martedi` 23 aprile 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


Clicca qui






Il Sole 24 Ore Rassegna Stampa
20.07.2014 Una mostra dedicata a Fritz Bauer, il procuratore tedesco che aiutò Israele a catturare Eichmann
recensione di Giulio Busi

Testata: Il Sole 24 Ore
Data: 20 luglio 2014
Pagina: 27
Autore: Giulio Busi
Titolo: «L'uomo che snidò Eichmann»
Riportiamo dal SOLE 24 ORE di oggi, 20/07/2014, a pag. 20 dell'inserto culturale DOMENICA, l'articolo di Giulio Busi dal titolo "L'uomo che snidò Eichmann  ", recensione della mostra «Fritz Bauer, procuratore capo. Criminali nazisti a processo», in corso a  Francoforte sul Meno, Museo Ebraico, fino al 7 settembre. (Catalogo Campus Verlag)


Giulio Busi



Fritz Bauer

 Il telegramma segretissimo, indirizzato al responsabile del Mossad in Germania, non lasciava dubbi: «Vai immediatamente da Tolstoj e digli che Dybbuk è stato catturato e portato in Israele. Devi dargli questo messaggio tra le 14.00 e le 14.30, ora locale». Era il 23 maggio 1960, e "Tolstoj" venne informato puntualmente, mezz'ora prima che David Ben Gurion desse la notizia al mondo. Adolf Eichmann "Dybbuk", in codice), era stato rapito dai servizi segreti israeliani in Argentina e portato, prigioniero, nello Stato ebraico. 'Tolstoj", il personaggio così importante da essere avvisato prima di tutti, è ora protagonista di una importante mostra al Museo Ebraico di Francoforte sul Meno. Dietro lo pseudonimo letterario si celava Fritz Bauer, il procuratore capo dell'Assia, l'uomo che aveva segnalato il nascondiglio di Eichmann in Sudamerica e aveva messo in moto i servizi israeliani. Nato nel 1903, in una famiglia ebraica benestante di Stoccarda, Bauer era diventato, a soli 27 anni, il più giovane giudice della Repubblica di Weimar. Vicino ai socialdemocratici, con un forte senso della giustizia sociale, e per di più ebreo: un nemico naturale dei nazisti che, alla presa del potere, lo deportarono subito in un campo di prigionia. Nel 1936 Bauer riuscì a espatriare in Danimarca e da qui, all'arrivo delle truppe tedesche, si rifugiò in Svezia. Alla fine della guerra, Fritz Bauer scelse di tornare in Germania e di riprendere la sua attività nella magistratura. Mentre molti volevano dimenticare in fretta- «lasciamo che il passato resti passato», aveva affermato programmaticamente Adenauer già nel 1949 - Bauer s'impegnò per portare a giudizio i criminali nazisti. Suo il merito dei grandi processi su Auschwitz condotti a Francoforte negli anni Sessanta, che ruppero l'omertà postbellica. Ben consapevole delle resistenze e delle complicità che ostacolavano la giustizia tedesca, nel caso Eichmann Bauer ritenne opportuno rivolgersi direttamente agli israeliani. Un gesto controcorrente, uno dei molti di un giurista che ha contribuito a cambiare la storia tedesca.

Per inviare la propria opinione al Sole 24 Ore, telefonare al numero 02/30221 oppure cliccare sulla e-mail sottostante

letterealsole@ilsole24ore.com

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT