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Riprendiamo da SHALOM di agosto 2017, a pag. 18-19, con il titolo "Ostelli: sarà il business del futuro" il commento di Fabiana Magrì.
Da aprile 349 mila turisti hanno visitato Israele. Un record. Mai nessun singolo mese ha registrato un tale numero di presenze dal 1948. L’aumento, rispetto al 2016, è di circa il 40%. Dall’inizio del 2017 (dati aggiornati a maggio) il turismo ha iniettato ben 6 miliardi di shekel (1,5 miliardi di euro) nell’economia israeliana. Primo pensiero: aiuto! Ad agosto Frishman (la nota spiaggia di Tel Aviv, ndr.) sarà più affollata e invivibile che mai. Secondo pensiero: e se questo boom si rivelasse un’opportunità per nuovi business…? Acquistare immobili a Tel Aviv, anche se per puro investimento, è ormai un lusso per pochissimi. In ogni caso, non è verso la “Non Stop City” che il ministero del Turismo israeliano sta spingendo i nuovi flussi turistici. “Alloggi economici” e “deserto” sono le parole d’ordine per investire in Israele adesso e nei prossimi anni, per molti motivi. Per incoraggiare la costruzione di strutture di accoglienza low budget, nel 2016 il governo israeliano ha autorizzato, su proposta del Ministro del Turismo Yariv Levin, una sovvenzione del 13% a chi investe in imprese di questo tipo. Il finanziamento si aggiunge a quello già previsto, pari al 20%, per creare, ampliare, ripristinare o modificare l’utilizzo di una struttura turistica in aree ritenute prioritarie. Con un po’ di fiuto, è possibile quindi ottenere da parte dello stato di Israele un aiuto pari al 33% dell’investimento totale necessario. Gli ostelli, che rientrano nella categoria delle strutture finanziabili, in Israele sono soltanto una trentina. Tra questi, «nessuna struttura è posseduta e gestita da italiani. Il primo ad aprire – suggerisce Ori Gonen, coordinatore della Israel Hostel Association – avrebbe l’opportunità di diventare un punto di riferimento per tutti i turisti di lingua italiana». Ci sono sette ostelli tra Tel Aviv e Yafo. Otto sono sparsi per la Galilea. Nei pressi della costa del Mar Morto, lunga 90 chilometri, ci sono solo quattro strutture. Sono tre gli ostelli a Gerusalemme, tre sulle alture del Golan e tre nel Negev, tutti a Mitzpe Ramon. Solo due a Haifa e uno soltanto a Eilat. La domanda sta crescendo esponenzialmente e l’offerta è limitata a poche zone. Aprire alloggi economici e ostelli nelle zone tra Acco, Haifa, Gerusalemme – in Città Vecchia mancano completamente – e il Mar di Galilea vorrebbe dire inserirsi nel mercato dei pellegrinaggi ma è soprattutto al deserto del Negev e all’Arava che conviene guardare. L’inverno scorso il Ministero del Turismo israeliano e l’Associazione Albergatori di Eilat hanno offerto a compagnie aeree e operatori turistici un incentivo finanziario di 60 euro per ogni passeggero in arrivo a Eilat. L’aumento dei turisti è stato esponenziale, il 169% in più rispetto alla stagione precedente. Secondo le aspettative del Ministero del Turismo il trend si manterrà positivo anche per il prossimo inverno. L’obiettivo è attrarre in particolare turisti stranieri, che oggi sono solo il 15% ma in passato, negli anni ’80 e ’90 quando Eilat raggiunse uno dei picchi di popolarità come meta turistica internazionale, erano il 40%. Se si considera che l’offerta degli alberghi in città, salvo una manciata di eccezioni, è mediamente scadente (l’ultima struttura ha inaugurato dodici anni fa e nessuna nuova apertura è prevista almeno per i prossimi tre anni), l’opportunità di creare strutture di accoglienza economiche, nuove e originali, ha un potenziale enorme. Qualche esempio (provato personalmente) a cui ispirarsi? MITZPE RAMON Silent Arrow (http://silentarrow.com/en/home/) Ibex Desert Inn (http://www.ibexhotel.co.il)
ARAD Dead Sea Adventure Hostel (http://www.deadseaadventurehostel.com) Il Dead Sea Adventure Hostel è il punto di riferimento per chi vuole vivere il deserto come un’avventura. Ultima costruzione della periferia meridionale di Arad, sulla strada per Masada, passato l’ostello c’è solo il deserto, con sentieri da percorrere a piedi e in bicicletta. La struttura è piuttosto tradizionale in termini di stanze e letti ma quando si tratta di attività e servizi, il Dead Sea Adventure Hostel esprime tutta la sua unicità, non solo in Israele ma in tutto il Medio Oriente. Ad esempio: mai pensato di fare una spedizione speleologica nelle grotte di sale del Mar Morto? Nel pacchetto creato da Gilad, specializzato in vacanze-avventura, non ci sono solo attività estreme ma anche tour ecologici, culturali, serali (per osservare le stelle) e culinari (come i workshop per imparare a preparare l’humus). MAR MORTO Shkedi’s Camplodge (http://shkedig.com) Per inviare a Shalom la propria opinione, telefonare: 06/87450205, oppure cliccare sulla e-mail sottostante redazione@shalom.it |
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