venerdi 19 aprile 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


Clicca qui






Informazione Corretta Rassegna Stampa
23.10.2017 IC7 - Il commento di Riccardo Ghezzi: L'Europa che tradisce Israele
Dal 15 al 21 ottobre 2017

Testata: Informazione Corretta
Data: 23 ottobre 2017
Pagina: 1
Autore: Riccardo Ghezzi
Titolo: «IC7 - Il commento di Riccardo Ghezzi: L'Europa che tradisce Israele»
IC7 - Il commento di Riccardo Ghezzi
Dal 15 al 21 ottobre 2017

L'Europa che tradisce Israele

Risultati immagini per europe against israel

Quarantaquattro anni sono passati da quella guerra dello Yom Kippur che ha segnato uno spartiacque nei rapporti tra Israele e resto del mondo occidentale. E’ nel 1973 che Gerusalemme ha capito che da quel momento in poi avrebbe dovuto cavarsela da sola, potendo contare sul solo leale sostegno degli Stati Uniti. Annichiliti dallo squallido ricatto petrolifero dei paesi arabi e persuasi da miseri interessi geopolitici, i paesi europei hanno deciso di abbandonare Israele al proprio destino. Sostenerlo non conveniva più, in fondo anche la retorica nei confronti degli ebrei era cambiata.

La guerra dei Sei giorni del 1967 aveva modificato i rapporti di forza: agli occhi dell’opinione pubblica occidentale Israele non era più un Davide circondato da tanti Golia che lo volevano annientare, ma era diventato il gigante Golia. Troppo vincente, troppo forte per commuovere gli animi europei particolarmente sensibili al vittimismo. Ad Israele il vittimismo non è mai interessato. E pure gli ebrei, che anziché vivere di rendita sui sensi di colpa per la Shoah hanno preferito inseguire i loro sogni e riabbracciare la loro Terra, non potevano e non possono più commuovere.

Immagine correlata

Oggi abbiamo le innumerevoli risoluzioni Onu contro Israele, trattato dalla comunità internazionale come il Sudafrica di Verwoerd o la Corea del Nord di Kim jong-un. A dare retta alla Nazioni Unite, Israele sembrerebbe una teocrazia oscurantista che pratica apartheid e si macchia di orribili genocidi, anzi, di più: il paradigma del colonialismo dell’uomo bianco e occidentale nei confronti di arabi e beduini. Niente male per quella che è pur sempre l’unica democrazia del Medio Oriente. L’operato dell’Onu, attraverso risoluzioni proposte e votate da paesi islamisti o apertamente antisemiti, altro non fa che riciclare la gettonata retorica antisionista che cela pesanti argomentazioni tipiche dell’antisemitismo, senza il quale una così feroce propaganda anti-israeliana non avrebbe mai potuto fare breccia. Pure il tradimento dell’Europa nei confronti del suo avamposto in Medio Oriente, Israele, non si può spiegare con la semplice geopolitica. Non può essere solo il prezzo del petrolio ad aver convinto prima la Francia e poi, con un effetto domino, tutti gli altri stati europei a voltare le spalle a Gerusalemme.

La ferocia che fomenta i detrattori di Israele ha ragioni ben più recondite e antiche, che riportano a epoche buie. E’ notizia di questi giorni la richiesta di un risarcimento danni nei confronti di Israele da parte di otto paesi europei. Nero su bianco, la lettera riporta quanto segue: “Se Israele non restituirà il materiale confiscato, dovrà versare un risarcimento per i finanziamenti perduti”. E’ proprio così. Mentre il governo di Gerusalemme deve pensare a difendersi da aggressioni subite, l’Europa pensa ai soldi che manda agli arabi e li rivuole indietro. La confisca di alcuni beni e la demolizione di scuole usate come base per le rampe missilistiche di Hamas sarebbe, secondo gli otto paesi europei, “azioni contrarie agli impegni internazionali” e “causa delle sofferenze dei palestinesi”.

All’Europa non importa assolutamente aver speso male i propri soldi, bensì farseli restituire da Israele. La lettera è stata promossa dal Belgio, paese in lotta contro il terrorismo islamico esattamente come Israele, e firmata da altri sette paesi: Francia, Spagna, Danimarca, Irlanda, Svezia, Lussemburgo e, purtroppo, l’Italia. L’Ue non ha mai messo in discussione i finanziamenti elargiti all’Autorità Nazionale Palestinese e per la “ricostruzione di Gaza”, nonostante la carenza di risultati concreti. Ma forse, anche in questo caso, la colpa è di Israele. Come sempre. Dal 1973 al 2017 non è cambiato alcunché.

Risultati immagini per Riccardo Ghezzi
Riccardo Ghezzi, direttore dell'Informale


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT