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Corriere della Sera Rassegna Stampa
21.02.2017 Libia: restrizioni per le donne, in cammino verso la sharia
Commento di Lorenzo Cremonesi

Testata: Corriere della Sera
Data: 21 febbraio 2017
Pagina: 13
Autore: Lorenzo Cremonesi
Titolo: «Vietato viaggiare da sole. Le libiche come le saudite»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 21/02/2017, a pag. 13, con il titolo "Vietato viaggiare da sole. Le libiche come le saudite", il commento di Lorenzo Cremonesi.

L'ordinanza che vieta alle donne con meno di sessant'anni di "uscire dai confini della Libia non accompagnate" è stata emessa dal generale Al Nazhouri, agli ordini di Haftar, che rappresenta la forza più "laica" tra quante presenti in Libia. Gli altri gruppi, tra cui gli affiliati allo Stato islamico, hanno posizioni persino più restrittive e umilianti per le donne. Haftar gode di appoggi in Occidente, anche l'Europa della Mogherini ne condivide la politica.

Ecco l'articolo:

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Lorenzo Cremonesi

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Sei donna? Hai meno di 60 anni? Allora non puoi più viaggiare all’estero da sola per motivi di «sicurezza nazionale». D’ora in poi, potranno uscire dai confini della Libia non accompagnate dai maschi di famiglia soltanto le ultrasessantenni. Le altre avranno la facoltà di farlo unicamente sotto la «custodia» del marito, del padre, del figlio maschio (purché maggiorenne), dello zio, ma non del cugino, non si sa mai coi tempi che corrono! Ricorda alcune restrizioni in vigore in Arabia Saudita la nuova ordinanza resa nota dal generale Abdul Razzaq al Nazhouri, capo di stato maggiore dell’esercito libico agli ordini del generale Khalifa Haftar nell’est del Paese e governatore della regione che corre tra Ben Jawad e Derna, compreso il cuore della Cirenaica e delle «Montagne Verdi», dove i gruppi salafiti dell’Islam conservatore sono più radicati. Dall’altro ieri i funzionari all’aeroporto di Labrak, il maggiore tra Bengasi e Tobruk, hanno ricevuto l’indicazione di controllare i dati anagrafici delle passeggere con l’autorità di rimandare a casa quelle «fuorilegge». Ai media locali Nazhouri ha spiegato che si tratta di una misura adottata per evitare che le donne sole all’estero possano diventare spie. «Sappiamo di casi di giovani libiche contattate da servizi segreti stranieri», ha detto criptico.

L’unica esenzione è per le donne parlamentari o che lavorano negli uffici governativi. Un passo tanto drastico sta scatenando reazioni rabbiose, pur in questo Paese dove il collasso dell’autorità politica centrale ha dato potere alle moschee più conservatrici. Che la Libia post Gheddafi sia sempre più dominata da un’interpretazione oscurantista dell’Islam è cosa nota. Negli ultimi sei anni si è moltiplicato il numero delle donne velate nel cuore delle stesse città della rivoluzione come Tripoli, Bengasi e Misurata. Ma forse si è andati troppo lontano. «Per par condicio si dovrebbe applicare lo stesso divieto ai maschi libici, visto il gran numero di scandali a sfondo sessuale», rispondono le associazioni delle donne libiche emigrate al Cairo. Gli analisti leggono il provvedimento come un tentativo dei militari legati ad Haftar di ingraziarsi le milizie di Misurata più vicine al fronte religioso. Ma Haftar, che si presenta tra l’altro come un leader laico, potrebbe essere costretto ad intervenire per abrogarlo.

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