venerdi 19 aprile 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


Clicca qui






Corriere della Sera Rassegna Stampa
21.10.2014 Francia: all'Opera con il niqab, è contro la legge, ben fatto
Cronaca di Stefano Montefiori

Testata: Corriere della Sera
Data: 21 ottobre 2014
Pagina: 15
Autore: Stefano Montefiori
Titolo: «All'Opera col velo, il coro la caccia via, scontro in Francia»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 21/10/2014, a pag.15, con il titolo "All'Opera col velo, il coro la caccia via, scontro in Francia" la cronaca di Stefano Montefiori.
Innanzi tutto non era un velo, ma un niqab, proibito dalla legge francese. Perciò ha fatto benissimo il coro a chiedere che la donna che lo indossava venisse allontanata. Avrebbe dovuto farlo la stessa Opéra quando si è presentata all'ingresso, invece di lasciarla entrare. C'è però un altro aspetto: perchè non è stata multata, visto che lo prevede la legge ?


Stefano Montefiori

Fine del primo atto della «Traviata» all'Opéra Bastille, Violetta (Ermonela Jaho) appena cantato Sempre libera degg'io/Folleggiar di gioia in gioia davanti a una donna in niqab di colore tenue, seduta in prima fila, accanto al marito. Si chiude il sipario, e prima che l'opera di Verdi ricominci dietro le quinte i coristi protestano. Manderanno a monte la rappresentazione, se la donna non si toglie il velo islamico che le copre tutto il volto tranne gli occhi. È la prima volta che succede in un  teatro, da quando l'11 aprile 2011 la Francia ha approvato la legge che vieta il burqa (velo integrale con una sorta di griglia di tessuto sul volto) e niqab (una fessura lasciata sugli occhi) nei luoghi pubblici. La donna è una turista del Golfo, per avere quei posti a pochi metri dal palco lei e il marito hanno prenotato molti mesi prima e pagato 231 euro a testa. Durante il primo atto il suo volto coperto è stato inevitabilmente inquadrato dalle telecamere interne, assieme ai gesti del direttore d'orchestra, e proiettato sui maxi-schermi. Il vicedirettore dell'Opéra, Jean-Philippe Thiellay, dice che l'errore è stato compiuto subito, all'ingresso, quando la signora è stata lasciata entrare. La legge francese stabilisce che «nessuno può, nello spazio pubblico, portare una tenuta destinata a dissimulare il volto. Sono in particolare proibiti passamontagna, veli integrali,  Ma i facoltosi visitatori dal Medio Oriente sono una risorsa importante, e talvolta si lascia correre. Sugli Champs Elysées, per esempio, non è infrequente vedere coppie di ricchi turisti arabi che fanno shopping con la donna coperta di nero. Nel luglio 2013 un controllo di identità per un niqab a Trappes, nella periferia di Parigi, aveva provocato incidenti e auto date alle fiamme. Qualche giorno fa l'ex ministra sarkozista Nadine Morano ha apostrofato un donna in burqa alla Gare du Nord, chiedendole di scoprirsi il volto e facendo intervenire i poliziotti, a suo giudizio troppo lassisti. Le forze dell'ordine spesso preferiscono evitare tensioni, con il risultato che i veli integrali si vedono sempre più spesso per strada, in metro, sugli autobus. All'Opéra, venerdì 3 ottobre, sono stati i coristi a pretendere il rispetto della legge. «Un mio collaboratore si è avvicinato alla signora in prima fila e ha spiegato la situazione — rac conta Thiellay —: o si toglieva il velo, o era costretta a uscire. Lei e l'accompagnatore hanno preferito alzarsi e andarsene, senza protestare». Il breve colloquio si è svolto In realtà con il marito: la donna non aveva il diritto di rivolgere la parola a uno sconosciuto. Il ministero della Cultura ha inviato una nota all'Opéra Bastille e Gamier per ricordare la corretta applicazione della legge. Una donna in burqa o niqab non può entrare a teatro, ma se per qualche motivo supera i controlli spetta poi alla polizia farla uscire, e non al personale. La Francia è stato il primo Paese a introdurre il divieto del burqa nell'aprile 2011, seguito pochi mesi dopo la Belgio, dal comune di Barcellona e nel settembre 2013 dal Canton Ticino, in Svizzera; si dibatte se introdurre la stessa misura in Gran Bretagna. A luglio la Corte europea dei diritti umani ha respinto il ricorso di una 24enne musulmana e riconosciuto che la Francia persegue un «obiettivo legittimo». Chi contravviene alla proibizione rischia un'ammenda di 150 euro e uno «stage di cittadinanza» sui valori della République. Finora sono state fatte un migliaio di multe, a circa 600 donne.

Per inviare al Corriere della Sera la propria opinione, telefonare: 02/62821, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


lettere@corriere.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT