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Donald Trump e l’immigrazione musulmana (Traduzione di Rochel Sylvetsky, versione italiana di Yehudit Weisz) Questo articolo è stato scritto a Cincinnati, Ohio, Usa Donald Trump è corretto nel riconoscere che ci sono due tipi distinti di immigrati musulmani, e il governo ora ne ha la prova scritta. La notizia più scottante sui media americani è l’ordine emesso dal Presidente Trump tre settimane fa, che vietava l’immigrazione negli Stati Uniti da sette Paesi islamici, ritenendoli contaminati dal terrorismo. I Paesi sono Iraq, Siria, Iran, Libia, Somalia, Sudan e Yemen. La fonte di timori è un insieme di quattro fattori: I primi tre fattori sembrano razionali, il quarto, a prima vista, appare infondato. La principale organizzazione che esprime questa resistenza è quella dei “Fratelli Musulmani”, molto diffusa negli Stati Uniti, dagli obiettivi tutt’altro che integrazionisti, come hanno scoperto le autorità investigative americane durante il procedimento avviato nel 2007 contro la “Fondazione Terra Santa per il soccorso e lo sviluppo”, scoprendo che era specializzata nella raccolta fondi per sostenere gli attivisti di Hamas. Ecco alcuni dei punti più salienti del documento (con le mie aggiunte tra parentesi, MK) Premessa : L’obiettivo strategico del gruppo è descritto in varie fasi: Alcuni dei fattori chiave si trovano al punto 4: Far comprendere il dovere di un fratello musulmano nell’America del Nord: diffondere l'Jihad culturale",. I Fratelli devono capire che il loro lavoro è una forma di jihad più vasta, il cui obiettivo è quello di distruggere ed eliminare la civiltà occidentale dall’interno, facendo crollare la sua casa miserabile con le stesse mani del suo popolo e quelle dei credenti (cfr Corano, cap. 59, versetto 2) E Allah imporrà la regola della sua religione su tutte le altre religioni (vedi Cap. 9, versetto 33) ... ogni musulmano deve fare il Jihad ... e agire ovunque dove viva e in qualsiasi luogo egli giunga, fino al Giorno del Giudizio . Non si può sfuggire a questo destino.. Un altro documento che è stato trovato nelle moschee americane è un libro intitolato “ Quaranta Hadith (tradizioni orali) sul Jihad ”. Descrive il Jihad, in arabo e in inglese, i suoi aspetti positivi, gli obiettivi e le ricompense che i combattenti del Jihad devono ricevere. Jihad contro chi ? Il libro non lo dice così esplicitamente, ma è chiaro per qualsiasi musulmano: contro gli infedeli, categoria cui appartiene il popolo americano. Questi sono solo alcuni esempi tratti da una lunga lista di pubblicazioni islamiste che vengono diffuse negli USA, sfruttando la protezione della libertà di parola e di espressione che la Costituzione americana garantisce a tutti, anche se hanno intenzione di distruggere lo Stato e la stessa Costituzione per sostituire entrambi con un governo islamico. Il Presidente Trump ha preso la decisione di porre fine a questo fenomeno insostenibile, non limitando la libertà di parola, ma limitandone la possibilità di indottrinare i musulmani americani. Contro Trump si sono uniti liberali, progressisti, democratici e attivisti per i diritti umani. Rifiutando di accettare i risultati delle elezioni, non smettono di manifestare contro di lui, diffamarlo. Hanno protestato fin dal suo ingresso alla Casa Bianca.. Ci sono state anche manifestazioni di non musulmani, tra i quali ebrei, che portavano cartelli con scritto “Io sono un musulmano”. Questa controversia si aggiunge ad altri fattori evidenti nell’atteggiamento di Trump verso il mondo islamico: la sua opposizione all’accordo nucleare con l’Iran, le relazioni con Israele, lo spostamento dell’ambasciata statunitense a Gerusalemme, gli “insediamenti”, e i suoi rapporti con Putin, che sta spietatamente distruggendo le città siriane. L'atteggiamento dell’attuale governo americano verso il mondo islamico in generale e l’immigrazione musulmana in particolare, terrà Trump occupato per la maggior parte del suo mandato alla Casa Bianca, e da queste pagine voglio augurare che a lui e agli Stati Uniti siano concesse la saggezza e l’intelligenza per mantenere l’America unita per salvaguardarne gli obiettivi e il destino. Mordechai Kedar è lettore di arabo e islam all' Università di Bar Ilan a Tel Aviv. Nella stessa università è direttore del Centro Sudi (in formazione) su Medio Oriente e Islam. E' studioso di ideologia, politica e movimenti islamici dei paesi arabi, Siria in particolare, e analista dei media arabi. http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90 |
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