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Informazione Corretta Rassegna Stampa
28.07.2015 La sentenza per la strage di Brescia
Analisi di Vitaliano Bacchi

Testata: Informazione Corretta
Data: 28 luglio 2015
Pagina: 1
Autore: Vitaliano Bacchi
Titolo: «La sentenza per la strage di Brescia»

La sentenza per la strage di Brescia
Analisi di Vitaliano Bacchi

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Il gruppo neonazista Ordine Nuovo

Il 22 luglio la Corte di Assise di appello di Milano ha condannato due militanti del gruppo politico neonazista Ordine Nuovo come responsabili della strage di piazza della Loggia del 28 maggio 1974; il primo, il medico veneziano Carlo Maria Maggi quale mandante della strage ed il secondo, Maurizio Tramonte, quale responsabile di depistaggio e comunque partecipe alla fase di preparazione dell'attentato. Una decisione, quindi, che interviene dopo quarantuno anni di indagini processi e colpi di scena giudiziari alla cui istruttoria processuale, comunque, l'informazione sionista in Italia ha dato un contributo regolare, costante e onesto, rinunciando cioè a postulare come hanno invece fatto tante altre fonti meno rigorose i facili miti che si sono accumulati intorno a questa strage negli anni e cioè la Cia i servizi segreti deviati la loggia massonica, la pista palestinese e varie altre suggestive ma mitiche ipotesi.

Da sempre, invece, il nostro contributo con i vari articoli scritti sul fatto e pubblicati su IC con le analisi oggettive dei nostri esperti del settore ha fermato l'ipotesi accusatoria sulla destra neonazista italiana e cioè Ordine Nuovo, il movimento politico elitario della sovversione fascista che, se come giustamente ha declinato la Procura di Brescia, deve essere inteso come “dizione di sintesi” allora sussume e racchiude nel proprio ambito praticamente tutta la strategia della tensione, le stragi fasciste, l'assassinio dei magistrati più capaci e coraggiosi nella lotta antifascista (Amati, Occorsio ecc.) e la eliminazione degli avversari politici.

Le stragi sono state la realizzazione della strategia fascista di creazione artificiosa di condizioni di panico e allarme sociale tali da giustificare il “ritorno all'ordine e alla normalità” con svolte autoritarie di tipo golpista che quella esperienza, purtroppo, ci impone oggi di considerare attuali in quanto il furore popolare e la delusione verso il governo attuale per la dissennata politica permissiva sulla immigrazione clandestina induce nuovamente l'aspettativa di soluzioni che il fronte della destra eversiva italiana continua a proporre in tutte le occasioni di crisi sociale.

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Brescia, Piazza della Loggia, 28 maggio 1974

Non ci sono plausibili e sufficienti elementi istruttori e nemmeno indiziari per ipotizzare una responsabilità diversa da quella neofascista ed in questo senso la sentenza ha finalmente condannato quella falange neonazista, Ordine Nuovo, che ha costituito l'officina di tutte le stragi, l'accademia di tutti i terroristi neonazisti e che quindi col giudicato in via di formazione sulla strage ed i suoi responsabili si appresta a diventare la definitiva e immodificabile verità giudiziaria (la sola che conta) sul rapporto fra il progetto golpista e la matrice fascista delle stragi.

Tanto più che la decisione della Corte di merito di Milano, conseguendo a giudizio di rinvio della Cassazione, non ha fatto che adempiere il principio di diritto enunciato dalla Corte di Cassazione in riforma della decisione dei giudici di Brescia, che venne giudicata sommaria e superficiale, per cui oggi possiamo dire che su questa ultima decisione il giudicato è già virtuale e cioè che questa sentenza non cambierà più.

Nondimeno ci sono alcune osservazioni da fare: la sentenza che condanna per un reato il mandante senza indicare l'esecutore è contraddittoria perchè nell'ambito del giudizio criminale il predicato di concorso proprio della postulazione di un mandante è incompatibile con la carenza di indicazione dell'esecutore, vale a dire che il giudizio postulante la responsabilità del mandante deve necessariamente indicare l'identità dell'esecutore altrimenti la legittimazione ad introdurre nella species criminis la figura del mandante viene a mancare, è irrazionale perchè la razionalità della postulazione del mandante non può prescindere dalla esistenza dell'esecutore per le stesse ragioni per le quali in un piano le linee parallele devono essere almeno due.

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La notizia della strage su "Bresciaoggi"

Esamineremo la sentenza della Corte di Milano dopo il deposito delle motivazioni, e quindi stiamo discettando in via solo teorica, ma da quanto si è letto e sentito fino ad ora la sentenza condanna due mandanti, o almeno un mandante ed un depistatore, ma non indica l'esecutore ed a questo punto la ratio legis non è più se la sentenza sia giusta o sbagliata quanto invece se è legittimo condannare l'imputato come mandante di un delitto senza indicare il mandatario e cioè il suo esecutore.

A meno che, in qualche sito dei due milioni pagine degli atti del processo di Brescia o di altro processo ai fascisti di Ordine Nuovo connesso al primo, il nome del fascista che ha messo la bomba, il dato mancante per conferire razionalità alla condanna del mandante, sia già presente da sempre, leggibile in nuce, intelligibile, derivabile, computabile, deducibile, congetturabile.

Nella teoria della informazione, la teoria necessaria e indeclinabile del processo criminale, il logaritmo di Boltzmann misura l'effetto confusivo che il dato mancante opera sull'ordine del sistema e cioè sulla possibilità di averne intelligenza con o senza quel dato: nella stessa teoria, le informazioni intelligenti di Rodney Brooks compaiono e scompaiono nello stesso testo giudiziario in funzione del lettore e della sua aspettativa nella sorte del processo.

Quindi, la possibilità di avere finalmente un giudicato completo di tutti i protagonisti e non solo di uno specchio senza immagini anche in questa strage di Ordine Nuovo c'è ed il suo codice di accesso è probabilmente già scritto negli atti dei processi celebrati in questi anni a carico di questa associazione criminale.


Vitaliano Bacchi


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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