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Corriere della Sera Rassegna Stampa
10.04.2014 Laici, donne e gay: repressione e diritti negati nell'Egitto di Al Sisi
Analisi di Cecilia Zecchinelli

Testata: Corriere della Sera
Data: 10 aprile 2014
Pagina: 49
Autore: Cecilia Zecchinelli
Titolo: «Il pugno di ferro egiziano con laici e gay. Al Sisi non colpisce solo gli islamisti»

Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 10/04/2014, a pag. 49,  l'articolo di Cecilia Zecchinelli dal titolo "Il pugno di ferro egiziano con laici e gay. Al Sisi non colpisce solo gli islamisti".

Zecchinelli lancia giustamente l'allarme sulla repressione dell'opposizione laica e dell'omosessualità e sulla mancanza di progressi nella legislazione a tutela delle donne nell'Egitto di Al Sisi.
In particolare, Zecchinelli cita il caso dei leader della protesta di piazza  Tahrir incarcerati   per aver "
protestato pacificamente contro la legge di Al Sisi che vieta ogni protesta"
Tra loro, il più noto è Ahmed Maher.
INFORMAZIONE CORRETTA ha riportato articoli relativi al suo ruolo  nelle proteste contro Mubarak (
26/06/2011) e alla sua incarcerazione (14/02/2014 e 05/02/2014), che possono essere consultati ai seguenti link:

http://www.informazionecorretta.it/main.php?mediaId=11&sez=120&id=40315 

http://www.informazionecorretta.it/main.php?mediaId=6&sez=120&id=52019 

http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=4&sez=120&id=52318&print=preview

L'Egitto di Al Sisi non è e non sarà democratico, questo è fuor di dubbio. Democrazia è una parola che non esiste nel dizionario musulmano. Al Sisi non fa quindi eccezione. Con il suo arrivo al potere è però stato bloccato l'arrivo della Shari'a, accompagnato da un giro di vite islamista, firmato Fratellanza Musulmana. Sui diritti civili inesistenti, l'attesa sarà infinita.

Ecco l'articolo:


Cecilia Zecchinelli      Ahmed Maher
    Abdel Fattah Al Sisi

Sono milioni, in Egitto e nel mondo, a pensare che il generale Abdel Fattah Al Sisi abbia salvato il più grande Paese arabo dalla dittatura dei Fratelli musulmani e sia ora il garante di una democrazia laica. In milioni l’hanno infatti appoggiato quando in luglio depose l’impopolare raìs islamico Morsi. In milioni lo eleggeranno in maggio suo successore. Ma se sui rischi di una deriva teocratica corsi con l’ex presidente-Fratello si può e si deve discutere, sulla democrazia laica di Al Sisi c’è poco da dire. Se non che, come ammettono alcuni suoi sostenitori, «arriverà quando il Paese sarà pronto, inshallah ». Ovvero, per adesso non c’è. Il pugno di ferro del nuovo regime non si è abbattuto solo sui Fratelli, con centinaia di morti e migliaia in cella. Anche i rari democratici laici che osano alzare la voce stanno pagando caro. Come i tre giovani leader di Tahrir condannati lunedì a tre anni di carcere, dopo mesi in cella e scioperi della fame. Colpevoli di aver protestato pacificamente contro la legge di Al Sisi che vieta ogni protesta. Tra loro il più noto è Ahmed Maher, capo del 6 Aprile, il più importante movimento della Rivoluzione del 2011. Moderato, anzi «socialdemocratico», si dichiara questo ingegnere 33enne. Le ong umanitarie e molti governi hanno chiesto il loro rilascio, come lo chiedono per i giornalisti (tra cui quattro stranieri), in prigione da tempo per aver sfidato la censura massiccia. Ma tutti gli appelli sono stati vani. E adesso è emerso un altro caso allarmante: quattro uomini sono stati condannati a otto anni, uno di loro pure con lavori forzati, per omosessualità. L’ong Human Rights First sostiene che dall’arrivo di Al Sisi le condanne per orientamenti sessuali sono in aumento, quest’ultima è la più grave dal 2001. Perfino i diritti delle donne, in teoria più garantiti dalla nuova Costituzione, sono minacciati: la legge che punisce le molestie sessuali, già poco applicata, è ad esempio «in fase di revisione» . Il timore è che finisca per essere cancellata.

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