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Libero Rassegna Stampa
11.11.2016 Rafi Eitan, laburista ex Mossad: 'Blindare i confini contro il terrorismo islamico'
Analisi di Daniel Mosseri

Testata: Libero
Data: 11 novembre 2016
Pagina: 15
Autore: Daniel Mosseri
Titolo: «Il cacciatore di nazi: giusti i muri anti islam»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 11/11/2016, a pag. 15, con il titolo "Il cacciatore di nazi: giusti i muri anti islam", l'analisi di Daniel Mosseri.

A destra: Rafi Eitan, laburista ed ex coordinatore di Shin Bet e Mossad

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Daniel Mosseri

L'Europa chiuda le sue frontiere all'immigrazione islamica. L'invito è stato pronunciato da Rafi Eitan, non un politico israeliano qualunque ma un uomo-leggenda. Nato nel 1926 da genitori russi nell'allora Palestina sotto mandato britannico, Eitan è stato parlamentare e ministro, ma è noto soprattutto per la folgorante carriera nell'intelligence. Nel 1948 era già nei servizi israeliani impegnato nella guerra d'indipendenza. Di Iì a poco diventerà responsabile del coordinamento fra lo Shin Bet (sicurezza interna) e Mossad (controspionaggio): l'incarico lo porterà a guidare il commando che nel maggio del 1960 rapirà in Argentina l'ex gerarca nazista Adolf Eichmann per portarlo in Israele dove sarà processato e - caso unico nella storia dello Stato ebraico - condannato a morte.

Di immigrazione islamica verso l'Europa, Eitan ha parlato con il Kronen Zeitung, il più diffuso dei giornali austriaci. Nell'intervista, la spia in pensione va dritto al punto e alla domanda su quale sia lo stato della sicurezza nel Vecchio continente risponde: «Il mondo islamico è ben diverso dalla cultura occidentale, e se oggi ci sono musulmani in Europa, là dobbiamo attenderci violenza e terrore». Inoltre, osserva l'uomo già consigliere dell'ex premier israeliano Menachem Begin, fra gli immigrati musulmani ci sarebbero «numerosi estremisti» il cui obiettivo è «trasformare l'Austria e la Germania in paesi islamici». La sua esperienza lo ha portato a formulare tre consigli di cui i capi di stato e di governo dell'Europa dovrebbero avvalersi per disinnescare la minaccia.

«In primo luogo dovete fermare l'immigrazione e chiudere le frontiere». Musica per le orecchie degli ospiti di Eitan. A Vienna per commemorare le vittime della None dei Cristalli (il pogrom antiebraico del 9 novembre 1938), Eitan ha accettato un invito dell'Fpö, il Partito della libertà che fu di Jörg Haider e che dopo aver conquistato nel corso del 2016 una serie di amministrazioni regionali austriache, punta il prossimo 4 dicembre alla presidenza della Repubblica.

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Gli austriaci sono chiamati al ballottaggio fra il candidato presidente dei Verdi, Alexander van der Bellen, e quello dell'Fpö - e attuale presidente della Camera - Norbert Hofer. E' la prima volta che l'ultradestra anti-immigrati punta a una carica così alta in Austria e Hofer, forte nell'ultima rilevazione di due punti di vantaggio sull'avversario, spera da ieri anche nell'effetto Trump. 

Il secondo consiglio di Eitan è: «Offrite incentivi monetari affinché i profughi possano tornare in Iraq e in Siria». E infine: «Impegnateli. Non lasciate loro tempo libero». E provato che i reclutatori della jihad volteggino attorno agli ostelli per rifugiati in cerca di giovani uomini annoiati, obbligati all'inazione da una serie di lacciuoli burocratici che impediscono loro di lavorare. Per Eitan è anche necessario dare vita a un'Interpol globale anti terrore perché «non è possibile che esistano paesi nei quali i terroristi possano gestire i campi di addestramento».

Negli ultimi mesi l'Austria è stata attraversata da imponenti ondate di rifugiati mediorientali in fuga dai conflitti nella loro regione e intenzionati a stabilirsi in Germania dopo l'espresso invito loro rivolto nell'agosto del 2015 dalla cancelliera tedesca Angela Merkel. Inizialmente favorevole ad accogliere i profughi, lo scorso febbraio lo stesso governo di Vienna, senza un accordo con Berlino ha chiuso le frontiere per strozzare la via balcanica seguita dai profughi per risalire dalla Grecia fino alla Germania. Troppo intenso il flusso degli arrivi per la piccola Repubblica alpina e troppo evidenti i rovesci politici subiti dai socialdemocratici e dai popolari alleati al potere nei confronti dell'Fpö. Da alcuni mesi la grande coalizione austriaca è diventata inflessibile in materia di rifugiati ma non è ancora chiaro se l'atteggiamento del cancelliere Faymann sia sufficiente a fermare il travaso di voto verso l'ultradestra. La risposta il 4 dicembre.

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