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Corriere della Sera Rassegna Stampa
25.03.2015 L'Italia cancella 25 milioni di debito della Tunisia: non è questo il modo di combattere il terrorismo islamico
Servirebbe invece un'azione concertata contro gli estremisti

Testata: Corriere della Sera
Data: 25 marzo 2015
Pagina: 20
Autore: Giuseppe Sarcina
Titolo: «Tunisia, l'Italia cancella 25 milioni di debito»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 25/03/2015, a pag. 20, con il titolo "Tunisia, l'Italia cancella 25 milioni di debito", la cronaca di Giuseppe Sarcina.

Non ci sembra una grande idea cancellare una frazione del debito della Tunisia nei confronti dell'Italia, considerando anche la situazione non certo idilliaca in cui versano le casse dello Stato italiano. Il supporto del Paese nella lotta al terrorismo islamico non passa da donazioni come questa, ma dalla pianificazione di una campagna comune contro l'estremismo e il terrorismo islamico.

Ecco l'articolo:


Giuseppe Sarcina                 Paolo Gentiloni

I primi nomi dei leader attesi domenica sono già sull’elenco delle autorità a Tunisi. «Hanno confermato il presidente francese François Hollande e il presidente dell’Autorità palestinese Abu Mazen», fa sapere Aida Klibi, portavoce per l’estero del capo di stato tunisino Béji Caid Essebsi. Secondo le radio e le tv locali, 48 tra presidenti e primi ministri dovrebbero partecipare alla marcia contro il terrorismo, del 29 marzo. Il corteo terminerà al museo del Bardo, dove mercoledì 18 marzo sono stati uccisi 20 turisti stranieri, un agente di polizia e due terroristi. «Ci sarà anche l’Italia. Sicuramente prenderà parte una delegazione parlamentare, mentre stiamo decidendo chi ci sarà per il governo», ha commentato il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, ieri in visita nella capitale tunisina.

Il titolare della Farnesina si è diviso tra colloqui politici e incontri più privati. Sul piano diplomatico l’appuntamento più importante, naturalmente, è stato quello con il presidente Essebsi, così riassunto dallo stesso Gentiloni: «Ci ha chiesto due cose. Un impegno economico e la cooperazione nella lotta al terrorismo». Il turismo da salvare, innanzitutto. Il Paese, però, ha bisogno anche di investimenti a largo raggio e di non finire soffocato dai debiti. Gentiloni, oltre a portare «vicinanza e solidarietà», si è presentato con qualche elemento concreto. Innanzitutto «la cancellazione di una parte del debito, per un ammontare di 25 milioni di euro, che la Tunisia ha con l’Italia».

Inoltre l’assicurazione che il governo di Roma lavorerà con Parigi per girare almeno una piccola quota degli stanziamenti europei previsti nel «piano Juncker» allo Stato nordafricano. Azioni chiaramente non risolutive, visto che lo stock del debito estero è pari a circa 32 miliardi di euro e ogni anno il governo di Tunisi deve pagare, tra rimborsi di capitale e interessi maturati, più di 3,1 miliardi di euro. Ma in questa fase contano anche i segnali di incoraggiamento. L’altra emergenza è la sicurezza. Essebsi e il ministro degli Esteri, Taieb Baccouche, sono convinti che il pericolo terrorismo si sviluppi per contagio, filtrando dalla frontiera con la Libia.

La Tunisia è pronta a lavorare insieme con l’intelligence e le forze militari europee. Il ministro italiano ha sottolineato come Roma e Tunisi già collaborino per la sorveglianza dei confini libici. Ma non si è sottratto alla richiesta di fondo, rimandando all’incontro già fissato in aprile tra il ministro della Difesa italiano Roberta Pinotti e il collega tunisino, Farhat Horchani. Gentiloni, prima di cominciare il giro diplomatico, è andato a trovare le due ferite italiane ancora ricoverate a Tunisi, Lorena Boni che, ha detto il ministro, «potrebbe ritornare già nelle prossime 48 ore a Modena» e la torinese Anna Abbagnale, ancora in condizioni serie: «per il suo rientro deve essere presa una decisione tra i medici tunisini e quelli dell’ospedale delle Molinette». Infine il titolare della Farnesina ha fatto tappa al Bardo. L’apertura del museo è stata rinviata a domenica per «motivi di sicurezza». Sarà il simbolo della «marcia internazionale», Tunisi come Parigi, organizzata dal governo.

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lettere@corriere.it

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