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Riprendiamo da LIBERO di oggi, 12/03/2017, due servizi su Germania e Francia. Terrorismo sventato a Essen nel primo, la recensione al nuovo libro di Renaud Camus nel secondo. Daniel Mosseri: " Sventata un'altra strage islamica "
Mauro Zanon: "L'ultima chiamata per salvare la Francia "
E l'ultima chance, l'ultima possibilità. L'ultima chiamata per fermare quel fenomeno di sostituzione demografica ed etno-culturale che sta trasformando la Francia in una terra di individui sradicati e sta mettendo in discussione i valori cardine che l'hanno forgiata nei secoli. E la présidentielle 2017 questa ultima ancora di salvezza offerta dalla storia, secondo l'intellettuale Renaud Camus, le elezioni presidenziali francesi, che si terranno il 23 aprile e il 7 maggio, e che potrebbero vedere la vittoria della patriota Marine Le Pen, leader del Front national, o del candidato di En Marche!, Emmanuel Macron, cantore della «globalizzazione felice», della società aperta e multiculturale. A quattro anni dal lancio del suo appello per il «NO al cambiamento di popolazione e di civiltà», l'intellettuale più infrequentabile di Parigi accanto a Richard Millet e Guillaume Faye pubblica "2017, dernière chance avant le Grand Remplacement "(La Maison d'Edition), un appello ai suoi concittadini, ma anche gli altri popoli europei, volto a stimolare un sussulto per contrastare l'immigrazione di massa favorita dalle élite devote alla mondializzazione e per riappropriarsi di intere zone che oggi sono diventate esteticamente e culturalmente irriconoscibili. Il libro, che raccoglie i colloqui tra Camus e Philippe Karsenty, è anche un manifesto della sua terza candidatura alle presidenziali, dopo i suoi tentativi del 2007 e del 2012, sempre con il Parti de l'Innocence, fondato nel 2002. Poco importa, a Camus, che la sua candidatura riesca a ottenere le 500 firme di patrocinio richieste dalle regole francesi. Quello che conta è il messaggio lanciato, che ricorda molto da vicino l'ultimo Dominique Venner, il «samurai d'Occidente» che prima di darsi la morte in maniera altamente simbolica sull'altare della cattedrale Notre-Dame, aveva inasprito le sue critiche verso l'Europa che stava smarrendo definitivamente la sua coscienza di «culla della civiltà». Per lo scrittore francese, amico storico di Louis Aragon, che oggi vive a Plieux in un castello acquistato nel 1992, soltanto Marine Le Pen potrebbe salvare la Francia dal candidato remplaciste Macron, le cui dichiarazioni sull'immigrazione quale «opportunità per la Francia», oltre agli elogi della politica dell'accoglienza della Merkel, fanno temere il peggio. «C'è un'idea centrale nel mio programma, il 2017 è la nostra ultima possibilità di porre la questione dell'immigrazione di massa, perché dopo sarà troppo tardi», sostiene Camus. Mentre i benpensanti che affollano i salotti televisivi e le pagine dei quotidiani progressisti continuano a sforzarsi di chiudere gli occhi dinanzi alla realtà, Camus, sulla scia della demografa Michèle Tribalat e del suo libro Les yeux grand fermes, non fa finta di non vedere che l'estetica della provincia francese è mutata radicalmente, che numerose banlieue non sono più ritmate dal calendario repubblicano ma da quello islamico, e che interi quartieri delle grandi metropoli sono privi di autoctoni. «Per rimediare alla Grande Sostituzione, è necessario il blocco totale dell'immigrazione ma anche instaurare la "remigrazione"», ossia, «rimandare una parte della popolazione nel suo Paese d'origine». L'Europa, secondo Camus, va rifondata e non abbandonata, perché c'è bisogno di tutti i popoli europei per contrastare la «pericolosa realtà» dell'immigrazione di massa extra-europea. Per inviare a Libero la propria opinione, telefonare: 02/ 999666, oppure cliccare sulla e-mail sottostante lettere@liberoquotidiano.it |
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