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Da PANORAMA del 10 ottobre 2008: Mentre discute del rinvio delle presidenziali Al Fatah, secondo informazioni israeliane, starebbe preparando un attacco militare risolutivo contro Hamas. Nel giro di due settimane tutte le infrastrutture e le cellule del movimento in Cisgiordania verrebbero distrutte e con esse la determinazione di Hamas a impedire il prolungamento della presidenza di Mahmud Abbas. La tregua con Israele ha, però, dato tempo e spazio a Hamas per rafforzarsi sia a Gaza sia in Cisgiordania. Il movimento si è armato con il consueto aiuto iraniano e prepara a sua volta un colpo di stato anti Al Fatah. Hamas sa di essere molto forte anche in Cisgiordania, e non intende permettere ad Abu Mazen di restare in carica un giorno in più. Dopo stragi e violenze a Gaza, il movimento estremista ha deciso di diventare rispettoso, a parole, della legge. I portavoce di Hamas hanno dichiarato che nella data prevista (il 9 gennaio) «le foto del presidente saranno rimosse da tutti gli uffici» e Hamas eleggerà un suo sostituto, forse Ahmed Bahr, il presidente del Consiglio legislativo palestinese, ovvero il parlamento: «Così si fece con Rouhi Fatouh quando morì Arafat. è del tutto legale infatti che il presidente del parlamento prenda il posto di leader dell’Autorità nazionale palestinese finché si vota». Dimenticando quanto sangue di entrambi gli schieramenti è già stato sparso, Hamas insiste: «Violando la legge, Abu Mazen consoliderà lo scisma in atto tra i palestinesi». Mentre prepara la guerra, Al Fatah risponde usando toni legalitari: «Bahr non ricorda di essere solo il capo del parlamento sostitutivo di quello veramente eletto, Abdel Azuz Dweik, il quale è in un carcere israeliano». Israele sostiene Abu Mazen. Gli ha permesso di inviare 150 soldati a Hebron, una fortezza di Hamas. La forza speciale palestinese si trova in Giordania, dove viene addestrata da ufficiali americani, ed è pronta a tornare a dicembre. Intanto, ben consapevole che l’ultima cosa che conviene all’Egitto è uno scontro mortale fra Hamas e Al Fatah, il governo del Cairo continua a promuovere colloqui tra le fazioni, di comune accordo con Abu Mazen. Hosni Mubarak sostiene il piano del presidente palestinese di restare in carica per un altro anno e cerca di raccogliere l’appoggio di tutta la Lega araba. Gli egiziani vorrebbero anche che a Gaza fossero dispiegate truppe arabe per sorvegliare il formarsi di un nuovo governo palestinese, costituito per lo più da indipendenti. Ambedue le soluzioni sono state rifiutate da Hamas. E perché mai dovrebbe accettarle? È più forte, sempre meglio armato, soprattutto ha ancora in ostaggio il soldato Gilad Shalit, ciò che impedisce ormai da due anni a Israele di sferrare un attacco contro il movimento radicale panorama@mondadori.it |
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