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Corriere della Sera Rassegna Stampa
26.02.2015 Amministrazione Obama ancora contro Netanyahu, forse preferisce il sanguinario regime iraniano?
E Massimo Gaggi riesce a peggiorare le cose

Testata: Corriere della Sera
Data: 26 febbraio 2015
Pagina: 18
Autore: Massimo Gaggi
Titolo: «Usa, la visita 'distruttiva' di Netanyahu»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 26/02/2015, a pag. 19, con il titolo "Usa, la visita 'distruttiva' di Netanyahu", il commento di Massimo Gaggi.

Il commento di Massimo Gaggi non è equo, dal momento che riporta la versione dell'amministrazione Obama e liquida con brevi cenni quella del Primo Ministro di Israele Benjamin Netanyahu.
Comunque la si pensi in politica interna israeliana, un Iran dotato di armi nucleari sarebbe un pericolo senza precedenti per Israele, e la presa di posizione in materia di Obama e Kerry è un rischioso avvicinamento al sanguinario regime degli ayatollah.

Ecco l'articolo:


Massimo Gaggi


Barack Obama, Benjamin Netanyahu

Benjamin Netanyahu accusato di «distruggere il tessuto delle relazioni tra Stati Uniti e Israele»: parole di una durezza senza precedenti quelle di Susan Rice, il capo del Consiglio per la Sicurezza nazionale della Casa Bianca. Rilievi che, dicono gli analisti, non possono essere stati lanciati senza il consenso di Obama. Sono settimane che la decisione del premier israeliano di accettare un invito dei leader repubblicani a parlare al Congresso senza concordare la sua visita con la Casa Bianca, agita le relazioni tra due Paesi che, pure, sono legati da un’alleanza solidissima. Fin dal primo momento il presidente ha fatto sapere di considerare «inappropriata» la visita per i modi (arrivare a Washington all’insaputa della presidenza e del dipartimento di Stato è una violazione del protocollo diplomatico) e i tempi: due settimane prima delle elezioni israeliane.


Iran: "intenzioni pacifiche"...

Ma, oltre che per raccogliere voti, Netanyahu viene a Washington per quello che Obama vede come un estremo tentativo di sabotare il suo negoziato nucleare con l’Iran. Col presidente Rouhani sotto pressione a Teheran, i negoziatori Usa a Ginevra stanno facendo concessioni sulla durata del possibile accordo che verrà ridotta rispetto ai 20 anni dell’ipotesi iniziale. Ma Netanyahu vuole una rinuncia senza condizioni dell’Iran a produrre materiale nucleare, e per il suo ministro degli Esteri l’andamento del negoziato indica che le grandi potenze si stanno abituando all’idea degli ayatollah dotati entro qualche anno dell’atomica. Davanti alla prospettiva di un Netanyahu che a Washington usa i palcoscenici del Congresso e dell’Aipac, la superlobby ebraica, per fare comizi contro la politica di Obama sull’Iran, la Casa Bianca cerca di fargli il vuoto intorno: non solo Obama ma anche il suo vice Biden e il ministro degli Esteri, Kerry, saranno altrove. E, dopo il rifiuto di Netanyahu di vedere, separatamente e in privato, i parlamentari democratici, parte l’accusa più dura: con la sua partigianeria sta lacerando i rapporti tra i due Paesi.

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lettere@corriere.it

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