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Libero Rassegna Stampa
24.11.2015 Due giorni di ordinario terrore in Israele: uccisi due ventenni, i terroristi sono coetanei o più giovani
Commento di Michael Sfaradi

Testata: Libero
Data: 24 novembre 2015
Pagina: 12
Autore: Michael Sfaradi
Titolo: «L'intifada delle bambine in Israele»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 24/11/2015, a pag. 12, con il titolo "L'intifada delle bambine in Israele", il commento di Michael Sfaradi.

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Michael Sfaradi

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Hadar Buchris, uccisa a 21 anni da un terrorista palestinese

Mentre dall'Europa arrivano immagini surreali, con Bruxelles in stato di assedio, in Israele si vive nonostante il terrorismo quotidiano che continua a colpire senza schemi e senza logica. La popolazione intera ostenta normalità anche se chi ha il porto d'armi, e in Israele sono in molti ad averlo, la mattina prima di andare al lavoro mette la pistola nella fondina e se per continuare a vivere in maniera "normale" è necessario portarsi dietro il "ferro" bisogna farsene una ragione. Tutti sentono che in questo momento non è possibile andare troppo per il sottile e questo, purtroppo, è uno degli aspetti del vivere in un posto che per forza di cose ha dovuto sviluppare gli anticorpi al mostro chiamato terrorismo.

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Lo stesso premier Netanyahu ha dichiarato che la polizia e l'esercito hanno la massima libertà decisionale quando intervengono per chiamate di antiterrorismo, non è una "licenza di uccidere" ma è necessario far sentire ai tutori dell'ordine di essere tutelati. Da quando è cominciata "l' intifada dei coltelli" vittime e feriti si contano a decine e solo negli ultimi due giorni ci sono stati 4 attacchi, nei quali hanno pagato con la vita o con ferite persone giovanissime.

Domenica è stato il turno di una ragazza di 21 anni, si chiamava Hadar Buchris. Hadar è stata aggredita e uccisa a pugnalate da un terrorista, probabilmente poco più grande di lei, mentre stava aspettando l'autobus. L'uomo dopo averla più volte colpita ha tentato di avventarsi anche contro un poliziotto che ha sparato con la pistola di ordinanza uccidendolo. Nella stessa giornata una ragazza palestinese che stava per aggredire alle spalle un militare è stata volontariamente investita da un'auto, l'autista ha poi dichiarato che non c'era altro modo per fermarla, la ragazza aveva solo 16 anni. Le due ragazzine arabe che a Gerusalemme hanno pensato di immolarsi uccidendo qualcuno con un paio di forbici avevano invece 12 e 14 anni ed erano cugine fra loro. Hanno aggredito, ferendolo alla schiena, un uomo di 70 anni che, per ironia della sorte, era un arabo di Betlemme in città per fare la spesa. L'ultimo attentato della giornata è avvenuto in una stazione di servizio dell'autostrada 433, una delle arterie che collegano Tel Aviv a Gerusalemme, dove un ragazzo israeliano di 20 anni è stato ucciso con diverse pugnalate e due donne sono rimaste ferite, i militari accorsi sul luogo hanno poi neutralizzato l'attentatore.

«Vittime giovanissime e attentatori giovani in una spirale d'odio che non è casuale ma è solo il frutto della propaganda di chi anziché cercare la pace preferisce lo scontro aperto», di questo tenore sono state le accuse che da Israele vengono rivolte alle dirigenze palestinesi, sia quella di Hamas a Gaza sia quella dell'Anp a Ramallah. Per Netanyahu però accusare Abu Mazen o Isma'il Haniyeh non è sufficiente perché la situazione si sta rapidamente deteriorando e anche dall'opposizione arrivano richieste al governo di agire in modo da bloccare quest'ondata di terrore prima che si aprano scenari ancora più gravi.

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