminista William Marston rischia di scatenare un'imprevista crisi diplomatica. L'ultima Wonder Woman è bella, audace, sarà un modello perle ragazze d'ultima generazione come Lynda Carter lo fu per le loro nonne e mamme. Ma la Superdonna contemporanea non piace al mondo arabo perché non è soltanto una donna, è israeliana. O almeno lo è l'attrice che la interpreta, Gal Gadot (già vista in Batman v Superman: Dawn of Justice). Ex miss Israele a 18 anni, un nonno sopravvissuto ad Auschwitz, per due anni ha prestato servizio (obbligatorio) per le forze armate di Gerusalemme — « lì impari disciplina e rispetto» — e non ha mai fatto mistero delle sue posizioni sioniste. Dieci anni fa partecipò perfino a un servizio fotografico per le forze armate israeliane, dal titolo «le soldatesse più sexy del mondo». In contemporanea all'uscita del film diretto da Patty Jenkins è scattata così la campagna di boicottaggio in Libano, con l'avvallo del ministro dell'Economia Raed Koury. I detrattori della bella Gal ricordano il messaggio che postò su facebook tre anni fa, durante l'operazione israeliana Margine Protettivo contro la Striscia di Gaza: «Il mio amore e le mie preghiere vanno ai ragazzi e alle ragazze che stanno rischiando la vita per proteggere la nazione dagli attacchi orrendi di Hamas, i cui miliziani si nascondono come vigliacchi dietro a donne e bambini», scriveva. Al Libano, che è formalmente in guerra con Israele e da tempo boicotta i suoi prodotti, si è unita la moderata Giordania, che firmò invece l'accordo di pace ne11994, e la Tunisia. La commissione per le comunicazioni di Amman sta «verificando» la pellicola per decidere se i contenuti sono «adeguati», ha riferito il sito di notizie israeliano Ynet. In Tunisia, il ministro della Cultura ha invece fermato la «premiére» dopo una protesta del partito nazionalista Movimento del popolo. Wonder Woman è stato tolto anche dal cartellone del festival Nuits du Cinéma in Algeria. Il ministero della Cultura aveva già emesso la licenza d'importazione del film ma di giorno in giorno aumentano le firme della petizione online «Non! Pas en Algérie» (non in Algeria). La censura è forse anche un modo per gettare acqua sul fuoco ed evitare che l'ex soldatessa israeliana diventata eroina globale riaccenda rancori mai sopiti, e spinte estremiste. In realtà, non è la prima volta che un film viene bandito nei Paesi arabi. Nel 1959, la Lega araba bloccò la versione originale di Ben Hur a causa della protagonista, l'israeliana Haya Harareet, e l'anno dopo Siria ed Egitto bandirono Exodus e tutti i film di Paul Newman per il sostegno dell'attore alla causa sionista. Per la stessa ragione, Amman vietò i film di Danny Kaye ed Elizabeth Taylor. Alla Warner Bros, produttrice del film, non si scompongono, fedeli alla regola dello showbiz «basta che se ne parli». Gli israeliani gongolano: il film non è un trionfo solo per le donne ma anche per gli ebrei», ha scritto il Jewish Journal. Chissà se era davvero questo il messaggio che aveva in mente lo psicologo William Marston, ideatore di Wonder Woman. D'altra parte, molti supereroi — Superman, Capitan America, Batman, Spider Man, Hulk, i Fantastic Four, Ironman, gli X-Men, Thor e gli Avengers — furono creati da disegnatori ebrei che, respinti negli anni 3o dai giornali proprio perché ebrei, cercarono di sbarcare il lunario con i fumetti.

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