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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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Rassegna Stampa
04.04.2017 Umberto De Giovannangeli scopre i crimini dello Stato islamico
Ma ancora non quelli di Hamas a Gaza

Testata:
Autore: Umberto De Giovannangeli
Titolo: «A Mosul bambini usati come scudi umani dall'Isis»

Riprendiamo dall' UNITA' di oggi, 04/04/2017, a pag. 7, con il titolo "A Mosul bambini usati come scudi umani dall'Isis", il commento di Umberto De Giovannangeli.

UDG scopre i crimini dello Stato islamico con un po' di anni di ritardo. Ma, come si dice, meglio tardi che mai. Quello che manca alla descrizione della pratica degli scudi umani, usata dai terroristi, è sottolineare che nello stesso modo si comporta Hamas e il terrorismo palestinese. Ma questo UDG non l'ha ancora scoperto.

Ecco l'articolo:

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Umberto De Giovannangeli

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Abitazioni distrutte a Mosul

Orrore senza fine. Orrore vissuto, orrore filmato. Un video in esclusiva della «Bbc» mostra i barbini usati come scudi umani dall'Isis a Mosul, in Iraq. Le immagini sono state girate dopo che la troupe ha avuto accesso sugli elicotteri militari dell'esercito iracheno utilizzati nelle missioni contro lo stato islamico. La reporter della Bbc Nafiseh Kouhnavard, di origini persiane, racconta dei civili ancora intrappolati a Mosul dove è in corso il momento più delicato dell'offensiva perla riconquista della città. A quel punto, il pilota ha uno scambio con il comando su una probabile fuga di alcuni militanti a bordo di un camion. Al pilota dell'elicottero viene chiesto di sparare, ma subito dopo si rende conto che non può aprire il fuoco in quanto si intravede un bimbo accanto a uno dei terroristi che lo tiene per mano e un altro poco più indietro insieme ad un altro.

«L'uomo è armato, ma c'è anche un bambino», è la voce del militare iracheno. Il pilota quindi è costretto a spostare la mira per colpire un altro obiettivo. Dal velivolo in missione si vede chiaramente come i jihadisti utilizzino i più piccoli per coprirsi dal fuoco che li bersaglia dall'alto, con molti civili ancora intrappolati tra le strade di Mosul: un crimine di guerra secondo il diritto internazionale. «Il vergognoso uso di scudi umani da parte dello Stato islamico è una grave violazione del diritto internazionale umanitario che equivale a un crimine di guerra. In zone residenziali fittamente abitate i rischi per la popolazione civile diventano enormi. Tuttavia, l'uso degli scudi umani da parte dello Stato islamico non fa venir meno l'obbligo del governo iracheno e delle forze della coalizione di evitare attacchi sproporzionati», ha rimarcato nei giorni scorsi Donatella Rovera, consulente per le risposte alle crisi di Amnesty, che ha svolto ricerche a Mosul.

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Hamas, Boko Haram, Isis: trova le differenze

Stando a un rapporto dell'Onu, oltre 300 civili sono stati uccisi tra il 17 febbraio e il 22 marzo nella controffensiva contro lo Stato islamico a Mosul ovest. Mohammed, un abitante di Mosul Est, ha perso numerosi parenti in un attacco aereo: «I Dawa'ish (i combattenti dello Stato islamico, ndr) erano ovunque. Se protestavi, minacciavano di ucciderti. Hanno comandato in questa città per due anni e mezzo e non li hanno quasi mai colpiti. Perché adesso quelli distruggono le nostre case con le famiglie all'interno, e tutto questo solo per fare fuori due o tre Dawa'ish che stanno sul tetto?». Il 5 gennaio, tre case di Mosul Est sono state distrutte dagli attacchi della coalizione a guida Usa 5 membri di una famiglia e un vicino di casa sono morti e altre persone sono rimaste ferite. In una stanza di una casa si erano rintanati alcuni combattenti dello Stato islamico, rimasti illesi e poi catturati dalle forze irachene. Na'el Tawfig Abdelhafez, che nell'attacco ha perso il figlio Mos'ab di 23 anni, ha raccontato ad Amnesty Intemational che per mesi il quartiere era stato al centro dei combattimenti tra cecchini dello Stato islamico sui tetti e i soldati iracheni che sparavano colpi di mortaio verso le case: «Che potevamo fare noi civili? Fermare Daesh? Quando mi sono entrati in casa, poco prima dell'attacco, li ho pregati di uscire, gli ho detto che c'era una famiglia. Hanno accettato, stavano per uscire quando è arrivato l'attacco. Mio figlio è stato ucciso, il resto della famiglia ferito, mia figlia Bara' ha perso un occhio e i Dawa'ish sono ancora vivi».

Nello stesso attacco, nella casa accanto Muthar Dhannun ha perso una sorella, il marito e tre figli: «Tutti sanno che Daesh usa i civili come scudi umani. Allora, perché uccidere civili che non hanno fatto nulla di male? Dobbiamo pagare noi il prezzo dei crimini di Daesh. Non è giusto». Ma la giustizia, come la pietà, non alberga a Mosul. Alcuni civili che sono riusciti a fuggire hanno riferito sempre che l'Is ha cercato di impedir loro di lasciare le zone dei combattimenti. I combattenti dell'Is si nascondono tra la popolazione civile, in alcuni casi costringono i civili a spostarsi nelle aree sotto il loro controllo. Civili, spesso bambini, usati come scudi umani dai miliziani al soldo del «Califfato». Civili, spesso bambini, uccisi dai bombardamenti anti-Isis. È l'inferno in terra. L'inferno di Mosul.

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lettere@unita.it

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