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Corriere della Sera Rassegna Stampa
20.08.2015 Tony Blair, missione in Qatar per incontrare il capo di Hamas
Cronaca di Davide Frattini

Testata: Corriere della Sera
Data: 20 agosto 2015
Pagina: 14
Autore: Davide Frattini
Titolo: «Blair mediatore tra Hamas e Israele?»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 20/08/2015, a pag. 14, con il titolo "Blair mediatore tra Hamas e Israele?", la cronaca di Davide Frattini.

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Davide Frattini

Nei tre anni da inviato speciale in Medio Oriente non è riuscito a ottenere risultati dai negoziati tra israeliani e palestinesi. Adesso che Tony Blair non rappresenta più il Quartetto (Unione Europea, Russia, Stati Uniti e Onu) prova lo stesso a mediare, se non una pace di lunga durata almeno una tregua. Così avrebbe incontrato due volte nell’ultimo mese — raccontano i giornali arabi — Khaled Meshaal, il leader di Hamas, per discutere i termini dell’accordo con il governo di Benjamin Netanyahu. Che ha subito negato i colloqui segreti e di essere in contatto con Blair.

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Tony Blair

Hamas controlla la Striscia di Gaza dal 2007, dopo averne sottratto il dominio con le armi alla fazione rivale di Fatah. Israele ha risposto imponendo un embargo che i fondamentalisti chiedono sia tolto, in cambio della fine alle restrizioni promettono un cessate il fuoco. Tra le ipotesi c’è anche quella di aprire il porto di Gaza a un collegamento diretto con Cipro. Tre anni fa Blair aveva accettato una delle missioni più complicate in diplomazia subito dopo aver lasciato l’incarico di premier britannico. Si è dimesso in maggio e ha continuato a coltivare i rapporti nella regione. Gli incontri con il capo di Hamas sarebbero avvenuti a Doha, in Qatar, dove Meshaal vive e dove Blair continua ad avere contatti e influenza. Ancora inviato del Quartetto, aveva accettato il ruolo di consigliere economico per Abdel Fattah al Sisi, il presidente egiziano, attraverso un’organizzazione finanziata dagli Emirati.


Khaled Meshaal

La decisione era stata criticata dai laburisti britannici per il coinvolgimento di affaristi internazionali nell’operazione e per il supporto a Sisi. «Lo fa per soldi — disse un ex assistente al Guardian — ed è un terribile danno d’immagine, il regime del Cairo incarcera e uccide gli oppositori».

Anche la moglie Cherie si muove con abilità nel Golfo, in particolare a Doha. Nel 2009 ha fatto da intermediario per Sheikha Moza, 19 email scambiate in quattro mesi con Hillary Clinton — emerse tra quelle rese pubbliche dall’ex segretario di Stato e ora candidata presidenziale — per convincerla a incontrare la moglie dell’allora emiro del Qatar. Prometteva sorprese diplomatiche perché la conversazione sarebbe andata oltre le associazioni filantropiche di cui le due donne si occupano: «Servirà ad approfondire le relazioni tra i Paesi».

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lettere@corriere.it

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