sabato 20 aprile 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


Clicca qui






Corriere della Sera Rassegna Stampa
27.04.2016 Fiamma Nirenstein ambasciatrice d'Israele: la persona giusta contro gli odiatori che negano la storia
Commento di Giuseppe Laras

Testata: Corriere della Sera
Data: 27 aprile 2016
Pagina: 28
Autore: Giuseppe Laras
Titolo: «Nirenstein ambasciatrice, una nomina positiva»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 27/04/2016, a pag. 28, con il titolo "Nirenstein ambasciatrice, una nomina positiva", il commento di rav Giuseppe Laras, Presidente del Tribunale rabbinico Centro Nord Italia.

Immagine correlata
Giuseppe Laras

Immagine correlata
Fiamma Nirenstein

Mi sono deciso a scrivere in relazione alla nomina di Fiamma Nirenstein: io sto dalla sua parte e mi rallegro che sia in pectore la nuova ambasciatrice dello Stato di Israele in Italia. Non è vero che i rabbini italiani e gli ebrei italiani siano contrari alla sua nomina: potrei elencare moltissime persone, che vivono giorno dopo giorno, assiduamente e attivamente l’ebraismo, che si sono compiaciute per questa scelta, sia tra la gente comune sia tra i «notabili». Vi saranno certo anche i contrari, pure autorevoli, ma non sono l’unica voce, né quella maggioritaria. Fiamma è una donna intelligente e responsabile oltreché colta, attiva ed estrosa. E già questo fa bene sia all’Italia sia all’ebraismo italiano, vista la cultura talvolta asfittica, da salotto buono o da palazzo, che ci contraddistingue da troppo tempo e con risultati mediocri.

Fiamma conosce bene il Medio Oriente non solo perché ci ha vissuto, ma perché è allieva di uno dei migliori e più eminenti storici di quell’area, il grande Bernard Lewis, di cui culturalmente anche io umilmente mi considero scolaro. Fiamma meglio di molti altri saprebbe spiegare puntualmente le ragioni di Israele agli italiani, non solo restando sulla difensiva: e noi di questo abbiamo bisogno. C’è chi ne fa una questione di «doppia fedeltà» — persino «tripla» — , all’Italia, all’ebraismo e a Israele, riaprendo incomprensioni e timori di ottocentesca memoria: ebrei o italiani? Oppure: ebrei o israeliani? Ci vorrebbero pagine per spiegare quanto peregrine e improprie siano queste domande, che chiudono gli occhi colpevolmente o per ignoranza al contributo costante che gli ebrei italiani, pur fedeli a loro stessi (e questo oggi riguarda anche Israele), hanno dato con amore e talvolta con eroismo a questo Paese da ventidue secoli.

A chi ha paura di sentirsi rifare simili domande rispondo: 1) tanto tristemente ce le fanno lo stesso e da decenni in varie odiose versioni; 2) oggi i nostri connazionali, specie certi intellettuali o politici, se le pongono a noi, devono porle necessariamente a centinaia di migliaia di musulmani, indù e così via… Il governo italiano non ha contrarietà nei confronti di questa nomina, come da smentite ufficiali. Lo Stato di Israele ha avanzato una nomina di valore per l’Italia con il nome di Fiamma Nirenstein. Quello che certi giornali dovrebbero scrivere, invece, è ciò che indigna davvero gli ebrei italiani, ossia che certa sinistra contesti la Brigata ebraica il 25 Aprile, negando la storia e con questa il contributo ebraico alla Resistenza e alla sconfitta del nazifascismo.

Vi è di più: si assiste a un doloroso e pernicioso capovolgimento della storia quando la bandiera della Brigata ebraica è vilipesa e invece sventolano, senza che nessuno si interroghi, bandiere palestinesi che, almeno in relazione alla storia della Seconda guerra mondiale, sono espressione di coloro che con Hitler erano alleati non solo per motivi contingenti ma ideologici. Mi riferisco a un certo Muftì — e ad altri come lui — , la cui storia è tutt’altro che trascurabile, e all’odio antisemita nazista che per decenni, anche dopo, egli ha inoculato ovunque gli sia stato possibile nel mondo islamico. E le ricadute sono purtroppo ben tangibili oggi. La verità, come insegnano non solo i Maestri di Israele, va sempre detta, perseguita e ribadita.

Per inviare la propria opinione al Corriere della Sera, telefonare 02/62821, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


lettere@corriere.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT