venerdi 29 marzo 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


Clicca qui






Corriere della Sera Rassegna Stampa
25.10.2014 Una dichiarazione di Reuven Rivlin. Ma ce n'era anche un'altra
Commento di Davide Frattini

Testata: Corriere della Sera
Data: 25 ottobre 2014
Pagina: 15
Autore: Davide Frattini
Titolo: «Israele, l'omaggio di un leader-falco alle tombe arabe»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 25/10/2014, a pag.15, con il titolo "Israele, l'omaggio di un leader-falco alle tombe arabe" l'articolo di Davide Frattini su una dichiarazione del Presidente di Israele Reuven Rivlin.
In realtà non avrebbe dovuto stupire nessuno. In Israele i presidenti dello Stato lo sono di tutti i cittadini, quindi nessun stupore se Rivlin non ha alcuna remora a dire le parole che ha detto. Israele non è un popolo di santi, eroi e navigatori, niente di quella retorica che intossicò l'Italia il secolo scorso. E'un paese che lotta per impedire ai suoi nemici di distruggerlo.
Ha fatto bene Frattini a riportare quella dichiarazione. Avrebbe fatto ancora meglio se ne avesse riportato un'altra di Rivlin, ai funerali della piccola Chaya, uccisa da un palestinese terrorista a Gerusalemme: "
Assistiamo, ha accustao Rivlin, a un crescente incitamento alla violenza nelle strade arabe di Gerusalemme, incitamento che sfortunatamente riceve appoggio dai leade arabi". L'abbiamo ripresa dall'Osservatore Romano, una fonte non sospetta di tenerezze verso Israele, non sarà certo sfuggita a Frattini, attento osservatore di quanto avviene in Israele.
Chiudiamo questo breve commento con una riflessione: con Israele non viene mai meno l'esigenza di etichettare i politici, in questo caso Rivlin, che proviene da un partito liberale di centro-destra, il Likud,  che diventa però  "leader-Falco". Vuol provare Frattini a informare il desk esteri del Corriere che farebbero meglio ad aggiornare il dizionario e trattare Israele come fanno con tutti gli altri paesi ?

Reuven Rivlin    Davide Frattini

Ecco l'articolo:

Reuven Rivlin è stato eletto presidente dopo il carismatico Shimon Peres, i capelli argento pacifisti che tutti riconoscono in Europa. In contrapposizione con il Nobel per la pace, Rivlin (irrobustito e irrigidito nella destra israeliana) non crede alla soluzione dei due Stati – i palestinesi non otterranno l’indipendenza da Israele – eppure continua a cercare soluzioni per quella che ormai considera una società «malata». Ha girato un video muto che commuove più di mille parole contro la violenza/bullismo a scuola assieme a un bambino arabo, ha ripetuto gli appelli contro il razzismo più di qualsiasi slogan nazionalista.
Vuole provare a mettere insieme i cocci di un Paese e di una Storia fratturati, «tikkun olam» è l’espressione in ebraico. Uno dei vasi frantumati nel passato che il neo-presidente vuole ricomporre è la memoria del massacro a Kfar Kassem, villaggio arabo dove nel 1956, primo giorno della guerra del Sinai, la polizia di frontiera israeliana (fa parte dell’esercito) uccise 47 persone, tra loro 9 donne e 17 bambini, non avevano rispettato il coprifuoco.
Domani una cerimonia commemora la strage e Rivlin ha voluto esserci. Il Likud, il suo partito, lo ha attaccato. Non ha cambiato idea, ha voluto esserci, l’aveva promesso prima di ricevere l’incarico. Perché – gli riconosce Haaretz, da sempre quotidiano della sinistra israeliana – sta cercando di essere il presidente di tutti. Anche degli arabi israeliani, di quelli che vogliono essere chiamati palestinesi e hanno la cittadinanza (come minoranza) dello Stato ebraico. Sono loro ad aspettarsi che a Kfar Kassem nel discorso Rivlin dica «abbiamo sbagliato, chiediamo scusa». La diplomazia israeliana — proclama un detto confermato negli ultimi 35 anni — è fatta da politici di destra che firmano gli accordi di pace. Anche la pace con se stessi, quella che riconosce gli errori commessi, non solo i torti subiti.

Per inviare al Corriere della Sera la propria opinione, telefonare: 02/62821, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


lettere@corriere.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT