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Rassegna Stampa
29.12.2016 L'Unità esprime la posizione del PD ?
UDG: il trinariciuto che disinforma

Testata:
Autore: Umberto De Giovannangeli
Titolo: «Israele e Russia, Obama attacca gli alleati di Trump»

Riprendiamo dall' UNITA' di oggi, 29/12/2016, a pag.9, con il titolo " Israele e Russia, Obama attacca gli alleati di Trump " l'analisi di Umberto De Giovannangeli.

Dopo una breve parentesi, l' UNITA' - forse dovuta al timore della scomparsa definitiva dalle edicole- è tornata a essere il quotidiano trinariciuto di un tempo. Tra scioperi e rinnovamento renziano del PD, chi si augurava un nuovo corso perda ogni speranza. UDG è ritornato quello che è sempre stato, un disinformatore che dà voce unicamente alla parte palestinista - lo si è visto in questi giorni -  gli israeliani sono soltanto dei 'falchi' che si oppongono al processo di pace.
Un consiglio che vorremmo arrivasse al destinatario, Matteo Renzi: nel caso in cui pensasse di riprendersi la segreteria del PD- cosa che gli auguriamo - lasci perdere  il giornale di partito, L'Unità è l'ultimo a sopravvivvere, prosciuga milioni di euro per niente, nessuno lo legge tranne noi qualche volta, lo chiuda, mandi UDG ai giardinetti, potrà sempre consolarsi leggendo il Manifesto.
Leggere il suo pezzo di oggi e chiedersi se L'Unità rappresenta davvero la posizione del PD. In questo caso, saranno in molti a scegliere un altro partito (o astenersi) alle prossime elezioni.

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Umberto De Giovannangeli

Tre settimane di fuoco, prima dell'addio alla Casa Bianca. Da Mosca a Gerusalemme: sui dossier più caldi di questo fine anno, tra Barack Obama e Donald Trump è scontro totale. Capitolo Russia: l'amministrazione Obama si appresta ad annunciare una serie di misure per "punire" la Russia per la sua interferenza nelle elezioni. Lo riporta il Washington Post citando alcune fonti, secondo le quali la Casa Bianca potrebbe annunciare le misure, incluse sanzioni economiche e censura diplomatica, entro la fine della settimana. L'amministrazione Obama sta fmalizzando idettagli. Secondo indiscrezioni sarebbe previste anche cyber-operazioni segrete. Immediata l a replica: il ministero degli Esteri russo ha annunciato che se gli Stati Uniti intraprenderanno nuovi passi ostili nei confronti della Russia ci sarà una risposta da parte di Mosca Lo riferiscelnterfax. Altro terreno di scontro: Israele. «Non possiamo continuare a far sì che Israele sia trattata con totale disprezzo e mancanza di rispetto», afferma Trump su Twitter. Israele «aveva negli Usa un grande amico, ora non più. L'inizio della fine è stato l'orribile accordo con l'Iran, e ora con l'Onu», aggiunge invitando Israele a «restare forte, il 20 gennaio si sta avvicinando rapidamente». «Grazie presidente eletto Trump, grazie per la tua calda amicizia e il tuo netto sostegno a Israele», "cinguetta"con un tweetil premier israeliano Benjamin Netanyahu. «Sto facendo del mio meglio per ignorare le tante dichiarazioni provocatorie del presidente Obama», scrive ancora Trump, «pensavo sarebbe che stata una transizione tranquilla- manonloè». Nelloscontrofrontale irrompe John Kerry. «L'agenda dei coloni è quella che sta definendo il futuro di Israele», sostiene il segretario di Stato, Usa sottolineando che la coalizione guidatadaNetanyahu «è la più adestradella storia israeliana, con un'agenda definita dagli elementi più estremisti». Non si pub Ingerenze nel voto Usa Barack pronto a sanzioni contro il Cremlino «ignorare la minaccia che gli insediamenti rappresentano per la pace», ha insistito Kerry, sebbene il problema in Medio Oriente vada al di là degli insediamenti. «Il presidente Barack Obama è profondamente impegnato per Israele e lasuasicurezza. Unasoluzione adueStati per il Medio Oriente è l'unica strada per una pace duratura», continua il segretario diStato, inquello che da molti è defmito il discorso più importante della sua carriera, che arriva a tre settimane dalla fine della presidenza Obama «La soluzione di due Stati» per Israele e palestinesi è «in pericolo», afferma ancora Kerry, sottolineando che israeliani e palestinesi si stanno muovendo verso la soluzione a uno Stato che molti non vogliono, «nonostante la contrarietà della maggioranza dell'opinione pubblica Lo status quo punta a uno Stato, a una perpetua occupazione». Più ci saranno insediamenti israeliani in Cisgiordania e più la pace sarà difficile. L'espansione degli insediamenti non ha nulla a che vedere con la sicurezza di Israele, insiste Kerry sottolineando che se la soluzione èquella a uno Stato, Israele pub essere o ebreo o democratico, «non pub essere tutti e due». «Respingiamo lecritiche di chi dice che con il voto al-l'Onu abbiamo abbandonato Israele», assicura il segretario di Stato, sottolineando che nella risoluzione all'Onu della scorsa settimana «non c'è nulla di nuovo». «Respingoanchelecritichedi chi sostiene chegliStatiUniti sonostata la forza motrice» della risoluzione all'Onu, rileva ancora llsegretario diStato rispondendo alle critiche di Israele, che ha parlato di complotto dell'amministrazione Obama. «Non abbiamo messo apunto labozza originale della risoluzione», aggiunge Kerry. Le accuse di Israele all' «amministrazione» sono «solo un diversivo». L'amministrazione Obama è quella che ha fatto di più per Israele, sostenendolo anche «quando eravamo nel mezzo delle crisi finanziaria», ricorda Kerry. Ma di questo avviso non sono Trump e i falchi che oggi governano lo Stato ebraico.

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