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Corriere della Sera Rassegna Stampa
13.04.2014 L'uomo dell'Iran non metterà piede negli Usa.
Cronaca di Guido Olimpio ci fa capire la vera natura della politica estera italiana

Testata: Corriere della Sera
Data: 13 aprile 2014
Pagina: 17
Autore: Guido Olimpio
Titolo: «Il visto negato all'inviato d'Iran all'Onu che fa traballare il negoziato nucleare»

Ben venga la polemica sull'inviato iraniano all'Onu. Oggi, 13/04/2014, la notizia viene ripresa nuovamente da diversi quotidiani. La riprendiamo dal CORRIERE della SERA, a pag.17,  di Guido Olimpio, con il titolo " Il visto negato all'inviato d'Iran all'Onu che fa traballare il negoziato nucleare ".
Bene ha fatto Guido Olimpio a ricordare gli anni nei quali Hamid Aboutalebi è stato ambasciatore in Italia,  per capire la nostra politica estera leggere da che parte era l'Italia quando i dissidenti iraniani in esilio a Roma lottavano per la difesa dei diritti umani sotto il giogo di Teheran. Quella politica è rimasta invariata sino ad oggi.

Hamid Aboutalebi, a sinistra all'assalto della Ambasciata americana a Teheran, in alto a destra, oggi.

Guido Olimpio

Ecco l'articolo: 

C'è un peccato originale nella storia dei rapporti tra la Repubblica islamica dell'Iran e gli Stati Uniti. E l'occupazione dell'ambasciata americana a Teheran nel febbraio 1979, con 52 persone in ostaggio per 44f giorni. Quel peccato pesa e ritorna Questa volta sulle spalle di Hamid Aboutalebi. Diplomatico vicino al presidente Rouhani, 57 anni, è stato nominato nuovo ambasciatore all'Onu. Solo che gli Usa non lo vogliono. Perché — spiegano — ha fatto parte dei famosi «studenti della linea dell'Imam», gli estremisti che si impossessarono della rappresentanza diplomatica statunitense. Inaccettabile che un uomo con quel passato possa entrare in America, da qui il no alla concessione del visto. Un veto al quale l'lran ha risposto ieri con eguale fermezza: non cambieremo la nostra scelta, è Aboutalebi l'ambasciatore designato e non ci pensiamo proprio a indicarne un altro. La polemica è solo il penultimo capitolo di una vicenda fatte di molte tappe. Qualche settimana fa, non appena è trapelato il nome del nuovo ambasciatore, negli Usa è subito scattata la mobilitazione. Gli oppositori del regime in esilio e diversi osservatori hanno ricordato il passato del diplomatico: 1) Faceva parte del movimento estremista degli studenti/militanti. 2) Ha partecipato ad Algeri ad un vertice con molti esponenti di organizzazioni «radicali» e para-terroristiche. 3) Ha violato la legge internazionale. Alle accuse sono seguiti i passi concreti.
ll Congresso Usa ha approvato un decreto per impedire l'ingresso del diplomatico e Io ha trasmesso alla Casa Bianca per la firma. Aboutalebi ha reagito sminuendo il suo ruolo. Non ero uno dei carcerieri degli ostaggi — ha spiegato - ma mi limitavo ad un lavoro di traduttore quando arrivavano delle delegazioni straniere a visitare il complesso dell'ambasciata. Insomma, un compito laterale e non strettamente legato all'occupazione. Quindi il diplomatico ha ricordato che successivamente ha ricoperto incarichi all'estero e nessun Paese lo ha mai rifiutato. Tra i Paesi dove ha svolto la funzione di ambasciatore, oltre a Australia e Belgio, c'è anche l'italia. A Roma è rimasto dal 1988 al 1992. Anni particolari. Il nostro Paese ha sempre mantenuto ottimi rapporti economici con l'Iran sorvolando su violazioni dei diritti umani, traffici darmi e attività dei servizi khomeinisti contro gli esuli. Non è un mistero che Roma fosse uno «snodo» importante per gli agenti iraniani. In un'occasione, durante una conferenza internazionale a Rimini, Aboutalebi fu al centro di una contestazione. Alcuni oppositori iraniani lo bersagliarono con un lancio di uova. L'Italia presentò scuse immediate che furono però «respinte» dai mullah piuttosto irritati. Da allora di acqua ne è passata. Aboutalebi è rimasto nella carriera diplomatica e si sarebbe poi avvicinato alle posizioni del pragmatico Rouhani. Che in un momento chiave del dialogo con gli Stati Uniti lo ha scelto per la posizione, importante, al Palazzo di Vetro dell'Onu. Ora bisogna capire quanto la battaglia possa incidere. In queste settimane le trattative sul nucleare hanno fatto progressi e si parla di una bozza finale di accordo che potrebbe essere scritta nelle prossime settimane. E' dunque possibile che lo scontro sull'ambasciatore sia usato da quanti nei due campi siano contrari ad un'intesa o vogliano alzare il prezzo. Ogni situazione può diventare uno strumento per rallentare, creare tensioni. Negli Stati Uniti, a questo proposito, si segue con grande attenzione il caso dell'ex marine Amir Hekmati, la sua condanna a morte è stata commutata in 10 anni di reclusione da un tribunale iraniano. L'uomo è accusato di spionaggio ed è stato arrestato nel 2011 durante un suo viaggio in Iran. Hekmati sl è sempre dichiarato innocente. Vicenda ben più complessa e misteriosa quella di Bob Levinson, un ex funzionario dell' Fbi scomparso durante un visita sull'isola di Kish, Iran. C'è il sospetto che sia finito nelle mani di qualche apparato legato all'intelligence di Teheran. Altra pedina di un gioco invisibile ma reale tra gli Usa e gli eredi di Khomeini. 

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