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Libero Rassegna Stampa
19.03.2024 Netanyahu fa cacciare il capo dell’Unwra
Cronaca di Carlo Nicolato

Testata: Libero
Data: 19 marzo 2024
Pagina: 17
Autore: Carlo Nicolato
Titolo: «Ucciso il numero 3 di Hamas. L'Ue: Israele affama Gaza»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 19/03/2024, pag. 17, con il titolo "Ucciso il numero 3 di Hamas. L'Ue: Israele affama Gaza", l'analisi di Carlo Nicolato. 

Carlo Nicolato
Carlo Nicolato

Philippe Lazzarini, segretario generale dell'UNRWA, accusa Israele di non averlo fatto entrare a Rafah. Ma secondo il ministro Israel Katz, non lo ha nemmeno chiesto

Israele sta deliberatamente affamando Gaza e utilizza tale strategia come arma di guerra. Tali accuse non arrivano dall’Iran o da Erdogan, per non dire Hamas, ma dall’Europa, esattamente dal solito Borrell che non perde occasione di attaccare lo Stato ebraico. Quella del capo della diplomazia europea è un’accusa grave perché comporta un crimine di guerra preciso, per cui il commissario dovrebbe essere certo di quello che dice quando si inventa tali enormità di fronte alla platea dello European Humanitarian Forum 2024. Secondo i dati dell’Integrated Food Security Phase Classification in tutta la Striscia, il numero di persone che affrontano una «fame catastrofica» è salito a 1,1 milioni, ovvero circa la metà della popolazione, ma la colpa, sostiene il ministro degli Esteri israeliano Katz, è di Hamas.
«Israele consente ingenti aiuti umanitari a Gaza via terra, aria e mare a chiunque sia disposto ad aiutare», ha scritto su X, «nonostante Hamas abbia violentemente interrotto i convogli umanitari e la collaborazione dell’Unrwa con loro, noi persistiamo». Il ministro ha aggiunto che Borrell dovrebbe «smettere di attaccare Israele e riconoscere il nostro diritto all’autodifesa contro i crimini di Hamas». Il Commissario non ci pensa nemmeno, ha perfino rincarato la dose sostenendo prima della riunione dei ministri degli Esteri Ue che «prima della guerra Gaza era la più grande prigione del mondo a cielo aperto, oggi è il più grande cimitero a cielo aperto». In quella riunione a Bruxelles i ministri hanno cercato un accordo sulle sanzioni ai «coloni violenti che perseguitano i palestinesi in Cisgiordania», come richiesto sempre da Borrell, contestualmente però a quelle contro Hamas, richieste in cambio da Germania e Austria e anche dall’Italia. La decisione segue quella di Stati Uniti, Regno Unito e Francia, che hanno vietato l’ingresso ad alcuni coloni estremisti sul proprio territorio nazionale.

C’È ANCHE L’ONU

Le accuse di Borrell non sono certo isolate. Il commissario generale dell’Unrwa, lo svizzero Philippe Lazzarini, ha accusato Israele di avergli negato il permesso di entrare a Rafah «proprio nel giorno in cui vengono diffusi i nuovi da ti della tragedia». «La carestia è imminente nel nord della Striscia di Gaza, e si prevede che arriverà tra ora e maggio» ha scritto Lazzarini su X. Il ministro Katz tuttavia ha fatto sa pere di non avere ricevuto alcuna richiesta in proposito da Lazzarini.
Il capo dell’agenzia delle Nazioni Unite ha anche affermato che dall’inizio della campagna aerea e terrestre israeliana più di 150 strutture dell’Unrwa sono state colpite, danneggiate o completamente distrutte. Il dato potrebbe essere anche plausibile dal momento che i terroristi utilizzano la copertura di strutture come quelle della collaborativa Unrwa, nonché centri ospedalieri, per nascondersi e colpire i soldati israeliani. Ne è a riprova il raid lanciato ieri mattina dai soldati israeliani contro l’ospedale Shifa di Gaza City, in cui si nascondevano diversi elementi di Hamas tra i quali alcuni comandanti.
Quando le truppe della 401a Brigata corazzata dell’IDF hanno circondato l’ospedale gli uomini armati di Hamas hanno aperto il fuoco facendo esplodere bombe già installate.
Nella sparatoria, riprese presumibilmente dalle telecamere di un drone, i soldati sono riusciti ad uccidere diversi terroristi tra i quali Faiq Mabhouh, considerato il capo delle operazioni di sicurezza interna del gruppo terroristico, che ha reagito sparando al tentativo dei soldati di prenderlo vivo. Mentre il consigliere per la sicurezza nazionale statunitense, Jake Sullivan, in una conferenza stampa ha annunciato che Marwan Issa, il numero tre di Hamas e una delle menti del 7 ottobre, non solo non è fuggito in Egitto come si ipotizzava ma «è stato ucciso in un’operazione israeliana la scorsa settimana».

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