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Corriere della Sera Rassegna Stampa
26.04.2015 25 aprile: due consigli di lettura sulla Brigata ebraica
Commento di Daria Gorodisky

Testata: Corriere della Sera
Data: 26 aprile 2015
Pagina: 13
Autore: Daria Gorodisky
Titolo: «Gemelli dalla parte giusta»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA - LA LETTURA dioggi, 26/04/2015, a pag. 13, con il titolo "Gemelli dalla parte giusta", il commento di Daria Gorodisky.

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La brigata (Howard Blum)               Due della Brigata (Miriam Rebhun)

Domanda numero 1: ci sono stati «palestinesi» che nella Seconda guerra mondiale hanno combattuto dal 1940 con gli Alleati e che hanno contribuito alla Liberazione? Sì: gli oltre 30 mila ebrei (il 10% donne) volontari nel Palestine Regiment dell’Armata britannica. E, dal settembre del 1944, anche i circa 5 mila della Brigata Ebraica attivamente impegnati a sconfiggere i nazisti soprattutto sul territorio italiano. Entrambi i gruppi avevano emblemi e mostrine con stella di David fra due strisce azzurre, i simboli che poi hanno composto la bandiera di Israele.

Domanda numero 2: ci sono stati «palestinesi» che nello stesso periodo hanno preso le armi a fianco di Hitler? Sì: quelli che, su impulso del gran Muftì di Gerusalemme, Amin al-Husseini, hanno fatto parte della tedesca Legion Freies Arabien . Dunque: che sconsiderati e antistorici i dubbi, gli insulti, i divieti, per la presenza dei simboli ebraici alle celebrazioni del 25 aprile.

In attesa di una festa più consapevole il prossimo anno, si possono consultare diversi bei libri sul ruolo degli ebrei della Palestina mandataria durante conflitto e Liberazione, dal classico La Brigata , di Howard Blum (il Saggiatore). Ma è appena uscito Due della Brigata , di Miriam Rebhun (Salomone Belforte editore). L’autrice, napoletana, racconta la storia di suo padre e suo zio, i gemelli tedeschi Heinz, «serio, riflessivo», e Gughy, «temerario, dongiovanni». Uguali e diversi, ma «comunque indivisibili, complementari», uniti anche nella scelta di partire in guerra. Lei non li ha potuti conoscere: ha due anni quando il papà è ucciso dalla pallottola di un arabo sull’autobus Haifa-Tel Aviv; e quattro mesi dopo lo zio è colpito a morte dagli arabi nella celebre battaglia di Latrun.

Così la scrittrice ricostruisce fatti e persone attraverso i ricordi di sua madre Luciana, le cento lettere che papà Heinz scriveva a quella giovane moglie, e le 120 fotografie rimaste. Dice Miriam Rebhun: «Ho voluto descrivere come questi due fratelli, fra i tanti, hanno vissuto fra il ’36 e il ’48, dal Terzo Reich alla nascita di Israele. Il loro destino doppio e parallelo. E ho voluto ridare dignità a chi si è buttato di propria iniziativa in una guerra contro i nazisti e per il bene di tutti». Da tenere a mente.

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