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Corriere della Sera Rassegna Stampa
24.04.2017 Francia: Marine Le Pen vs Emmanuel Macron
Jacques Attali intervistato da Stefano Montefiori

Testata: Corriere della Sera
Data: 24 aprile 2017
Pagina: 3
Autore: Stefano Montefiori
Titolo: «Attali: Emmanuel? L’ho scoperto io ecco come governerà»

Riprendiamo dal CORRIERE DELLA SERA di oggi, 24/04/2017, a pag. 3, con il titolo "Attali: Emmanuel? L’ho scoperto io ecco come governerà", l'intervista di Stefano Montefiori a Jacques Attali.

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Stefano Montefiori

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Jacques Attali

Se Emmanuel Macron si è affacciato alla politica ed è diventato prima consigliere dell’Eliseo, poi ministro e adesso probabile presidente della Repubblica, lo deve a Jacques Attali. Economista, saggista e romanziere, Attali fu uno degli uomini più vicini a François Mitterrand e ha sempre coltivato un gusto bipartisan che nel 2008 lo portò a collaborare anche con l’allora presidente Nicolas Sarkozy. Per redigere il rapporto «Liberare la crescita», Attali si avvalse dell’aiuto di un giovane, brillante e sconosciuto prodotto dell’Ena, la scuola dell’élite francese: Emmanuel Macron. A pochi minuti dall’annuncio dei risultati, il 73enne Attali parla con un certo orgoglio del suo pupillo.

Come si sente in questo momento? «Molto felice. Il primo posto di Macron è un risultato insperato fino a poche settimane fa. L’unico pericolo adesso è pensare che sia già finita e non concentrarsi abbastanza per vincere anche al ballottaggio del 7 maggio. La prima partita è stata vinta ma adesso se ne apre un’altra. Bisognerà giocarla con intelligenza e attenzione alle ragioni dell’altra Francia, quella che esiste e che ha votato per Le Pen».

Che pensa delle prime prese di posizione degli altri candidati sconfitti? «Sono molto colpito dal fatto che abbiano tutti, tranne Mélenchon, fatto dichiarazione di voto per Macron contro Marine Le Pen. Torna una sorta di fronte repubblicano contro l’estrema destra, e vista la velocità con cui si sta formando stasera, immagino che resisterà fino al 7 maggio. Comunque, attenzione a considerare i giochi già chiusi».

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Marine Le Pen - Emmanuel Macron

Crede che Macron riuscirà a trovare una maggioranza in Parlamento? «Visto l’allineamento di tanti leader degli altri partiti, da Fillon a destra a Hamon a sinistra, immagino di sì. Vedremo forse una coalizione, un’unione di forze diverse per sostenere il presidente». Quale Francia ha votato per Emmanuel Macron? «La Francia pro-Europa, la Francia moderna».

Che significa «Francia moderna»? «Molto semplicemente, la parte di Paese convinta che le cose possano andare meglio domani, che l’avvenire possa e debba essere migliore del passato. Gli elettori di Marine Le Pen sperano nel ritorno a un’epoca che non esiste più, e che non potrà mai più tornare. Il mondo interconnesso è una realtà irreversibile. Macron può contribuire a governarlo e non subirlo».

C’è una parte di soddisfazione personale nel vedere il suo giovane collaboratore avvicinarsi all’Eliseo? «Certamente. Dopo quel lavoro insieme sono stato io a presentarlo a François Hollande nel 2010, e quando Hollande è diventato presidente lo ha chiamato come consigliere. Devo riconoscere che provo un certo orgoglio nell’avere capito per primo che Emmanuel era un ragazzo di grandi qualità».

Quali sono le maggiori qualità di Macron? «Molto competente, serio, intelligente, aperto, capace di ascoltare gli altri e quindi in grado di prendere il meglio da chiunque, che sia di destra o di sinistra non importa. Sarà un presidente straordinario».

Quali sono le misure nel suo programma che la convincono di più? «Ha centrato le aree dove bisogna intervenire per rilanciare la Francia. Ovvero la scuola, in particolare quella materna, e poi le misure per formare e rimettere nel mondo del lavoro i troppi disoccupati che ancora ci sono in Francia. Un insieme di protezione e di accento posto sulle responsabilità individuali. Il suo sussidio per i disoccupati non è assistenzialismo, è formazione seria per renderli in grado di trovare un posto. E poi l’idea di puntare sull’Europa a partire dalla difesa comune, che è un progetto ormai pronto a essere varato, nonostante il disastro rappresentato dalla Brexit».

Il primo posto di Macron è una risposta anche alle potenze, dalla Russia di Putin agli Stati Uniti di Trump, che sembravano preferire Le Pen o semmai François Fillon? «In questa fase degli equilibri internazionali, molti hanno interesse a distruggere il polo di potere rappresentato dall’Unione Europea. Andrebbe a vantaggio delle altre sfere di influenza, e per ogni singolo Paese europeo sarebbe una catastrofe. Ma né i russi né gli americani possono votare alle elezioni francesi. E stavolta questa è stata una grande fortuna».

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lettere@corriere.it

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