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Corriere della Sera Rassegna Stampa
22.01.2015 Mogherini-Kerry: sì a trattare con l'Iran, il sanguinoso regime degli ayatollah
Cronaca di Guido Olimpio

Testata: Corriere della Sera
Data: 22 gennaio 2015
Pagina: 14
Autore: Guido Olimpio
Titolo: «Kerry-Mogherini: un asse atlantico dall'Isis all'Iran»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 22/01/2015, a pag. 14, con il titolo "Kerry-Mogherini: un asse atlantico dall'Isis all'Iran", la cronaca di Guido Olimpio.

Federica Mogherini si conferma entusiasta di trattare con l'Iran per l'eliminazione totale delle sanzioni contro il regime degli ayatollah. Le sanzioni rallentano la corsa al nucleare, senza di esse l'Iran costruirebbe in breve l'ordigno atomico per i propri scopi, a partire- come più volte hanno minacciato -  dalla distruzione di Israele e degli ebrei.
John Kerry segue a ruota.

Ecco l'articolo:


John Kerry con Federica Mogherini


Guido Olimpio

In questa fase critica Unione Europea e Stati Uniti, pur nelle differenze, mandano un segnale di compattezza. Su lotta al terrorismo, nel contrasto dell’Isis, sull’Ucraina gli alleati vogliamo dimostrare unità. Sarà poi il campo a misurarla e a dire quanto sia profonda. Il messaggio è emerso in modo chiaro dall’incontro ieri a Washington tra il segretario di Stato John Kerry e la responsabile per la politica estera europea Federica Mogherini. Partiamo dall’attività anti-jihadismo. La ricetta è basata su una risposta multipla affidata a forze di polizia, intelligence, iniziative militari (come in Iraq), scambio di informazioni, monitoraggio delle filiere. Federica Mogherini e il suo interlocutore hanno però insistito su un aspetto: questa non è la guerra tra l’Ovest e l’Islam, bensì una strategia mirata contro chi uccide in modo indiscriminato. Le stragi sono condotte anche per spaccare le società – ha osservato Kerry – in realtà la nostra reazione è stata di unità. Nell’analisi del momento internazionale non potevano mancare l’Ucraina e l’Iran, due dossier spinosi, che spesso hanno creato frizioni. Kerry ha condannato le violazioni russe sul territorio ucraino e lo stesso ha fatto Mogherini, spesso accusata di essere troppo «morbida» verso il Cremlino. Su questo punto l’inviata europea ha chiarito: non c’è alcun cedimento, vogliamo solo che le sanzioni economiche contro Mosca si traducano in risultati politici. Dunque fermezza senza rinunciare ad arrivare ad una svolta. Un principio che torna anche sul nucleare iraniano. Mogherini ha ribadito che bisogna dare una possibilità al negoziato avviato in questi mesi. Sarebbe un errore grave, ha aggiunto, non farlo. La pensa allo stesso modo Kerry che ha respinto le critiche di chi dubita della trattativa. Quando gli hanno chiesto dell’invito rivolto dai repubblicani al premier israeliano Netanyahu a pronunciare un discorso al Congresso, il capo della diplomazia Usa ha replicato: «E’ il benvenuto, anche se la formula è inusuale».

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lettere@corriere.it

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