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Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 22/05/2017, a pag. 29, con il titolo "Israele raccontato da Portman regista", la recensione di Pierluigi Battista.
Ecco, quella stessa scena tra pochi giorni gli spettatori italiani potranno riviverla attraverso il film ispirato al capolavoro di Oz, che si intitola Sognare è vivere ed è diretto da Natalie Portman, che ne è anche l’attrice protagonista. Una scena commovente, intensa, che restituisce il sentimento dei sopravvissuti alla campagna di annientamento e che vogliono costruire una nuova casa prospera, in pace con i vicini arabi, separata statualmente dalla presenza palestinese, libera ed eguale con i suoi kibbutz, i suoi ideali, la sua industria, la sua straordinaria cultura. Una speranza destinata a svanire quando gli eserciti arabi scateneranno la guerra contro il neonato Stato ebraico e che ancora oggi sembra seppellita da un conflitto destinato a non finire mai. Sognare è vivere è ben più di una rievocazione storica della nascita dello Stato ebraico, come del resto il romanzo di Oz da cui è tratto e che è davvero uno dei vertici indiscussi della letteratura mondiale contemporanea. In questo film molto bello ci sono le tragedie personali, le tempeste della psiche, il dolore del mondo che non si può risolvere con nessuna ricetta della politica, foss’anche la migliore. E di questo groviglio di dolore e di ardire il film della Portman è una fedele registrazione. Ma bisogna ricordare quella scena degli ebrei che piangono e si commuovono per il loro nuovo Stato per comprendere una vicenda storica sepolta da manipolazioni e menzogne propagandistiche. Ora sono sessantanove anni: mille di questi giorni. Per inviare la propria opinione al Corriere della Sera, telefonare 02/62821, oppure cliccare sulla e-mail sottostante lettere@corriere.it |
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