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Corriere della Sera Rassegna Stampa
30.10.2014 Sergio Romano: campione di menzogna omissiva
Dimentica la volontà di distruggere Israele da parte del mondo arabo

Testata: Corriere della Sera
Data: 30 ottobre 2014
Pagina: 53
Autore: Sergio Romano
Titolo: «Riconoscere la Palestina: i motivi delle esitazioni»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 30/10/2014, a pag. 53, con il titolo "Riconoscere la Palestina: i motivi delle esitazioni", la risposta di Sergio Romano alla lettera di Maura Bressani.

Come da copione, l'analisi di Sergio Romano è intrisa di ostilità verso Israele. Secondo lo "storico" del Corriere l'Italia a partire dagli anni '80 - in particolare con i governi guidati da Craxi e Andreotti - si è "particolarmente distinta per le sue aperture" verso il riconoscimento di uno stato palestinese. L'Italia negli anni '80 si è particolarmente distinta agli occhi del terrorismo palestinese, perché ha trattato con esso alla pari. Il terrorista Arafat fu accolto in pompa magna da quasi tutto il mondo politico italiano, a partire da Craxi, Andreotti e il Presidente della Repubblica Pertini, mentre le voci contrarie si limitavano ai radicali e ai repubblicani di Spadolini. L'Italia trattò con i terroristi palestinesi per non venire coinvolta in attentati. L'unico dettaglio era che gli ebrei italiani erano fuori dal patto, come dimostra il sanguinoso attentato del 9 ottobre 1982 al Tempio maggiore di Roma e la rivelazione da parte di Francesco Cossiga del "Lodo Moro".
Inoltre secondo Sergio Romano molti Paesi europei riconoscerebbero la "Palestina", se non temessero così facendo di urtare Israele. Non un cenno al fatto che la leadership palestinese si pone l'obiettivo di una "Palestina" non solo Judenrein, ma addirittura unico Stato della regione, dopo la distruzione di Israele. Non un cenno al fatto che lo Stato di Palestina esisterebbe già dal 1948, se solo i palestinesi e i loro leader lo avessero voluto.
Ignorare da parte di Romano la costante minaccia che incombe su Israele è la prova lampante della sua scelta contro lo Stato ebraico. Sergio Romano campione di menzogna omissiva.

Ecco l'articolo:


Sergio Romano    Sandro Pertini    Giulio Andreotti


Marco Pannella e Giovanni Spadolini: tra le pochissime voci contro l'accordo tra Italia e terrorismo palestinese negli anni '80


Yasser Arafat con Bettino Craxi

Si parla da decenni sull'opportunità del riconoscimento dello Stato della Palestina, anche per disinnescare le tensioni che periodicamente scoppiano in zona. Due storiche novità sono apparse recentemente: il nuovo presidente svedese ha annunciato in Parlamento che intende procedere al riconoscimento e la Camera inglese ha presentato una mozione con la quale ritiene che il governo debba riconoscere lo Stato di Palestina, accanto allo Stato d'Israele. Mi pare che altri Stati Ue ed extra Ue abbiano già provveduto in tale senso. Come si colloca l'Italia?

Maura Bressani
maurabressan@hotmail.it

Cara Signora,
Esiste un interessante precedente. Nel giugno del 1980, durante un semestre in cui la presidenza era italiana, si tenne a Venezia un Consiglio europeo. L'incontro, presieduto da Francesco Cossiga e Giulio Andreotti (rispettivamente presidente del Consiglio e ministro degli Esteri), si concluse con una dichiarazione che riconosceva ai palestinesi il diritto all'autodeterminazione. Da allora l'Italia, soprattutto all'epoca di Andreotti e Bettino C'raxi, si è particolarmente distinta per le sue aperture. Yasser Arafat fece una visita alla Commissione Affari esteri della Camera dei deputati nel 1982. Craxi negoziò con i palestinesi la liberazione dell'Achille Lauro e difese a Sigonella gli impegni assunti durante la trattativa.
Vi è stata una correzione di rotta all'epoca dei governi Berlusconi, quando il leader di Forza Italia e Gianfranco Fini tenevano particolarmente ad avere buoni rapporti con i vertici della comunità ebraica. Ma non mi sembra che nella politica italiana vi siano stati mutamenti sostanziali. II rappresentante dell'Autorità nazionale palestinese in Italia ha uno status non diverso da quello di un ambasciatore accreditato presso la Repubblica italiana. Continuiamo a pensare che la soluzione migliore sia quella dei due Stati, anche se questa prospettiva diventa col passare del tempo sempre più difficile; e non possiamo ignorare che il partito internazionale del riconoscimento continua a crescere. I Paesi dell'Onu per cui la Palestina è uno Stato sono ormai 136 su un totale di 193. L'ultima guerra di Gaza ha avuto effetti opposti a quelli desiderati da Benjamin Netanyahu. Tutte le democrazie occidentali hanno deplorato i missili lanciati contro le città israeliane, ma la conferenza convocata al Cairo per la ricostruzione di Gaza ha obiettivamente trattato la Striscia come una vittima. Se alcuni Paesi ancora esitano a riconoscere lo Stato palestinese, le ragioni sono contemporaneamente pratiche e giuridiche. Non è facile avere rapporti normali con uno Stato in cui il governo nazionale, formato in giugno, non ha ancora dato prove concrete della sua esistenza, e in cui i confini restano incerti. Non è facile assumere impegni internazionali con un Paese se una parte del suo territorio è occupata da insediamenti stranieri ed è perlustrata da truppe straniere. Riconoscere la Palestina significa accettare la possibilità di frequenti e fastidiose divergenze con Israele. Credo che non tutti i Paesi europei, per il momento, siano pronti a una tale prospettiva.

Per inviare la propria opine al Corriere della Sera, telefonare 02/62821, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


lettere@corriere.it

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