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Corriere della Sera Rassegna Stampa
19.01.2015 Aja: l'assurda liturgia dei processi contro Israele
Commento di Pierluigi Battista

Testata: Corriere della Sera
Data: 19 gennaio 2015
Pagina: 35
Autore: Pierluigi Battista
Titolo: «L'Aia e l'assurda liturgia dei processi anti Israele»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 19/01/2015, a pag. 35, con il titolo "L'Aia e l'assurda liturgia dei processi anti Israele", il commento di Pierluigi Battista.


Pierluigi Battista

L’Onu è quell’ente mondiale faraonico, costoso e inutile che si fa umiliare a Srebrenica e in Ruanda, mette a capo della commissione sui Diritti umani nazioni che i diritti umani li fanno a brandelli e chiama a dirigere la commissione sui Diritti delle donne Nazioni in cui le donne sono legalmente stuprate, fustigate e lapidate.    Poteva forse la Corte internazionale di giustizia dell’Aia, che delle Nazioni Unite è emanazione, non emularne le iniziative grottesche? Certo che no. E infatti, invece di perseguire i tiranni sanguinari alla Mobutu, i professionisti della pulizia etnica, la Cina che ha massacrato il Tibet, i fanatici che stanno violentando le bambine in Nigeria e sgozzando gli insegnanti, i Paesi arabi «moderati» in cui è pratica corrente la decapitazione delle donne e la somministrazione di centinaia di frustate ai blogger «blasfemi», gli scherani di Hamas che ammazzano a gruppi i «collaborazionisti», ossia i dissidenti fucilati a Gaza come monito per chiunque osasse profferir parola, il carnefice Assad che usa armi chimiche e ha raso al suolo Aleppo trucidando migliaia di bambini, invece insomma di operare con un minimo di decenza e di rispetto per la parola «giustizia» che campeggia sulle sue insegne, cosa fa la Corte dell’Aia? Apre a gentile richiesta di massacratori seriali un’inchiesta sui «crimini» di Israele che sarebbero stati commessi a Gaza. Assad al calduccio, protetto dall’Onu. Israele, alla sbarra.  


L'obiettivo della Corte internazionale di giustizia dell'Aja

  Finora l’inutilità della Corte internazionale si è manifestata secondo questo principio: accanirsi con i dittatori deposti e inoffensivi, come Miloševic, ed emettere ridicoli mandati di cattura contro uno stragista come il presidente del Sudan Al Bashir, responsabile dei massacri del Darfur. Ovviamente Al Bashir si fa beffe di quel mandato di cattura. Prendersela con chi non conta più niente è più facile, e giustifica le spese sostenute per tenere in piedi un tribunale che con molta saggezza gli Stati Uniti continuano a boicottare per non sottoporsi ai riti di una tragica messinscena.    Ora c’è un altro modo facile facile per guadagnarsi il consenso dei dittatori internazionali e dei teorici delle pulizie etniche: prendersela con Israele. A pochi giorni dalla strage nel supermarket kosher di Parigi, mentre i Parlamenti europei danno una mano ad Hamas, si inizia ad inscenare la grande liturgia in cui il malvagio Israele viene indicato come il male assoluto. E non c’è niente da ridere.

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