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Corriere della Sera Rassegna Stampa
20.04.2015 'Trasformiamo il deserto': così Israele si presenta all'Expo
Commento di Paolo Foschini

Testata: Corriere della Sera
Data: 20 aprile 2015
Pagina: 27
Autore: Paolo Foschini
Titolo: «Israele a Expo: così trasformiamo il deserto in un orto»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 20/04/2015, a pag. 27, con il titolo "Israele a Expo: così trasformiamo il deserto in un orto", il commento di Paolo Foschini.

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Paolo Foschini


Il padiglione di Israele all'Expo di Milano

Nei tubi rosa c’è l’acqua dolce e potabile, nei tubi viola quella salata o di fogna. La regola vale in tutto il Paese e la conoscono tutti, perché se vivi in simbiosi col deserto non ti puoi sbagliare sull’acqua. Per questo ancora meglio la sanno nel Negev dove i grandi bacini artificiali di Tifrah, per esempio, possono raccogliere sia l’acqua di mare desalinizzata come quella del megaimpianto di Sorek sia quella d’altro genere che, uscita nera dagli scarichi di Tel Aviv, vien fatta tornar limpida nel depuratore di Shafdan.

E tutto questo per chiudere il cerchio non solo nei campi circostanti, ai quali il deserto cede ogni anno un pezzetto di sé e che oggi producono il 60 per cento degli ortaggi esportati, ma soprattutto in posti come la Agricoltural Research Station di Hatzeva dove si progetta il futuro: come spiega la direttrice Noa Zer mostrando le serre dove già ora, sempre a titolo di esempio, crescono, per sfruttare ogni palmo coltivabile, piante che fanno patate sottoterra e pomodori sul fusto. È un deserto ad alto contenuto tecnologico, che un po’ alla volta sta diventando verde col contributo determinante del Keren Kayemet Le-Israel, il Fondo nazionale ebraico nato prima ancora dello Stato e che solo nell’ultimo mezzo secolo vi ha fatto crescere oltre 200 milioni di alberi per un totale di 40 mila ettari. Fields of Tomorrow — Campi di domani — è del resto il tema scelto da Israele per il padiglione col quale si presenterà all’Expo di Milano: progettato dall’architetto David Knafo avrà il suo cuore in un campo verticale di 70 metri di lunghezza per 12 di altezza, che grazie all’irrigazione a goccia computerizzata consentirà di coltivare mais, grano e riso durante i sei mesi dell’esposizione.

Tra le innovazioni tecnologiche di cui il padiglione di Israele ospiterà la presentazione ci sarà anche il primo inalatore al mondo, prodotto appunto da una azienda israeliana, che permette l’assunzione controllata — anche a distanza, da parte del medico — di marijuana per uso terapeutico.

Per inviare la propria opinione al Corriere della Sera, telefonare 02/62821, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


lettere@corriere.it

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